Brenzone (VR) 24/09/2017   di Mario Falci e Carlo Pelizzari
 

 

La giornata non promette niente di buono, il meteo è pessimo e le condizioni, già dalla mattina, non lasciano presagire nulla di buono.
In autostrada ricevo un SMS di Carlo con una foto del suo parabrezza con nuvoloni neri e gocce di pioggia . Ho voglia di desistere e soltanto l'impegno ormai preso mi fa continuare.

Arrivato sul posto noto che già Aurelio sta armando. Comincio a mettere tutti i pezzi del mio trimarano accanto a quello di Paolo Lodigiani che mi sembra abbia qualche problema.
E' la prima volta che monta da solo il trimarano costruito da Casavecchia ed ha dei dubbi sui due scafetti che ha sicuramente messo al contrario. Intanto in segreteria, dopo l'iscrizione, ci danno un cestino con panini, acqua ed una serie di gadget graditissimi: due portachiavi, una maglietta ed un libro di Bernard Moitessier. Intanto Aurelio mi regala la cima galleggiante e fosforescente obbligatoria per regolamento.

La giornata è meno peggio di quello che si prevedeva. Ci sono molte nuvole intorno, sulle montagne, ma il cielo sopra il lago si sta aprendo. Noto alcune ochette che ne increspano la superficie mentre la partenza viene data alle 12:15.
Paolo è in ritardo e parte sul filo dei cinque minuti. Poi mi dirà che potrebbe essere un nuovo metodo di partenza perché così facendo ne ha eseguita una ottima ed è tra i primi. Infatti sul lato di bolina, verso nord il vento è di 10 nodi. Paolo prende la testa dell'intero gruppo costituito da 29 equipaggi.
Davanti a me c'è Carlo che sta andando abbastanza bene e accanto Aurelio. Arrivati all'isola di Trimelone il vento gira e finisce del tutto. Io ne approfitto per mangiare i panini in dotazione mentre il vento, in aumento, comincia a spingere da poppa. Carlo lo sfrutta prima e mi distanzia ulteriormente. Arrivati alla boa più a nord so che girando la stessa, cambierà tutto e difatti sembra di essere in un altro lago.

 Improvvisamente il vento sembra più forte e la superficie increspata frena le nostre prue. Il vento adesso si attestata sui 15 nodi con punte di 17nodi e noto che Carlo è in difficoltà e rallenta. Mi dirà dopo che la sua vela, essendo grassa spinge di fianco e non in avanti.
Io al contrario mi sento sicuro e tranquillo con la muta lunga e una maglia termica che mi difende dal freddo e soprattutto vedo che la barca si comporta bene, vedo che la randa, in alto scarica il forte vento e non sono neanche tanto sbandato.
Adotto la tecnica dei moth che con il peso del corpo obbligano a portare sopravento la randa. In questo modo la vela è inclinata o al più perpendicolare rispetto il lago. La risultante della spinta del vento non spinge in basso l'ama.

Adesso sta anche piovendo ma poco importa perchè la barca si comporta bene e aumenta in velocità. Supero Carlo e mi appresto a girare la boa a sud sull'altra sponda del lago. Adesso punto altre due barche: un laser ed una barca con due membri di equipaggio.

So che il trimarano può dare il meglio di se con il vento al traverso. Su questo bordo il vento scende sui 12 nodi per poi diminuire ancora a cinque. La barca sembra volare e supero le due imbarcazioni che erano davanti a me lasciandoli indietro di almeno 300 m.
Arrivo secondo, Aurelio si ritira e terzo Carlo. Primo Paolo. L'organizzazione della regata è stata ineccepibile, considerando che sono tutti volontari. Ad ogni boa gli organizzatori, su gommone, ci osservavano con un binocolo, pronti ad intervenire. Le decisioni dell'organizzazione si sono rivelate esatte e per fortuna il temporale previsto per le 16.00 non si è fatto vedere.

Alla fine un bel rinfresco e la premiazione. Questo appuntamento, grazie al vento sostenuto, è stato tra i più interessanti della stagione.

Mario.


 

Grazie Mario, cronaca perfetta.
 

Aggiungo solo qualche riga riguardo i problemi che ho avuto, che mi hanno portato a perdere una posizione, e grazie al cielo che Aurelio si è ritirato, e che comunque non c'era più nessuno...
 
Tradotto: sono arrivato ultimo!
 
I problemi sono stati due, entrambi gravi.
 
La mia vela, molto grassa, dà buoni risultati fino a 12/13 nodi, poi la spinta laterale diventa più importante, fino a diventare insostenibile.
 
Il secondo problema è stato lo snuffer del gennaker, che si è riempito d'acqua, ha appesantito la prua, ed è finito in acqua, creando un enorme freno.
 
Un punto interrogativo metto sulle performances della carena di Barlafus, ottima con venti leggeri, ma non so con venti sostenuti.
 
Insomma, come diceva Bartali: gli è tutto da rifare!

Carlo.

Risultati della giornata

Galleria fotografica    foto dal sito Fitzcarraldo