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F O R U M    1 0 ' - Taurua
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 Taurua
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Jacopo
2014 Winner


Prov.: Milano
Città: Milano


590 Messaggi

Inserito il - 21/01/2014 : 23:21:28  Mostra Profilo Invia a Jacopo un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Ciao a tutti, vi presentero' Taurua.
Taurua e' una piccola piroga polinesiana a vela.
Come mi e' venuta questa idea? Semplice, guardate questa:

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47,38 KB

E questa:

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110,72 KB

A questo punto mi sono detto che dovevo averne una.
Messomi alla ricerca di un cantiere che le producesse, ne ho trovati alcuni: tutti americani.
Tra costi di produzione americani, trasporti, dogane e altre varie ed eventuali mi sono trovato preventivi di oltre 25000 dollari: sogno sfumato !
E no, perbacco! Un sogno e' un sogno! Bisogna arrivarci a tutti i costi!

Presa carta e matita, mi sono impegnato in una ricerca dei regolamenti di stazza del pacifico.
Disegna, schizza e cancella, alla fine, mi sono trovato sulla carta un progetto quasi decente.
Un lungo scafo affusolato di oltre 12 metri, pesante quasi due quintali, quasi impossibile da trasportare, da maneggiare e da infilare in box: tutto da rifare!

Rivediamo tutto da capo: se un palo da 12 metri non e' gestibile, lo saranno, invece, tre pezzi da quattro metri ciascuno.
Ecco l'idea !
Comunque impegnarsi in un impresa costruttiva di questo genere solo per verificare se puo' funzionare non mi e' sembrato molto sano.
Che fare in questi casi ? Io, di solo, procedo per modelli.
Il primo modello, in scala 1:8 e' riuscito una meraviglia!

Ora si trattava di eseguire un modello piu' grande che potesse essere provato dal vero.
La dimensione minima che potesse imbarcare un equipaggio pur mantenendo una validita' di scala risulto' composto da tre pezzi da 2,60 m.
Come gia' previsto nel progetto, una piroga di tre pezzi poteva navigare senza inconvenienti anche togliendo il settore centrale.
Decisi, quindi, di costruire questi due pezzi per comporre una piroga smontabile di 5,20 m.

Questa la nascita dell'idea.
Ora si trattava di metterla in pratica.
Per fortuna che c'e' Guido !!!
E cosi' ho un po' sconvolto i suoi piani lavorativi e, piano piano, il giocattolo prendeva forma.
Non vi dico i problemi con le doppie curvature dei listelli e con le flessioni dei pannelli di compensato.
Meno male che c'era Guido !!!

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Ma il risultato e' stato grandioso:


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Il difficile era finito, ma tanto lavoro mi aspettava ancora........
Alla prossima...
Ciao a tutti
Jacopo

FABIOS
Utente Senior


Città: LUGANO


358 Messaggi

Inserito il - 23/01/2014 : 17:08:12  Mostra Profilo Invia a FABIOS un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
è quella vista all'idroscalo?
ma la foto dello scafo con la vela a chela con tutta l'acqua che sposta a poppa non mi sembra il massimo...
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Jacopo
2014 Winner


Prov.: Milano
Città: Milano


590 Messaggi

Inserito il - 24/01/2014 : 15:55:37  Mostra Profilo Invia a Jacopo un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Si', e' quella dell'idroscalo.
A dire il vero non ho notato un importante trascinamento d'acqua nelle foto di quei giorni.
Mi sembra che abbia un avanzamento abbastanza fluido.
Lo dico sulla base della navigazione a pagaie dato che il vento all'idroscalo e' del tutto saltuario.
Proveremo di nuovo alla prossima occasione!

Ora procediamo con la storia:
la costruzione procede e la "va-ha" prende la sua forma.


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Ciao a tutti
Jacopo

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FABIOS
Utente Senior


Città: LUGANO


358 Messaggi

Inserito il - 24/01/2014 : 19:07:20  Mostra Profilo Invia a FABIOS un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
per la verità mi riferivo alla foto della piroga che sembra un trimarano messa qui sopra (con la vela gialla)
comunque notevole opera alta ebanisteria forse un po pesantina
e, per coerenza dovrebbe essere legata con fibre naturali... magari la canapa?
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Jacopo
2014 Winner


Prov.: Milano
Città: Milano


590 Messaggi

Inserito il - 24/01/2014 : 19:33:09  Mostra Profilo Invia a Jacopo un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Ok, avevo semplicemente capito male a quale piroga ti riferissi.
In effetti sembra che le uscite di poppa non siano perfette.
A ben vedere, pero', se noi arrivassimo a godere come ricci a quelle velocita'.......... ma che se la trascini pure la sua acqua !!!!!!
Veniamo a noi: confermo l'opera viva piuttosto alta.
La cosa e' voluta in sede di progetto per poter affrontare navigazioni in mare anche con onda formata senza dover dedicare una persona a sgottare come avviene con le piroghe del pacifico.
Come peso e' abbastanza maneggevole: si riesce a sollevare, con fatica, in due persone ed in tre si sposta e si vara senza difficolta'.
Tutto sommato, considerando che si tratta di una imbarcazione di 5.20 m destinata a portare tre o quattro persone, non mi sembra fuori del normale.
Cesare, poi, si e' prodotto nella realizzazione di un carrellino di alaggio che, a dispetto di un'apparenza piuttosto rustica, ha risolto definitivamente ogni difficolta' di movimentazione.
Una volta in acqua, poi, e' di una maneggevolezza deliziosa.
Hai perfettamente ragione sulle fibre: sarebbero molto belle, ma abbiamo assolutamente bisogno di una legatura elastica.
Quindi, per ora, ci accontentiamo delle camere d'aria per bicicletta gentilmente forniteci da Luigi, poi cercheremo qualche cosa di piu' raffinato.
Ciao, a presto
Jacopo

Modificato da - Jacopo in data 24/01/2014 19:38:55
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Jacopo
2014 Winner


Prov.: Milano
Città: Milano


590 Messaggi

Inserito il - 29/01/2014 : 12:26:15  Mostra Profilo Invia a Jacopo un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Procediamo: ora che i legni sono fatti, si crea il problema della verniciatura.
Naturalmente, visto che siamo dei bravi ragazzi di buona volonta', Cesare ed io ci procuriamo la vernice, i pennelli, i nastri, i teli di plastica, ecc,ecc.
Dopo una giornata di fatiche abbiamo portato a termine l'arduo lavoro.
Lasciamo riposare per bene e, due giorni dopo, andiamo ad ammirare il frutto delle nostre fatiche: una vera schifezza.
Possibili cause ? Vediamo !
Una vernice epossidica monocomponente forse non perfetta.
In piu' non era assolutamente da utilizzarsi anche come mano di fondo direttamente sul legno, anche se ci era stato assicurato dal venditore che sarebbe andata benissimo.
Forse anche le temperature troppo basse?
A questo punto dovevamo trovare una soluzione, ma, essendo inesperti, stavamo annaspando senza risultati quand'ecco .................
Meno male che c'e' Luigi.
Dovete sapere che Luigi fa finta di fare il ciclista, ma in realta' fa un sacco di altri lavori di grande precisione fra cui ..... il verniciatore.
Probabilmente la facciata da ciclista gli serve come copertura per non farsi scoprire dalla CIA.
Sappiamo tutti che fare bene il verniciatore e' un'attivita' assai sospetta e quindi e' bene premunirsi !!!
Il risultato e' stato grandioso:


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Intanto tutta l'attenzione si spostava in veleria .........
Alla prossima
Ciao a tutti
Jacopo

Modificato da - Jacopo in data 29/01/2014 12:27:12
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FABIOS
Utente Senior


Città: LUGANO


358 Messaggi

Inserito il - 31/01/2014 : 16:10:40  Mostra Profilo Invia a FABIOS un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Apprezzabile lavoro e bella idea quella di dimezzare lo scafo per favorirne il trasporto
io avrei qualche perplessità sulla resistenza della zona imbullonata nelle paratie che uniscono i 2 semiscafi
mi spiego lo scafo sotto la pressione dell'onda lavora a flessione e calcolando un braccio di circa 2 mt nel punto imbullonato avrai una forza notevole
lascio a te calcolarla se poi come si vede dalle foto i 4 bulloni non lavorano su un rinforzo ma sui pochi cm2 delle rondelle rischi che ti strappano il legno
e ti trovi con gli scafi aperti e con 2 belle falle
vedi tu spero di sbagliarmi
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Jacopo
2014 Winner


Prov.: Milano
Città: Milano


590 Messaggi

Inserito il - 31/01/2014 : 17:19:54  Mostra Profilo Invia a Jacopo un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
E' una perplessita' che avevo anch'io.
Quindi ho dimensionato con una certa abbondanza.
Le paratie sono in compensato di okume' da 20mm, bulloni in acciaio da 10 mm e rondelloni da 50 mm.
Devo ancora provarla con mare formato, ma in acqua poco mossa e con cinque persone a bordo non accenna neppure il piu' piccolo movimento.
Cio' mi lascia ben sperare.
Caso mai, dopo lo schianto, rinforzeremo il tutto !!!
Ciao
Jacopo
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Epar
Utente Medio

Prov.: Napoli
Città: San Giorgio a Cremano


46 Messaggi

Inserito il - 31/01/2014 : 22:40:24  Mostra Profilo Invia a Epar un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Lo sforzo di taglio, che appunto tende a a tagliare i perni sotto l'azione di slittamento di una paratia sull'altra, con 2 cm di legno per paratia e 4 perni di diametro da 1 cm credo si apposto.
La flessione, che tende a distanziare le due paratie con il risultato di strappare i perni dal loro alloggiamento, con 5 cm di rondella dovrebbe essere ok.
Tuttavia avrei garantito una drastica riduzione degli sforzi usando due longheroni, fissati nella parte inferiore di un dei due scafi e ed un'altra coppia nella parte superiore, da infilare in due scasse corrispondenti nell'altro scafo. Tale soluzione darebbe ottimi risultati anche per il momento torcente.

Modificato da - Epar in data 01/02/2014 08:47:50
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FABIOS
Utente Senior


Città: LUGANO


358 Messaggi

Inserito il - 01/02/2014 : 10:16:53  Mostra Profilo Invia a FABIOS un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Concordo in pieno con Epar con poco lavoro in più avresti eliminato il problema
addirittura io vedrei una giunzione con profili a t o a coda di rondine
cosi avresti potuto addirittura eliminare i bulloni e sostituirli con qualcuna delle tue famose legature...
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Jacopo
2014 Winner


Prov.: Milano
Città: Milano


590 Messaggi

Inserito il - 05/02/2014 : 12:01:27  Mostra Profilo Invia a Jacopo un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Ed eccola finalmente in acqua.
L'abbiamo varata all'idroscalo in occasione della manifestazione con i velisti senegalesi organizzata da Paolo, tenutasi nella primavera del 2012.
Armata, in via sperimentale, con una o due vele a chela di granchio, e' stata battezzata "Taurua".
E' un nome tradizionale polinesiano che e' il nome dato al pianeta Venere quando e' visibile prima del sorgere del sole.
E' un nome che viene dato tradizionalmente a molte fanciulle polinesiane.
Corrisponde al latino "Venus luciferina".

In quell'occasione abbiamo scoperto che la nostra interpretazione della vela a chela di granchio non era pratica nell'utilizzo: le modificheremo.
Abbiamo anche scoperto che il timone a pagaia sara' pure adatto a nerboruti Hawaiani, ma e' in grado di distruggere un europeo in circa un quarto d'ora: applicheremo un timone piu' adatto a noi.

Ciao a tutti


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Mario Falci
Moderatore


Prov.: Milano
Città: Milano


1559 Messaggi

Inserito il - 08/02/2014 : 21:17:03  Mostra Profilo Invia a Mario Falci un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
FABIOS ha scritto:

Concordo in pieno con Epar con poco lavoro in più avresti eliminato il problema
addirittura io vedrei una giunzione con profili a t o a coda di rondine
cosi avresti potuto addirittura eliminare i bulloni e sostituirli con qualcuna delle tue famose legature...


Il sistema che ha adottato Jacopo e che poi è quello più usato in assoluto quando si uniscono due scafi per farne uno solo più lungo, è quello più semplice. Infatti facendo quattro fori e resinando 4 bulloni, quattro rondelloni e quattro dadi ottieni una assoluta resistenza della parte. Anzi sostengo che strutturalmente quella parte è più resistente di altre zone incollate. La paratia è doppia in spessore e i bulloni che fanno pressione rendono unica la paratia stessa. Noterete che sul web parecchi esempi di canoe e barche smontabili hanno questo sistema. Gli altri suggerimenti saranno anche validi ma sicuramente più lunghi da realizzare.
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Epar
Utente Medio

Prov.: Napoli
Città: San Giorgio a Cremano


46 Messaggi

Inserito il - 09/02/2014 : 09:13:50  Mostra Profilo Invia a Epar un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Mario Falci ha scritto:
Il sistema ................ ottieni una assoluta resistenza ...........


Sono un novellino del settore e, come tale, poco indicato a dare consigli in merito; tuttavia, come geometra, nutro dubbi sulla "assoluta resistenza".
Restiamo, comunque, nel campo della teoria dal momento che non sono stati fatti, almeno da me, dei calcoli sugli sforzi.
Continuo ad ipotizzare che la cosa, così com'è, possa funzionare ed, in ogni caso, il risultato mi sembra una bella costruzione.
Il mio occhio da profano coglie delle somiglianze con la Chica e, se non vado errato, a differenza di quest'ultima il fondo piatto dovrebbe garantire un raggio di curvatura inferiore all'atto di girare una boa (o mi sbaglio?).
Tienici aggiornati sul come naviga questa tua ennesima bella realizzazione dal momento che l'idea di allungare la Chica è quella che mi piace di più, ma credo che un fondo piatto dia anche una migliore spinta al galleggiamento e, quindi, consenta una riduzione delle lunghezze dello scafo centrale e degli amas con conseguente riduzione anche del peso dell'intera costruzione.
B.V.
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Jacopo
2014 Winner


Prov.: Milano
Città: Milano


590 Messaggi

Inserito il - 09/02/2014 : 11:10:08  Mostra Profilo Invia a Jacopo un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Tema interessante questo che avete sollevato.
Premetto che la "assoluta resistenza", a mio parere, e' un desiderio utopico e non raggiungibile che aleggia sovente nel mondo della nuatica.
E', pero', del tutto giustificabile dato che tutti vorremmo essere ben sicuri che l'oggetto galleggiante al quale ci affidiamo non ci si distrugga sotto i piedi lasciandoci in balia dei marosi.
Ora, anche se l'assoluta resistenza non e' raggiungibile, ritengo che sia sufficente raggiungere una certa resistenza.
Purche' sia adatta agli scopi che ci prefiggiamo.
La giunzione a bulloni, come giustamente dice Mario, e' la piu' semplice da realizzare, ma come altrettanto giustamente dicono Ernesto e Fabio potrebbe non farcela.
Vorrei scindere l'analisi in due sezioni.
Esaminiamo gli sforzi ai quali dovra' resistere la giunzione della piroga.
Sotto l'azione delle onde abbiamo le due sezioni dello scafo che tendono ad alzarsi e ad abbassarsi, nonche' a flettersi lateralmente.
In sostanza lo scafo sara' sottoposto a sforzi di flessione sia verticali che laterali (i piu' intensi sono quelli verticali).
Cio' si traduce, sulla giunzione degli specchi, in sforzi di compressione (distribuiti) e di trazione (concentrati) che si dissipano sulla struttura e che questa deve reggere.
Da prove fatte, la struttura di Taurua, di cui dicevamo nei precedenti interventi, si e' dimostrata perfettamente in grado di sopportare tali sollecitazioni.
Ernesto e Fabio, pero', hanno posto sul tappeto un argomento piuttosto interessante: la sollecitazione a torsione.
I due semiscafi potrebbero essere sollecitati a ruotare uno in senso orario e l'altro in senso antiorario generando uno scorrimente rotatorio di uno specchio sull'altro e, quindi, uno sforzo di taglio sui bulloni.
Se cio' avvenisse, si otterrebbe il tritarsi del compensato ad opera dei bulloni con conseguente rapido deterioramento della struttura.
E' evidente che la soluzione da loro proposta, quella degli incastri, potrebbe risolvere la situazione.
Nel corso del progetto e della costruzione ho ritenuto, pero', che non fosse necessario e vediamo perche'.
Penso che lo sforzo a torsione sia minimo e che sia adeguatamente supportato: vediamo !
Penso che sia minimo perche' stiamo parlando di un poliscafo che risente dell'effetto sbandante del moto ondoso in misura molto piu' ridotta di quanto accada ai monoscafi: quindi gia' in partenza abbiamo una sollecitazione ridotta, ma pur sempre presente.
Poi abbiamo un bilancere collegato allo scafo centrale dalle traverse.
Analizzandone la funzione da un punto di vista meccanico, notiamo che il sistema bilancere-traverse si pone come un riduttore di coppia con un braccio particolarmente elevato. Offre, quindi, una resistenza al momento torcente elevatissima.
A questo punto bisogna fare si' che la giunzione tra i due scafi possa sopportare la coppia rimanente che, a questo punto, e' fortemente ridotta.
Ci sono due elementi che giocano a nostro favore.
Uno e' che i bulloni esercitano una forza di compressione tra i due specchi particolarmente elevata (parliamo di quasi una tonnellata-forza).
Questa forza genera un attrito tra i due specchi che si oppone fortemente alla torsione.
In piu', abbiamo applicato delle guarnizioni in para attorno ai fori dei bulloni.
Inizialmente li avevamo applicati per impedire l'ingresso dell'acqua dai fori, poi ci siamo accorti che queste guarnizioni moltiplicavano il coefficente di attrito tra gli specchi aumentando ulteriormente la resistenza.
Con questo non voglio dire di avere realizzato un carro armato di "assoluta resistenza", ma ritengo che la struttura realizzata sia correttamente dimensionata.
I collaudi in mare ci daranno, poi, torto o ragione: vedremo !

Scusate la lunghezza del mio intervento, ma una approfondita analisi meccanica non si puo' fare che due zucche ed un peperone !!!!!!
Grazie per lo spunto di estremo interesse.
Ciao a tutti.

Jacopo


Modificato da - Jacopo in data 09/02/2014 11:13:40
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luca10ft
Utente Senior


Città: riccione


767 Messaggi

Inserito il - 18/02/2014 : 07:42:55  Mostra Profilo Invia a luca10ft un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Anch’io credo che l’enorme attrito che si forma tra le due paratie serrate tra loro, opponga una più che sufficiente resistenza alle sollecitazioni da torsione.

Visto che Taurua sarà destinata anche all’uso marino dove, ahimè, le onde possono essere molto più cattive di quelle dell’idroscalo o delle acque protette di un lago, mi preoccuperei invece delle sollecitazioni che possono derivare dal beccheggio, specie quando lo scafo picchia sull’acqua ricadendo (spesso violentemente) nel cavo dell’onda successiva dopo essersi alzato sulla cresta dell’onda precedente.
Non si tratta di affrontare burrasche, ma ci si può trovare in queste situazioni semplicemente prendendo il largo dalla spiaggia dove l’onda (inizialmente lunga) frange per effetto dell’abbassamento del fondale.

http://www.youtube.com/watch?v=hJ4v9B8Hnf8 (v. in particolare i passaggi sullonda ai min. 1.03 e 2.01)

Picchiando sull’acqua, la zona prodiera subisce un colpo molto forte (come una trave a sbalzo improvvisamente caricata ortogonalmente alla sua estremità libera) che si scarica (a trazione) sui due bulloni inferiori che uniscono gli specchi (mentre la parte alta della giuntura lavorerà a compressione). Considerata la lunghezza della barca, ci sarà poi, immediatamente dopo, anche un contraccolpo sulla zona poppiera, che invertirà le sollecitazioni, ovvero i bulloni alti saranno soggetti a trazione mentre la parte bassa verà compressa.
Questo doppio colpo risulterà maggiore se prua e poppa saranno appesantite dai componenti dell’equipaggio seduti troppo alle estremità.

Difficilmente i bulloni si romperanno, come credo non usciranno dalle loro sedi (specie se c’è una grossa rondella che distribuisce bene il carico), però si potrebbero strappare le paratie nel punto di giunzione allo scafo, proprio perché sottoposte a forte sollecitazione in zone localizzate (prima sotto poi sopra).


Modificato da - luca10ft in data 18/02/2014 08:00:43
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FABIOS
Utente Senior


Città: LUGANO


358 Messaggi

Inserito il - 18/02/2014 : 12:40:11  Mostra Profilo Invia a FABIOS un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Luca ha espresso in modo più dettagliato lo stesso concetto da me accennato e poi non devi solo calcolare il carico di rottura ma tener presente che gli sforzi vengono ripetuti ad ogni onda quindi si ha un affaticamento della struttura stessa nei punti dove vengono concentrati i carichi
una provocazione e mettere una giunzione a fisarmonica con scorrimento verticale?
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Jacopo
2014 Winner


Prov.: Milano
Città: Milano


590 Messaggi

Inserito il - 18/02/2014 : 14:40:59  Mostra Profilo Invia a Jacopo un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
@ Luca
Sono del tutto d'accordo con la tua analisi.
Ritengo, ora, che l'attuale dimensionamento delle strutture sia in grado di reggere efficacemente.
Proveremo ad attraversare in velocita' delle belle scie di motoscafi per saggiarne dal vivo il comportamento.
Preparatevi a venire a salvarmi !!!!!

@ Fabio
Adoro le provocazioni !
E se, oltre allo scorrimento, implementassimo anche la possibilita' di flessione (sia in senso verticale che laterale) ?
Si potrebbero anche aggiungere una o due nuove sezioni con relative giunzioni flessibili.
Otterremmo un effetto "verme" che, adagiandosi sul movimento delle onde, annullerebbe quasi completamente gli sforzi dati dal moto ondoso come dicevamo prima.
Che ne dite ?
Credo che non lo abbia ancora pensato nessuno !
Ciao a tutti
Jacopo
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FABIOS
Utente Senior


Città: LUGANO


358 Messaggi

Inserito il - 18/02/2014 : 17:30:36  Mostra Profilo Invia a FABIOS un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Appunto un effetto a fisarmonica o se volete da autosnodato o da vagoni ferroviari ma messo in verticale
per me basta limitarsi al movimento verticale altrimenti diventa difficile mantenere una rotta rettilinea e si avrebbe un'andatura troppo "ubriaca"
probabilmente su un multiscafo un'idea del genere é difficilmente realizzabile forse bisognerebbe costruire uno scafo diviso in 3
parti col bilanciere della lunghezza dello scafo centrale
perö penso che un assecondamento dell'onda potrebbe dare anche un positivo effetto surf

Modificato da - FABIOS in data 19/02/2014 19:31:32
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Luigi
Utente Senior

Prov.: Milano
Città: Bussero


447 Messaggi

Inserito il - 23/02/2014 : 17:06:42  Mostra Profilo Invia a Luigi un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Ma voi pensate che di fronte ad onda formata Jacopo affronterebbe il mare?
Siamo persone sagge, quando le condizioni lo sconsigliano, noi diecipiedisti sappiamo dirottare in tempi brevissimi le nostre attenzioni verso architetture più squadrate al cui interno si celano misteri che meritano di essere studiati, si chiamano ristoranti, con le gambe sotto il tavolo facciamo interminabili gare di chiacchera, nell'attesa che le condizioini marine si calmino, e, se per fare che ciò avvenga, sarà necessario attendere molto, ci sacrifichiamo ed ordiniamo un'altra bottiglia.
Fidatevi, quella barca non navrà mai occasione di rompersi...
Ciao, Luigi.
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Mario Falci
Moderatore


Prov.: Milano
Città: Milano


1559 Messaggi

Inserito il - 24/02/2014 : 17:05:17  Mostra Profilo Invia a Mario Falci un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Non mi ero espresso bene. Intendevo dire che le paratie imbullonate, molto probabilmente, resisterebbero più di altre componenti della barca in una situazione di mare grosso e di onde che probabilmente il proa non affronterá mai.
Riguardo a parti flessibili e a fisarmonica va considerato il fatto che queste giunzioni sicuramente dissipano l'energia che le vele trasmettono alla barca e che queste sono soluzioni certe per fare andare una imbarcazione più lentamente.
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luca10ft
Utente Senior


Città: riccione


767 Messaggi

Inserito il - 24/02/2014 : 18:08:10  Mostra Profilo Invia a luca10ft un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Luigi ha scritto:

Ma voi pensate che di fronte ad onda formata Jacopo affronterebbe il mare?



Bè, sull’andar per mare ciascuno ha la sua filosofia, ed è giusto che sia così.
Pensa che qui, nei caldi giorni d’estate, quando verso metà pomeriggio la brezza di mare si fa sentire sul serio (15 nodi e oltre), le barche grosse rientrano in porto o ammainano la biancheria. Parallelamente si vedono uscire i bambini della scuola di vela, che ridono e si divertono a bordo dei loro minuscoli Optimist che compaiono e scompaiono tra onde come fossero sulle montagne russe.


Modificato da - luca10ft in data 24/02/2014 18:10:38
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