Arrivo per ultimo,
cosa che succede spesso, siamo 7 barche, si decide di fare prima il
picnic e partire a stomaco pieno, mi sembra giusto.
Io e Carlo siamo gli
ultimi a scendere in acqua, uno tiene le barche, l’altro parcheggia il
carrellino, entriamo e subito ci incastriamo tra amas e scotte, vabbè,
arietta leggera, ne usciamo, il piano è fare tre prove, la prima da
Pella a Goozano, seconda da Gozzano a Orta e la terza da Orta a Pella,
pronti via, arrivati a s.Giulio andiamo a destra, ma noto dietro di me
la vela di Carlo troppo inclinata, colpo di fischietto, torniamo ad
aiutare.
Rimorchiato Carlo al
circolo velico di Pella, sempre gentilissimi e simpatici, riprendiamo il
cammino, lasciando il lettore col fiato sospeso…cosa è successo a Carlo?
Tenete il fiato sospeso, ve lo racconterà lui…
Ma tre dei nostri
sono andati a Gozzano, il vento sta calando, a fatica arriviamo a
Gozzano, ricompattiamo l’esercito e si opta per un’unica prova, Gozzano
Pella lasciando s.Giulio a sinistra.
Con arietta leggera,
siamo prima un plotone allineato, poi Massimo perde terreno, Riccardo
guadagna, Fabrizio, Cesare, Leonardo ed io ci giochiamo nel mezzo.
A 50 metri da Pella,
avevo già scritto l’ordine di arrivo, pensando di mettere primo
Riccardo, secondo a parimerito io e Fabrizio, affiancati da s. Giulio
senza differenza di velocità, terzo Cesare e quarto Leonardo, con
Massimo a chiudere al quinto posto.
Invece, poco prima
dell’arrivo, Cesare ci supera e accaparra il secondo posto, Fabrizio si
stacca e mi precede al terzo posto, io mi devo accontentare del quarto,
Leonardo del quinto e Massimo del sesto.
Complimenti a
Riccardo, porta la barca da vero fuoriclasse ed è un onore averlo tra
noi, grande piacere mi ha dato vedere Leonardo camminare bene, rimasto
sempre nel gruppo, peccato per Massimo, di solito brillante, ma una
prova tutta in poppa con ariette lo ha penalizzato.
Per fortuna avevo
premi per tutti, quindi tutti stanchi ma felici.
Ritorno quasi
accettabile con poca coda.
Seguirà racconto di
Carlo…ho sempre sentito dire che…quel che non c’è, non si rompe, eppure
la vita dimostra che, se c’era, non si sarebbe rotto.
Mistero…
Alla prossima, Luigi