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Ho trovato casualmente su youtube questo video che mostra abbastanza bene il fenomeno che io vorrei quantomeno circoscrivere. Il titolo mi sembra proprio azzeccato (Tendenza al sommergibilismo).
In realtà sembrerebbe che l’affondamento dello scafo sottovento dipenda più dall’ingresso nell’onda che dall’aumento di velocità, come invece a me sembrava di aver notato con il Baby Gorilla (purtroppo quei giorni non avevo installato la GoPro).
In ogni caso credo che i volumi di prua dicano poco, visto che quel catamarano è molto più grande del mio e, nonostante ciò, affonda lo stesso.
Interessante notare il contraccolpo generato dalla veloce perdita di velocità, tanto da scaraventare in avanti di prodiere (come un autobus che frena di colpo); perdita di velocità però non sufficientemente veloce per determinare il ribaltamento.
Modificato da - luca10ft in Data 30/11/2015 07:55:49
Ciao Luca, eh si, un paio d'ore fa ho scaricato il datatabase di oggi e di ieri, li ho analizzati e manca un record, senz'altro quello che hai aperto tu. Probabilmente l'altro ieri ho cancellato un po' di post fatti da uno spammatore e non vorrei aver sbagliato qualcosa, mi sembra strano, pero' e' probabile che sia andata cosi', mi spiace. Renzo.
PS questi gli ultimi file che hai caricato, puoi riutilizzarli se credi, basta mettere davanti e dietro al nome dell'immagine i tag [img] e [/img]
Finalmente ho provato le alette ma le condizioni non erano assolutamente ideali per la prova. Vento assai scarso intorno ai 5-6 nodi con mare appena increspato. La velocità massima registrata è stata 6 nodi esatti, con una media di poco sotto i 4 nodi.
Navigazione quindi molto tranquilla e asciutta (quasi pallosa), con le prue che non sono mai finite interamente sott’acqua, fatta eccezione di pochi istanti ogni tanto, necessari per attraversare qualche onda provocata dalle varie barche (anche grosse) che passavano nei paraggi.
In queste circostanze l’impressione è stata quella che la prua dello scafo con le alette uscisse più velocemente dall’acqua rispetto all’altro, ma è stata solo un’impressione, quindi non mi sentirei di giurarlo in tribunale
Mi sa che per le prove serie dovrò ormai rinviare al prossimo anno
Sembra che pure Wild Oats abbia alette simili. È la barca (anzi il missile) che ha vinto anche quest’anno (in tempo reale) la prestigiosa regata Sydney-Hobart (come le 7 precedenti).
“Wild Oats ha un’arma segreta: è dotato di DSS (acronimo di Dynamic Stability System), sistema di due “ali” retrattili poste al centro dello scafo. A seconda delle mura, una di queste ali viene aperta sottovento, per garantire una maggiore resistenza allo sbandamento. L’ala in fibra di carbonio, che è stata realizzata in Nuova Zelanda, è 55 centimetri di larghezza, e quando è in uso si estende per 2,75 metri fuori dallo scafo sul lato sottovento. L’ala a forma alare, quando è a riposo scivola dentro lo scafo, ospitata in una cassetta orizzontale che si estende attraverso la barca in prossimità del galleggiamento, tra l’albero e chiglia. L’ala si apre e chiude comandata da motori idraulici”
Anch’io avevo pensato ad un sistema a scomparsa o semi-scomparsa (azionato con cimette) affinché i foils entrino in funzione solo quando servono (a basse velocità purtroppo agiscono solo da freno). Ovviamente se si mostrassero effettivamente utili.
Dalla foto non si capisce bene, ma sembrerebbe un profilo concavo-convesso-laminare.
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Modificato da - luca10ft in data 30/12/2014 07:07:12
Si è sicuramente un profilo asimmetrico. Ma avrai notato che la cassa dove viene fatta scorrere l'ala è sulla linea di galleggiamento. Quando la barca sbanda l'ala va sott'acqua e da una portanza all'intera zona di prua sottovento tra l'albero ed il dritto. La barca sbanda meno e le vele possono esprimere tutta la loro potenza avendo tutta la loro area al vento con incremento della velocità. Una barca di quelle dimensioni ha probabilmente maggiore stabilità longitudinale di un piccolo cat e questo permetterà maggiore costanza all'angolo di attacco corretto dell'ala. Nel tuo caso invece ci potrebbero essere maggiori occasioni di avere l'angolo sbagliato che potrebbero contribuire all'ingavonamento del tuo poliscafo. Ma queste sono tutte teorie e fai bene a provare e a sperimentare. Ciao e Buon Anno.
Noi siamo piccoli e leggeri quindi tendenzialmente più instabili, però abbiamo il vantaggio della minimizzazione dei costi. Non so quanto hanno speso tra progettazione, costruzione e montaggio, né di quanto spendono in manutenzione del sistema idraulico di apertura/chiusura delle loro ali, ma con quelle somme noi avremmo certamente costruito e mantenuto una flotta di 10 piedi. Quando ho intrapreso la mia avventura 10piedista, non avevo ben chiaro che barca costruire, tanto è vero che sono passato dal progetto del monoscafo a quello del trimarano per poi costruire il catamarano. Però avevo chiara una cosa, ovvero che sarebbe stata una “barca laboratorio”, con un assetto sempre variabile e in continua evoluzione, almeno fino a quando avrò voglia di giocarci. Le mie due alette sono state fatte con materiale che avevo in casa, per l’equivalente monetario di una coppetta gelato (forse anche meno). Se non funzionano, bè, le metto via in attesa che tornino utili per altre cose
Comunque non credo che l’angolo di incidenza possa variare così tanto fino a provocare l’effetto contrario, cioè affondare la prua invece di sollevarla. Non è il fluido che scorre intorno a noi mentre stiamo fermi, ma siamo noi che ci muoviamo nel fluido mentre lui sta fermo.
Colgo l’occasione per augurare buon 2015 a tutti Cin! Cin!
Mi è venuta una mezza idea per aggiungere al Baby due foils dinamici (quasi veri ).
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I foils statici (cioè fissati allo scafo, tipo le alette che avevo in mente) sono controproducenti nelle condizioni di scarso vento, perché creano solo ulteriore resistenza all’avanzamento.
Con questa soluzione (dinamica) resterebbero invece alloggiati dentro il loro braccio nella posizione 1 (fuori dall’acqua e parzialmente coperti rispetto al vento).
Qualora dovessero servire (con vento a sufficienza), si porta il braccio nella posizione 2 (rotazione 1-2) e si apre il foil (rotazione A-B). Un blocco di fine corsa impedirà l’ulteriore rotazione posizionando il foil secondo un angolo ottimale (da definire) rispetto al braccio.
Si abbassa poi il braccio nella posizione 3 (rotazione 2-3) e un altro blocco di fine corsa lo arresta in posizione verticale.
La pressione dell’acqua dovuta alla velocità e alla spinta idrodinamica terranno fermi braccio e foil nelle posizioni volute (oltre ai bulloni, che fungono da perni, che saranno stretti a sufficienza)
Idem sull’altra lato.
Gli utilizzi potrebbero essere due, ovvero:
1. Navigando (tedenzialmente) sbandati su uno scafo solo, sosterrebbero lo scafo sottovento impedendogli di affondare troppo, oltre a contenere lo sbandamento evitando la scuffia (come nei monoscafi tipo IMOCA 60)
2. Navigando con la barca piatta e abbinandoli ad altri due foils nei timoni (alette basse) potrebbero sollevare entrambi gli scafi (come normalmente si vede nei catamarani... volanti )
Ovviamente questo è solo uno schizzo. Dimensioni, forme, angoli, spessori, struttura e dettagli sono ancora tutti da studiare. Ma siamo appena all'inizio di novembre
E' una soluzione da lungo tempo dibattuta (vedi gli esperimenti di Mario) ed assai interessante! Ricorda solo di non superare la larghezza di 3 metri. Ciao, a presto Jacopo
Mi sorge un dubbio sul perno di fissaggio e rotazione, dove verrà applicato tutto lo sforzo, non so di quanti KG.
Nella mia canoa a vela, le derive laterali ruotano su un bullone avvitato su una barra trasversale che attraversa la canoa.
Nella prima versione avevo messo un bullone da 8mm, che dopo un paio di volte si è piegato. Con uno da 10 mm ho risolto.
Dico questo perché, non avendo progettato gli scafi con una struttura di supporto per questo perno, non ho idea di come tu possa fissarlo in modo sicuro, tutto lì..
Il problema del fissaggio mi sembra relativo , sicuramente sarà inserito con un perno nella traversa . quello che mi lascia perplesso è la situazione in cui si trova ruotando al momento che entra in acqua dalla posizione 1 alla 3 si troverà ad avere un'inclinazione di circa 45 gradi che frenerà lo scafo perdendo l'abbrivio necessario a sollevarsi le prove di Mario insegnano.. secondo me la soluzione sarebbe fare abbassare i foils senza farli ruotare o ruotare in senso trasversale
Bene, bene. Osservazioni e suggerimenti sono sempre utili. Per il momento è solo una vaga idea tradotta in schizzo a futura memoria.
Il Baby è largo 170 cm, per cui ci sono altri 65 cm per lato dove potrebbe starci un’aletta di almeno 60 cm netti (larghezza 5-7 cm). Sinceramente pensavo di stare sui 30-40 cm. Sono misure da aeromodello, ma visto che si muoveranno in un fluido (acqua) circa 800 volte più denso dell’aria, forse potrebbero anche bastare.
Come ha già intuito FABIOS, l’idea è quella di usare il foro interno della traversa anteriore che ha un diametro di 61 mm (esterno 65).
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Il dettaglio non l’ho ancora studiato. Molto probabilmente farei una boccola da 60 mm (alluminio, ergal, delrin o mista inox), fissata tramite uno o entrambi i bulloni presenti (attualmente da 8 mm ma che posso portare a 10 o aggiungerne altri), dentro la quale ruoterà un perno (inox) di diametro adeguato (20 mm o più). Ho il tornio e la filettatrice per tutte le lavorazioni del caso.
Dal punto di vista pratico, credo che i foils potrebbero avere un senso con oltre 10 nodi di vento, quando il Gorillino inizia a raggiungere velocità abbastanza interessanti (oltre 9 nodi) per poter “decollare”.
Se si prevedono intensità inferiori, i foils potrebbero anche essere smontati e lasciati a terra (meno peso e meno ingombro in barca).
Se l’intensità è quella giusta, si potrà allora partire dalla spiaggia già con i foils abbassati.
Se invece saranno abbassati in mare, questo avverrà sicuramente a barca ferma perché, avendo solo due mani, dovrò lasciare il timone, specie per lavorare sul lato sottovento.
Facendoli ruotare nel senso 2-3 sarebbe sufficiente appoggiarli in acqua che, appena inizierà a spingere, porterà il braccio a fine corsa (cioè verticale).
Pensata così sembrerebbe una soluzione semplice e veloce (in teoria), anche da costruire. Non vorrei intervenire con modifiche strutturali, ma solo aggiungere facilmente qualcosa che potrò poi togliere (altrettanto facilmente) se non dovesse funzionare.
Modificato da - luca10ft in data 07/11/2015 07:25:05
È 3 cm più corto, rispetto a quello che avevo in mente, perché ho usato il legno che avevo in casa.
Ovviamente l’ala dovrà poi avere un profilo alare (ora solo disegnato). Per l’ala vera pensavo ad una struttura portante inox (come quella del modello ma più stretta) dove infilare una camicia in legno sagomata con profilo alare, così da poter provare camicie con profili diversi (piano-convesso, biconcavo, concavo-convesso).
La costruzione è molto semplice e più che altro di precisione.
Braccio e ala (senza bulloneria) pesano circa 310 gr. Se fosse tutto inox peserebbero circa 10 volte tanto, cioè poco più di 3 Kg. Altri 300 gr pesa la boccola (camicia + inserto) che, a rifarla con la camicia in alluminio e l’inserto in delrin, peserà poco di più. Dimensionando bene le parti strutturali, forse il tutto si riuscirà a contenere entro i 6 Kg (del resto, se dovesse funzionare, i carichi in gioco saranno rilevanti).
Il montaggio non richiede alcuna modifica al Baby.
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Angoli e inclinazioni ancora tutti da definire
Modificato da - luca10ft in data 30/11/2015 20:23:13