La giornata non promette niente di buono, il meteo è pessimo
e le condizioni, già dalla mattina, non lasciano presagire
nulla di buono.
In autostrada ricevo un SMS di Carlo con una foto del suo
parabrezza con nuvoloni neri e gocce di pioggia . Ho voglia
di desistere e soltanto l'impegno ormai preso mi fa
continuare.
Arrivato sul posto noto che già Aurelio sta armando.
Comincio a mettere tutti i pezzi del mio trimarano accanto a
quello di Paolo Lodigiani che mi sembra abbia qualche
problema.
E' la prima volta che monta da solo il trimarano costruito
da Casavecchia ed ha dei dubbi sui due scafetti che ha
sicuramente messo al contrario. Intanto in segreteria, dopo
l'iscrizione, ci danno un cestino con panini, acqua ed una
serie di gadget graditissimi: due portachiavi, una maglietta
ed un libro di Bernard Moitessier. Intanto Aurelio mi regala
la cima galleggiante e fosforescente obbligatoria per
regolamento.
La giornata è meno peggio di quello che si prevedeva. Ci
sono molte nuvole intorno, sulle montagne, ma il cielo sopra
il lago si sta aprendo. Noto alcune ochette che ne
increspano la superficie mentre la partenza viene data alle
12:15.
Paolo è in ritardo e parte sul filo dei cinque minuti. Poi
mi dirà che potrebbe essere un nuovo metodo di partenza
perché così facendo ne ha eseguita una ottima ed è tra i
primi. Infatti sul lato di bolina, verso nord il vento è di
10 nodi. Paolo prende la testa dell'intero gruppo costituito
da 29 equipaggi.
Davanti a me c'è Carlo che sta andando abbastanza bene e
accanto Aurelio. Arrivati all'isola di Trimelone il vento
gira e finisce del tutto. Io ne approfitto per mangiare i
panini in dotazione mentre il vento, in aumento, comincia a
spingere da poppa. Carlo lo sfrutta prima e mi distanzia
ulteriormente. Arrivati alla boa più a nord so che girando
la stessa, cambierà tutto e difatti sembra di essere in un
altro lago.
Improvvisamente il vento sembra più forte e la
superficie increspata frena le nostre prue. Il vento adesso
si attestata sui 15 nodi con punte di 17nodi e noto che
Carlo è in difficoltà e rallenta. Mi dirà dopo che la sua
vela, essendo grassa spinge di fianco e non in avanti.
Io al contrario mi sento sicuro e tranquillo con la muta
lunga e una maglia termica che mi difende dal freddo e
soprattutto vedo che la barca si comporta bene, vedo che la
randa, in alto scarica il forte vento e non sono neanche
tanto sbandato.
Adotto la tecnica dei moth che con il peso del corpo
obbligano a portare sopravento la randa. In questo modo la
vela è inclinata o al più perpendicolare rispetto il lago.
La risultante della spinta del vento non spinge in basso
l'ama.
Adesso sta anche piovendo ma poco importa perchè la barca
si comporta bene e aumenta in velocità. Supero Carlo e mi
appresto a girare la boa a sud sull'altra sponda del lago.
Adesso punto altre due barche: un laser ed una barca con due
membri di equipaggio.
So che il trimarano può dare il meglio di se con il vento
al traverso. Su questo bordo il vento scende sui 12 nodi per
poi diminuire ancora a cinque. La barca sembra volare e
supero le due imbarcazioni che erano davanti a me
lasciandoli indietro di almeno 300 m.
Arrivo secondo, Aurelio si ritira e terzo Carlo. Primo
Paolo. L'organizzazione della regata è stata ineccepibile,
considerando che sono tutti volontari. Ad ogni boa gli
organizzatori, su gommone, ci osservavano con un binocolo,
pronti ad intervenire. Le decisioni dell'organizzazione si
sono rivelate esatte e per fortuna il temporale previsto per
le 16.00 non si è fatto vedere.
Alla fine un bel rinfresco e la premiazione. Questo
appuntamento, grazie al vento sostenuto, è stato tra i più
interessanti della stagione.
Mario.
Grazie Mario, cronaca perfetta.
Aggiungo solo qualche riga riguardo i problemi che ho avuto, che mi
hanno portato a perdere una posizione, e grazie al cielo che Aurelio
si è ritirato, e che comunque non c'era più nessuno...
Tradotto: sono arrivato ultimo!
I problemi sono stati due, entrambi gravi.
La mia vela, molto grassa, dà buoni risultati fino a 12/13 nodi, poi
la spinta laterale diventa più importante, fino a diventare
insostenibile.
Il secondo problema è stato lo snuffer del gennaker, che si è
riempito d'acqua, ha appesantito la prua, ed è finito in acqua,
creando un enorme freno.
Un punto interrogativo metto sulle performances della carena di
Barlafus, ottima con venti leggeri, ma non so con venti sostenuti.
Insomma, come diceva Bartali: gli è tutto da rifare!
Carlo.
Risultati della giornata
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Fitzcarraldo
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