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Catamarano treXL in cantiere

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URL Discussione: http://www.diecipiedi.it/forum/topic.asp?TOPIC_ID=485
Stampato il: 03/05/2024

Discussione:


Autore Discussione: lquaggi
Oggetto: Catamarano treXL in cantiere
Inserito il: 25/05/2014 09:08:08
Messaggio:

Come promesso, apro la nuova discussione dove porterò avanti la costruzione del mio primo catamarano.

Poiché ne sono comunque orgoglioso, allego qualche foto della mia canoa, così schiattate d'invidia...







Risposte:


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 25/05/2014 09:33:10
Messaggio:

Il nome scelto per ora è "Cat3XL". Cat ovviamente per Catamarano, 3XL è la mia taglia .

Allora, qui inizio a mostrare cosa intendo fare.
Poiché non voglio spendere un capitale (altrimenti la moglie chi la sente ), ho intenzione di utilizzare la vela latina della canoa (motivo per cui ho messo la foto).
E' una mia impressione che albero e vela nuovi vengano a costare più di tutto il resto autocostruito, o mi sbaglio?

Comunque, qui sotto si può vedere il prospetto che ho disegnato:



Ovviamente, l'albero e la vela sono quelli della canoa (5,2 mq).
Per il fissaggio della scassa ho già qualche soluzione in mente da valutare.

L'albero è nella posizione più arretrata indicata dal progetto del Triciclo.

La riga verticale blu indica il centro di deriva ed anche quasi esattamente il centro velico.

Il rettangolo tratteggiato verde è il range di posizioni della deriva, così come da progetto del Triciclo.

Così com'è, se non mi sbaglio, la barca è bilanciata, nè orziera, nè poggera.

Se mantengo la possibilità di spostare la deriva, posso renderla orziera o poggera, ed anche, se in futuro cambio alberatura (fiocco e randa), posso sempre avere un pò di regolazione.

Ho pensato di costruire i due scafi specificatamente per il catamarano, quindi togliere pozzetto e scassa dell'albero. Così sono più semplici ed anche un po' più leggeri.

Ho già delle domande per Jacopo e Carlo:

1) Dimensioni della deriva? Lunghezza, profondità e spessore?
2) Dimensioni del timone? Stessa cosa...
3) Lo specchio di poppa avrei intenzione di farlo largo 10 cm, così da utilizzare gli stessi agugliotti che ho usato nella canoa, che hanno una staffa da 7 cm. Cambia tanto?

Per ora è tutto, adesso mi metto a disegnare le sagome.


Autore Risposta: Jacopo
Inserita il: 25/05/2014 20:40:12
Messaggio:

Abbozziamo una risposta!
Derive: lunghezza di 25 cm, profondita' di 60 cm sotto il fondo, spessore tra 10 e i 20 mm.
Timoni: lunghezza di 20 cm, profondita' di 50 cm sotto il fondo, spessore tra 10 e i 20 mm.
Piu' o meno, circa, forse, misure di massima, press'a poco, quasi quasi, proviamo !!!!!!!!!!
Domanda N° 3. Risposta: cambia un sacco !!!!!
Gli scafi di triciclo presentano la poppa immersa: per cui e' tassativo chiuderli in modo assai stretto.
Altrimenti cominci a trascinare acqua come un rimorchiatore!
Guarda, piuttosto, le fotografie di Chica e utilizza dei triangoli di legno per creare la larghezza necessaria ad avvitare gli agugliotti solo dove necessario e, comunque, sopra la linea di galleggiamento.
Ciao, buon lavoro
Jacopo


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 25/05/2014 21:03:08
Messaggio:

Jacopo ha scritto:

Abbozziamo una risposta!
Derive: lunghezza di 25 cm, profondita' di 60 cm sotto il fondo, spessore tra 10 e i 20 mm.
Timoni: lunghezza di 20 cm, profondita' di 50 cm sotto il fondo, spessore tra 10 e i 20 mm.
Piu' o meno, circa, forse, misure di massima, press'a poco, quasi quasi, proviamo !!!!!!!!!!
Domanda N° 3. Risposta: cambia un sacco !!!!!
Gli scafi di triciclo presentano la poppa immersa: per cui e' tassativo chiuderli in modo assai stretto.
Altrimenti cominci a trascinare acqua come un rimorchiatore!
Guarda, piuttosto, le fotografie di Chica e utilizza dei triangoli di legno per creare la larghezza necessaria ad avvitare gli agugliotti solo dove necessario e, comunque, sopra la linea di galleggiamento.
Ciao, buon lavoro
Jacopo

OK, ricevuto.
- Derive e timoni in compensato da 12-15.
- Poppe strette (peccato, "poppe" di 4à misura mi piacevano di più ).

Altre domande:

1) - Le fiancate ed il fondo vanno bene in compensato da 4mm?
2) - La coperta, dovendoci camminare sopra, pensavo di farla in compensato da 6mm, aggiungendo delle false ordinate sotto ad intervalli regolari.
3) - Della vela latina vedo che non hai commentato, quindi presumo che tu pensi si possa provare. Tanto, comunque è a costo 0.


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 25/05/2014 21:08:01
Messaggio:

P.S - Il 29 giugno cerco di venire al raduno a Porto Ceresio, per conoscervi e per curiosare.


Autore Risposta: Jacopo
Inserita il: 26/05/2014 06:36:33
Messaggio:

Si puo' anche usare il compensato da 4 mm; certo che e' un po' leggero.
Se vuoi utilizzarlo, cura che sia di okume' che e' un po' piu' resistente del pioppo.
Aggiungi listelli di rinforzo all'interno di ogni spigolo e applica un paio di listelli longitudinali all'interno delle fiancate e del fondo.
Potresti usarlo anche per la coperta, a patto di appoggiarla su di una fitta rete di bagli che la sostengano: direi uno ogni 20 cm circa.
Per stare piu' tranquilli penserei a un compensato di okume' da 5 mm per fianchi, fondo e coperta.
Qualche listello, comunque, lo vedrei bene anche in questo caso.
La vela latina non e' un gran che come rendimento.
In ogni caso, essendo a costo zero, non la si puo' non provare !
Ciao, a presto
Jacopo


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 26/05/2014 22:01:06
Messaggio:

Domenica ho tagliato le sagome delle fiancate, stasera quella della coperta:





La poppa l'ho modificata facendola larga 10 cm per gli agugliotti del timone. Seguo comunque il consiglio di Jacopo, terminando l'allargamento a 20 cm dal fondo, cosicché l'opera viva sia comunque sottile.

Adesso portate pazienza, ma ho un'altra domanda (la prima volta che vengo a trovarvi vi porto un paio di bottiglie di Cabernet, ottimo vino delle nostre parti).

1) - Avrei pensato di mettere le ruote al catamarano. Ho studiato un sistema semplice per metterle e toglierle. Quando è in acqua, resterebbero i tubi, 2 per scavo, a prua e a poppa, che attraversano lo scafo con diametro interno di 20 mm. Questi fori genererebbero tanto disturbo?


Autore Risposta: luca10ft
Inserita il: 27/05/2014 07:48:31
Messaggio:

Io eviterei di inserire nello scafo l’asse delle ruote (peraltro di dubbia utilità rispetto al tradizionale carrellino), che sicuramente agirà da freno, creando turbolenze e resistenze.

Altra semplificazione (e vantaggi) la otterresti eliminando le derive.
È una soluzione poco condivisa su questo forum, ma se non hai esigenze corsaiole (dove non potrai comunque mai competere con chi pesa 60-70 Kg, specie con le ariette che spesso caratterizzano i raduni di classe), credo che sarebbe ben praticabile.
Se non ho capito male stai utilizzando il progetto da cui nacquero Tripée (versione trimarano) e Bipée (versione catamarano) di Capelizzari, che si era anche dichiarato disponibile a fare delle prove di navigazione con Bipée senza derive.
v. questa discussione http://www.diecipiedi.it/forum/topic.asp?TOPIC_ID=454

Con il tuo peso (e relativo pescaggio) non credo avresti problemi di scarroccio, ma forse di manovrabilità stante l’opinione diffusa secondo cui la presenza delle derive aiuterebbe la virata.
Mancano però ancora attendibili riscontri pratici a questa teoria che, secondo me, non è tanto legata alla presenza delle derive indipendentemente dal resto, ma, innanzi tutto, alla forma dello scafo (opera viva).
Forse non è un caso che tutti i piccoli catamarani in commercio sono privi di derive
v. http://www.diecipiedi.it/forum/topic.asp?TOPIC_ID=379 (per i 3 metri)
v. anche il Nacra 350 http://www.nacra.com.au/fun/nacra-350

Questi sono i miei suggerimenti, ovviamente poi deciderai tu.
Ciao




Autore Risposta: Jacopo
Inserita il: 27/05/2014 17:13:31
Messaggio:

@ Leonardo: lascia stare i buchi negli scafi: ti complichi la vita e peggiori la barca !
Un bel carrellino e' abbastanza semplice da costruire ed ancor piu' semplice da utilizzare.
Ti ci vedi, con lo scafo ormai a mollo, a dover armeggiare sott'acqua per togliere o, peggio, rimettere le rotelline, gli assi ed i bulloni ?
Che vitaccia !
Col carrellino, una volta varata la barca, lo sfili di sotto ed hai finito di penare.

@ Luca: "Chica de las olas" vince a Dervio senza derive e con una vela da 6.5 m2 realizzata in telone agricolo !!!!!
Pero', come dice mio nipote, "Chica e' Chica"!
Triciclo, invece, non permette una facile gestione senza derive.
Si tratta di uno scafo a fondo piatto.
E' vero che gli spigoli sono piuttosto pronunciati, ma il rendimento in bolina sarebbe comunque scarso.
Per farci una passeggiata fuori della spiaggia, ci si puo' accontentare, ma in regata vuole dire passare dal primo al penultimo posto (c'e' sempre qualcuno peggio di te!).

Ciao a tutti
Jacopo


Autore Risposta: renzo
Inserita il: 27/05/2014 17:22:20
Messaggio:

Jacopo ha scritto:
... ma in regata vuole dire passare dal primo al penultimo posto (c'e' sempre qualcuno peggio di te!).
Ciao a tutti
Jacopo


Che simpatico che sei
Oggi rivedendo le numerose barche di Carlo, sono andato in confusione,
Tripee, bipee, sorci verdi, adesso Triciclo ma scopro che il triciclo non esiste nell'elenco dei numeri velici...
Ciao,
Renzo.


Autore Risposta: Jacopo
Inserita il: 27/05/2014 18:07:14
Messaggio:

Triciclo e' il nome del modello di cui Carlo ha costruito le sue varie barche.
Per ora solo catamarani e trimarani: attendiamo con fiducia un bel pentamarano !!!
Ciao Renzo, ci vediamo a Viverone.
Jacopo


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 27/05/2014 20:39:18
Messaggio:

Jacopo ha scritto:

Triciclo e' il nome del modello di cui Carlo ha costruito le sue varie barche.
Per ora solo catamarani e trimarani: attendiamo con fiducia un bel pentamarano !!!
Ciao Renzo, ci vediamo a Viverone.
Jacopo



Quando avrò finito il mio, unendo il Tripée, il Bipée, e il Cat3XL, si otterrebbe un ettamarano, non male.

Le ruote le avevo pensate bene, senza bulloni, con fissaggio a ribalta. Resta però il fatto che non mi lasciate fare i buchi sotto la linea di galleggiamento. Pazienza.

Domanda per il progettista:
La deriva regolabile si può fare a meno (scasso più piccolo e non servono gli spessori)? Se si, qual'è la posizione migliore, contando che dopo il test con la vela latina, quasi sicuramente metterò randa e fiocco?


Autore Risposta: Jacopo
Inserita il: 27/05/2014 21:00:55
Messaggio:

Mo' te la sei cercata !!!!!
A mio avviso, e non tutti sono d'accordo sulle proporzioni, devi posizionare la deriva per ottenere la proiezione del centro di deriva corrispondente al 7/8 % della lunghezza al galleggiamento piu' avanti della proiezione del centro velico dinamico, che non e' quello geometrico.
Risultato: o disponi di una galleria del vento, trovi il centro dinamico di spinta e posizioni la deriva, sempre pronto naturalmente a rifare la barca ad ogni cambio di vela, oppure ....... vai a naso.
Concludendo: fai la cassa di deriva allungata, credimi !

Nel mio primo trimarano (Lil Rahab Al Fatah) ho piazzato una cassa di deriva lunga 50cm per inserirvi una deriva lunga 20cm.
Nei 30cm rimanenti ho piazzato due tavolette, lunghe ciascuna 15cm, da posizionarsi davanti o dietro alla deriva stessa.
Ottenevo, cosi', tre posizioni differenti che sono risultate utilissime per le mille prove che ho fatto.
Una di queste tavolette era opportunamente sagomata per essere utilizzata come pagaia ad una mano sola (due piccioni con una fava).

Non solo: ho anche costruito la scassa dell'albero piu' lunga del necessario in modo da poter spostare ed inclinare l'albero a mio piacimento semplicemente inserendovi degli spessori.
Risultato: non ho mai avuto la minima difficolta' a centrare la barca.

Considerazione finale: la scienza e le tecnologie sono affascinanti, ma la praticita' e' impagabile.
Ciao, a presto
Jacopo


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 27/05/2014 21:23:28
Messaggio:

Jacopo ha scritto:
Considerazione finale: la scienza e le tecnologie sono affascinanti, ma la praticita' e' impagabile.
Ciao, a presto
Jacopo


Capito, devo seguire il progetto come un oracolo (speravo io di scantonare) .

Comunque, se riesco a venire il 29 Giugno a Porto Ceresio, mi armo di fotocamera e fotografo tutto quello che riesco. Poi copio alla grande.

Le due traverse ho pensato di farle in legno (meglio pieno o compensato?) di sezione 200mm x 20mm (dovrebbero tenere il mio peso...), con un rinforzo centrale su quella anteriore per il fissaggio della scassa dell'albero.
In questo modo, posso anche spostarlo avanti o indietro di quasi 10cm, ed inclinarlo con dei spessori.
Questa è la scassa che utilizzerò, smontandola dalla canoa.


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 27/05/2014 22:04:10
Messaggio:

Da questo istante, grazie a Renzo, si vede il mio bel faccione da Polenta e Baccalà!


Autore Risposta: luca10ft
Inserita il: 28/05/2014 06:08:49
Messaggio:

Jacopo ha scritto:

@ Luca: "Chica de las olas" vince a Dervio senza derive e con una vela da 6.5 m2 realizzata in telone agricolo !!!!!
Pero', come dice mio nipote, "Chica e' Chica"!
Triciclo, invece, non permette una facile gestione senza derive.
Si tratta di uno scafo a fondo piatto.
E' vero che gli spigoli sono piuttosto pronunciati, ma il rendimento in bolina sarebbe comunque scarso.
Per farci una passeggiata fuori della spiaggia, ci si puo' accontentare, ma in regata vuole dire passare dal primo al penultimo posto (c'e' sempre qualcuno peggio di te!).



Ciao Jacopo
quindi sono stati poi fatti i test di Bipée senza derive?
Devono essermi sfuggiti oppure Capellizzari non ne ha parlato.
Comunque tra poco vedremo come andrà il Gorillino munito di skeg.
Il velaio mi ha promesso che entro la prossima settimana avrò la randa


Autore Risposta: capelizzari
Inserita il: 28/05/2014 06:41:34
Messaggio:

Caspita quanto produce questo thread: ti distrai un attimo e ti trovi paginate di roba.
Dico la mia, che non è molto diversa da quella di Jacopo:
Derive e timoni di Bipée:
Deriva: 230x27x600 profilo NACA 0012
Timone: 200x20x400 NACA 0010
Ho però l'impressione che potrebbero essere più piccoli, sia i timoni che le derive, ma non ho voglia di provare.

Senza deriva: sono un po' più ottimista di Jacopo. Ho però fatto solo qualche prova a Porto Ceresio con vento leggero e non sono quindi certo in assoluto. Comunque la barca andava bene, scarrocciava solo un poco di più, e virava senza problemi. Però attenzione, la prova è stata fatta con un a sola vela, se cambi armo cambia la centratura e devi poterla ritrovare senno addio bisi!
Il consiglio è quindi quello di Jacopo: derive sì, e casse di deriva lunghe. Poi, una volta che avrai trovato il tuo armo ideale e la centratura perfetta, potrai anche tapparle per evitare riflussi e gorgoglii...

Lascia perdere le rotelline e fa' un carrellino!

Quanto alle traverse, penso che uno spessore di 20 mm sia assolutamente insufficiente. Oltre a tutto quella anteriore deve essere molto rigida, soprattutto se farai l'albero insartiato.
La mia, come puoi vedere è fatta con un profilato di alluminio per pareti mobili, da 70x70, ed è abbastanza rigida, ma un pochino flette comunque, e pesa 3.1 kg.
Se la facessi di legno 70x70x2000, saresti sui 5kg. Potresti anche farla da 100x50, di taglio, più o meno con lo stesso peso. Oppure puoi pensare ad una struttura a capriata che potrebbe venire più leggera, se ben calcolata. Per quella posteriore basta meno, sempre comunque tenendo conto che deve reggere il trampolino caricato col tuo dolce peso.

Spessori del compensato. I miei scafi sono fatti con okumè da 4 mm, anche in coperta. Con qualche rinforzo te la cavi. Tieni presente che in coperta non ci ballerai! Considera soprattutto i rinforzi per gli attacchi delle traverse: io metterei delle paratie sotto che distribuiscano gli sforzi su tutta la struttura, e una bella tavoletta da 20 sotto la coperta. Non serve di più.

Per variare l'inclinazione dell'abero, sempre nell'ottica della ricerca della centratura, puoi fare come dice Jacopo oppure come ho fatto io, e come fanno più o meno tutti i catamarani, con l'albero puntato sulla traversa con un perno, e strallato e insartiato.

M'avevi chiesto i pesi di Bipée. Eccoli:
Scafi 16 kg ciascuno
Traversa ant. 3.1 kg
Traversa post+ trampolino 3.5 kg
deriva 2 kg ciascuna
timoneria completa 5.3 kg
albero 7kg
boma 3.3 kg
bompresso 1 kg
Ovviamente tutto è riducibile usando materiali più sofisticati (carbonio)ma con costi molto più alti e lavorazioni più lunghe.

Ah, dimenticavo: splendidi quei manovellismi sulla tua canoa, e quelle ruote dentate di legno poi! Complimenti!
Ciao


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 28/05/2014 07:13:57
Messaggio:

Rispondo e chiedo a Carlo:
i 600mm e i 400mm della deriva e del timone sono sotto la linea dello scafo, vero? Quindi devo aggiungerci 500mm per arrivare sulla coperta. Giusto?

Per fortuna sono anche aeromodellista, so cos'è il Naca.


Autore Risposta: capelizzari
Inserita il: 28/05/2014 07:27:26
Messaggio:

lquaggi ha scritto:

Rispondo e chiedo a Carlo:
i 600mm e i 400mm della deriva e del timone sono sotto la linea dello scafo, vero? Quindi devo aggiungerci 500mm per arrivare sulla coperta. Giusto?

Per fortuna sono anche aeromodellista, so cos'è il Naca.

corretto!


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 28/05/2014 08:21:41
Messaggio:

Ieri sera ho raccontato a mia moglie quanto impegno ci mettete ad aiutarmi nei miei primi passi sulla costruzione del Catamarano.

Le ho detto: Manca poco che una sera me li trovi in garage ad aiutarmi!

Grazie a tutti.


Autore Risposta: FABIOS
Inserita il: 28/05/2014 17:23:30
Messaggio:

Jacopo ha scritto:

@ Leonardo: lascia stare i buchi negli scafi: ti complichi la vita e peggiori la barca !
Un bel carrellino e' abbastanza semplice da costruire ed ancor piu' semplice da utilizzare.
Ti ci vedi, con lo scafo ormai a mollo, a dover armeggiare sott'acqua per togliere o, peggio, rimettere le rotelline, gli assi ed i bulloni ?
Che vitaccia !
Col carrellino, una volta varata la barca, lo sfili di sotto ed hai finito di penare.

@ Luca: "Chica de las olas" vince a Dervio senza derive e con una vela da 6.5 m2 realizzata in telone agricolo !!!!!
Pero', come dice mio nipote, "Chica e' Chica"!
Triciclo, invece, non permette una facile gestione senza derive.
Si tratta di uno scafo a fondo piatto.
E' vero che gli spigoli sono piuttosto pronunciati, ma il rendimento in bolina sarebbe comunque scarso.
Per farci una passeggiata fuori della spiaggia, ci si puo' accontentare, ma in regata vuole dire passare dal primo al penultimo posto (c'e' sempre qualcuno peggio di te!).

Ciao a tutti
Jacopo

Complimenti per la vittoria
dici che a Viverone ci sono solo "ariette" in questa stagione?


Autore Risposta: Jacopo
Inserita il: 28/05/2014 17:30:13
Messaggio:

Di solito, ci sono solo venticelli deboli e, per giunta, incostanti e variabili.
E' il posto ideale per il primo varo di un prototipo: non corri nessun rischio.
Quest'anno sembra che potremo contare su qualche bel temporale !!!
Spero di reincontrarti.
Ciao
Jacopo


Autore Risposta: capelizzari
Inserita il: 28/05/2014 17:58:51
Messaggio:

Jacopo ha scritto:

@ Luca: "Chica de las olas" vince a Dervio senza derive e con una vela da 6.5 m2 realizzata in telone agricolo !!!!!
Pero', come dice mio nipote, "Chica e' Chica"!

Ciao a tutti
Jacopo


Sai Jacopo, mi viene da citare Luigi:
" Jacopo, su una chiatta fluviale carica di sabbia, con un fazzoletto per vela, vincerebbe lo stesso...!"
non voglio con questo diminuire le tue capacità di progettista, ma il manico fa, eccome!
"Jacopo è Jacopo"
Ciao


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 28/05/2014 18:46:14
Messaggio:

Stasera ho ordinato il legno per i timoni e le derive. Comincio da quelli, che sono i più difficili da fare, secondo me, contando la forma a profilo alare.


Autore Risposta: Luigi
Inserita il: 28/05/2014 21:10:03
Messaggio:

Ciao Leonardo, lascio ai teorici la gioia di istruirti e consigliarti circa il progetto, a me, da meccanico, intriga quel dettaglio di cremagliera in legno sulla canoa...cos'è ? La barra del timone? Perchè gli ingranaggi? Bellissima realizzazione (la cremagliera), fatta da te o acquistata?
Per il resto ti aspetto in acqua appena sei pronto, più siamo più ci divertiamo.
A presto, spero, Luigi.


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 28/05/2014 21:45:00
Messaggio:

Luigi ha scritto:

Ciao Leonardo, lascio ai teorici la gioia di istruirti e consigliarti circa il progetto, a me, da meccanico, intriga quel dettaglio di cremagliera in legno sulla canoa...cos'è ? La barra del timone? Perchè gli ingranaggi? Bellissima realizzazione (la cremagliera), fatta da te o acquistata?
Per il resto ti aspetto in acqua appena sei pronto, più siamo più ci divertiamo.
A presto, spero, Luigi.


Poiché sulla canoa non c'è posto per una barra del timone lunga, ho costruito una riduzione ad ingranaggi (quelli in alluminio con cinghia dentata) e barra del timone cortissima che, tramite i due ingranaggi, muove tutto il meccanismo.
- Il pignone, la ruota in alluminio e la cinghia dentata li ho acquistati.
- Gli ingranaggi in legno li ho costruiti disegnandoli grazie ad un ottimo programma scaricato da internet (costa poco...) su http://woodgears.ca , bellissimo sito per lavori meccanici in legno!.
- La struttura di supporto in alluminio è anch'essa completamente autocostruita (come quella del timone che, se si guarda bene, è anche sganciabile e sollevabile).

In realtà devo ancora collaudare questo sistema, ma sono sicuro al 99% che funzioni molto meglio di quello di prima, cioé questo:



che con un pò di vento forte slittava e si smollava.


Autore Risposta: luca10ft
Inserita il: 29/05/2014 06:35:20
Messaggio:

capelizzari ha scritto:

.... ma il manico fa, eccome!




Perfettamente d’accordo.
A mio parere il “manico” incide su un buon 40-45% del risultato.
Altro 40-45% lo darei alla barca nel suo complesso (quindi incluso il piano velico).
Le restanti quote percentuali le lascerei al caso, alla fortuna/sfortuna e alle circostanze.


Autore Risposta: Luigi
Inserita il: 30/05/2014 22:00:17
Messaggio:

OK, tutto chiaro.
Woodgear è una miniera.
Ti aspetto per iscriverti, guarda che la polo sociale più grande che ho è XXL, dici che non basta?


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 30/05/2014 22:06:14
Messaggio:

Luigi ha scritto:

OK, tutto chiaro.
Woodgear è una miniera.
Ti aspetto per iscriverti, guarda che la polo sociale più grande che ho è XXL, dici che non basta?


Mi spiace, non basta.


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 31/05/2014 00:04:03
Messaggio:

In questi giorni ho valutato i vari suggerimenti e pensato alle varie soluzioni costruttive.
Avevo pensato di economizzare usando compensato di pioppo, ma è tenero, quindi diventa obbligatorio rivestirlo di fibra e resina, che costa parecchio. A spanne, usare compensato marino verniciato con flatting, ho rigidità, robustezza, e spendo meno.

Materiale per lo scafo:
- Fondo e Coperta: Compensato marino 6 mm.
- Fianchi: Compensato marino 4 mm.
- Listelli: 15 x 15 mm. Quale legno è meglio usare?
- Paratie e bagli: Compensato di pioppo 10 mm e 6 mm.
- Rinforzi vari: Compensato marino.
- Derive e Timoni: Legno duro (più facile da sagomare del compensato).
- Collante: Poliuretanico (Resina e Fibra nei punti nevralgici).

Traverse:
- Tubolari alluminio 60/70 mm spessore 2mm
Ho pensato di usare due tubolari per la traversa anteriore, uniti fra di loro con un tubo rettangolare, sul quale fissare la scassa dell'albero.



In questo modo, se serve posso spostare l'albero solo facendo dei buchi nuovi sul tubo rettangolare, oppure addirittura sostituirlo con uno più lungo per guadagnare qualcosa.

Quindi le domande:
1) - Legno miglore per i listelli.
2) - Opinione sulla struttura dello scafo.
3) - Opinione sul progetto delle traverse.
4) - Per Carlo.... Quanto è largo il tuo Bibéè???

Buonanotte a tutti.


Autore Risposta: capelizzari
Inserita il: 31/05/2014 07:41:18
Messaggio:

lquaggi ha scritto:



Quindi le domande:
1) - Legno miglore per i listelli.
2) - Opinione sulla struttura dello scafo.
3) - Opinione sul progetto delle traverse.
4) - Per Carlo.... Quanto è largo il tuo Bibéè???

Buonanotte a tutti.

Buon giorno!
Ma tu alle 4 del mattino auguri la buona notte? Per me è quasi l'ora di alzarmi! Sei al punto di passare la notti insonni pensando alla barca???

Dunque, Bipée è largo 2 mt fuori tutto. Le traverse sono sono circa 180 cm. Secondo me potrebbe tranquillamente essere un pochino più stretto, sui 180 cm, con qualche vantaggio di manovrabilità. Magari una volta o l'altra proverò.

Ho dei dubbi sull'uso della poliuretanica come colla principale, dipende dal tipo di costruzione: se fai cuci-incolla, senza listelli di rinforzo, allora non va bene perchè devi fare dei cordoli: l'epossidica è obbligatoria. Se invece metti i listelli, la PU va benissimo: io la uso da anni e concordo sui tuoi test.

Le traverse vanno senz'altro bene, soprattutto pensando ad un cambio d'armo. Io avevo pensato ad una cosa del genere proprio per avere agio sulla posizione dell'albero. Poi mi sono arrischiato con la struttura più semplice, ma fissa, ed è andata bene, almeno con la vela che sto usando.
Dovessi cambiare armo, per esempio mettendo randa e fiocco, chissà? Anche questa è una prova che vorrei fare, così terrei impegnato il mio nipotino come prodiere.

Per le derive e i timoni, io ho usato indifferentemente compensato marino e abete (per non parlare del carbonio su anima di polistirene estruso)
Io trovo più vantaggioso il CM, per via della stabilità e anche perché i vari strati danno un'indicazione precisa del procedere della piallatura. Ti fanno righe, dritte e parallele se pialli bene, storte e irregolari se pialli male.
Poi si può usare di tutto, o quasi...Mogano, teak, rovere americano (tutti un po' pesanti) pino di svezia (un po' troppo nervato), obeche (stabile e leggero, un po' troppo morbido). Tutti rigorosamente scelti senza nodi!
No il Larice, si svergola anche dopo anni!
Ciao, buona giornata


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 31/05/2014 07:45:13
Messaggio:

capelizzari ha scritto:
Buon giorno!
Ma tu alle 4 del mattino auguri la buona notte? Per me è quasi l'ora di alzarmi! Sei al punto di passare la notti insonni pensando alla barca???

Hai letto male, erano 4 minuti dopo mezzanotte.

Uso listelli, quindi poliuretanica. Per derive e timoni pensavo rovere (è pesante, ma così abbassa il centro di gravità, no?)

E i listelli, di che legno?

Le traverse bastano da 60 mm, contando che davanti ne metto 2?


Autore Risposta: capelizzari
Inserita il: 02/06/2014 01:54:41
Messaggio:

lquaggi ha scritto:

capelizzari ha scritto:
Buon giorno!
Ma tu alle 4 del mattino auguri la buona notte? Per me è quasi l'ora di alzarmi! Sei al punto di passare la notti insonni pensando alla barca???

Hai letto male, erano 4 minuti dopo mezzanotte.

Uso listelli, quindi poliuretanica. Per derive e timoni pensavo rovere (è pesante, ma così abbassa il centro di gravità, no?)

E i listelli, di che legno?

Le traverse bastano da 60 mm, contando che davanti ne metto 2?


Dopo la regata peggiore della mia carriera , sono io che non riesco a dormire, e quindi eccomi qua.

Baricentro più basso??? di un millimetro, forse!

Listelli, di qualsiasi legno tu abbia in casa: abete, ramin, obeche, pino, va tutto bene.

Per le traverse, credo proprio che da 60x60 vadano bene, mi sembrano fin troppo, ma considerando che stai facendo un 3XL ci sta.

Adesso riprovo ad andare a letto. Buona notte


Autore Risposta: FABIOS
Inserita il: 02/06/2014 17:55:45
Messaggio:

capelizzari ha scritto:

lquaggi ha scritto:

capelizzari ha scritto:
Buon giorno!
Ma tu alle 4 del mattino auguri la buona notte? Per me è quasi l'ora di alzarmi! Sei al punto di passare la notti insonni pensando alla barca???

Hai letto male, erano 4 minuti dopo mezzanotte.

Uso listelli, quindi poliuretanica. Per derive e timoni pensavo rovere (è pesante, ma così abbassa il centro di gravità, no?)

E i listelli, di che legno?

Le traverse bastano da 60 mm, contando che davanti ne metto 2?


Dopo la regata peggiore della mia carriera , sono io che non riesco a dormire, e quindi eccomi qua.

Baricentro più basso??? di un millimetro, forse!

Listelli, di qualsiasi legno tu abbia in casa: abete, ramin, obeche, pino, va tutto bene.

Per le traverse, credo proprio che da 60x60 vadano bene, mi sembrano fin troppo, ma considerando che stai facendo un 3XL ci sta.

Adesso riprovo ad andare a letto. Buona notte



coraggio con un cat in due con brezza poca e ballerina non si puo pretendere


Autore Risposta: capelizzari
Inserita il: 02/06/2014 21:51:27
Messaggio:

E una vela piatta, da vento forte... Comunque la peggiore in assoluto, ma non demordo. Sto pensando a Venezia!


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 02/06/2014 22:09:02
Messaggio:

La mia canoa non è molto in regola per partecipare, immagino. Peccato, altrimenti nessuno di voi arriverebbe ultimo.


Autore Risposta: Jacopo
Inserita il: 03/06/2014 07:48:13
Messaggio:

La tua canoa e' perfettamente in regola per la Velalonga.
Ci vediamo li' ?
Ciao
Jacopo


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 03/06/2014 08:11:34
Messaggio:

Jacopo ha scritto:

La tua canoa e' perfettamente in regola per la Velalonga.
Ci vediamo li' ?
Ciao
Jacopo


Sono a Torbole per il corso di vela, già prenotato e già pagato.


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 03/06/2014 13:58:04
Messaggio:

Domanda per Jacopo:

Per proteggere il fondo degli scafi quando la barca striscia a terra o sulla battigia, ho pensato di incollare una chiglia esterna (Es. Listello 15*15mm), da prua a poppa, interrompendola ovviamente dove escono le derive...

Si può fare?


Autore Risposta: Jacopo
Inserita il: 03/06/2014 16:49:07
Messaggio:

lquaggi ha scritto:

Domanda per Jacopo:

Per proteggere il fondo degli scafi quando la barca striscia a terra o sulla battigia, ho pensato di incollare una chiglia esterna (Es. Listello 15*15mm), da prua a poppa, interrompendola ovviamente dove escono le derive...

Si può fare?



Certo !
Buon lavoro
Jacopo


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 03/06/2014 16:52:50
Messaggio:

Jacopo ha scritto:

lquaggi ha scritto:

Domanda per Jacopo:

Per proteggere il fondo degli scafi quando la barca striscia a terra o sulla battigia, ho pensato di incollare una chiglia esterna (Es. Listello 15*15mm), da prua a poppa, interrompendola ovviamente dove escono le derive...

Si può fare?


Certo !
Buon lavoro
Jacopo



Finalmente una modifica me la passa.


Autore Risposta: luca10ft
Inserita il: 04/06/2014 06:44:10
Messaggio:

lquaggi ha scritto:

Domanda per Jacopo:

Per proteggere il fondo degli scafi quando la barca striscia a terra o sulla battigia, ho pensato di incollare una chiglia esterna (Es. Listello 15*15mm), da prua a poppa, interrompendola ovviamente dove escono le derive...

Si può fare?




Un buon progetto è dato dalla capacità di armonizzare le varie componenti di una barca che si influiscono (e interferiscono) a vicenda, evitando così anche sovra e sotto dimensionamenti (inutili e, a volte, controproducenti, i primi; pericolosi i secondi).

Sicuramente quella chiglietta assolverà all’uso che hai in mente (staccare lo scafo dal terreno proteggendolo da graffi e altri danneggiamenti).

Potrebbe però avere anche altri riflessi (positivi o negativi)… meno terrestri e più marini?

Forse si.

Ad esempio quello di integrare il piano di deriva.

Se con un vento apparente di 8 nodi fai una velocità di 3 nodi sfruttando il massimo piano velico di classe (8 mq), ti servirà, di norma, una superficie di deriva di 0,25 mq.

v. formula generale in questa discussione
http://www.diecipiedi.it/forum/topic.asp?TOPIC_ID=451&whichpage=2

La tua chiglietta profonda 1,5 cm svilupperà una superficie di 0,045 mq. ossia quasi un quinto (20%) della superficie di deriva necessaria (che si aggiunge alla superficie immersa degli scafi, alle derive vere e proprie e, per qualcuno, anche alla superficie dei timoni).
Sicuramente sarà meno efficiente della stessa superficie orientata in senso opposto (cioè larga 1,5 cm e profonda 3 mt), ma ciò non mette in discussione il dato ottenuto dalla formula generale (con una deriva stretta e profonda otterrai lo stesso risultato antiscarroccio con meno superficie).

Se invece di 3 nodi ne fai 4, allora la superficie di deriva necessaria si riduce a 0,14 mq e la tua chiglietta ne costituirà addirittura un terzo (33%).

Questo per quanto riguarda il problema dello scarroccio.

Ci sarebbe poi la questione manovrabilità.

Ma qui mi fermo anche perché la domanda era rivolta al Jacopo



Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 04/06/2014 07:15:22
Messaggio:

luca10ft ha scritto:
.....
Ci sarebbe poi la questione manovrabilità.

Ma qui mi fermo anche perché la domanda era rivolta al Jacopo


Vero che era rivolta a Jacopo, in quanto progettista dello scafo, ma ogni intervento, per un profano come me, è sempre il benvenuto.


Autore Risposta: luca10ft
Inserita il: 04/06/2014 18:12:30
Messaggio:

Beh! Si, la mia era solo una battuta per evitare (prigramente ) un argomento assai complesso (e anche un po' noioso), di cui si è già discusso parecchio ma che sconta ancora molte incertezze (sul piano teorico).

Comunque se intanto vuoi iniziare ad approfondire, dai un’occhiata a questa discussione dove si propone un approccio un po’ più pragmatico

http://www.diecipiedi.it/forum/topic.asp?TOPIC_ID=405



Autore Risposta: Luigi
Inserita il: 04/06/2014 21:50:15
Messaggio:

Ciao, se vuoi solo proteggere lo scafo senza aumentare il profilo, ti dico la mia....stufo di ritoccare la chiglia degli amas dopo ogni regata in quanto basta lasciare un minuto la barca sullo scivolo cementizio per grattare il punto che tocca terra, l'ultima volta, solo sull'amas danneggiato, già che usavo della resina per riparare il compensato di pioppo, ho incollato un listellino di acciaio inox (stecca che irrigidisce i tergicristalli auto), poi carteggiato e dipinto.
Non l'ho ancora collaudato, ma sicuramente l'acciaio scivolerà sul cemento, senza consumare il legno sottostante.
A volte bastano pochi grammi di materiale di risulta per rendere perfetto un lavoro.


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 04/06/2014 23:41:19
Messaggio:

Luigi ha scritto:

Ciao, se vuoi solo proteggere lo scafo senza aumentare il profilo, ti dico la mia....stufo di ritoccare la chiglia degli amas dopo ogni regata in quanto basta lasciare un minuto la barca sullo scivolo cementizio per grattare il punto che tocca terra, l'ultima volta, solo sull'amas danneggiato, già che usavo della resina per riparare il compensato di pioppo, ho incollato un listellino di acciaio inox (stecca che irrigidisce i tergicristalli auto), poi carteggiato e dipinto.
Non l'ho ancora collaudato, ma sicuramente l'acciaio scivolerà sul cemento, senza consumare il legno sottostante.
A volte bastano pochi grammi di materiale di risulta per rendere perfetto un lavoro.



Potrebbe anche andare bene un profilo in alluminio, di quelli che vendono anche al brico per coprire la fine dei fogli di linoleum incollati al pavimento, deciderò al momento.


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 04/06/2014 23:46:29
Messaggio:

Una domanda a Carlo sulle misure del Bipée:

La traversa anteriore, dovendo sostenere anche l'albero, è ovviamente più avanzata rispetto al progetto del Triciclo. Questo ha comportato sicuramente l'allungamento del telone centrale. Nessun problema per questo?

Altra domanda:

Il telone è legato anche alle fiancate degli scafi. Hai messo dei rinforzi all'interno, o hai semplicemente avvitato degli occhielli alle fiancate (e ai listelli interni, immagino)?


Autore Risposta: FABIOS
Inserita il: 05/06/2014 17:41:41
Messaggio:

Jacopo ha scritto:

Di solito, ci sono solo venticelli deboli e, per giunta, incostanti e variabili.
E' il posto ideale per il primo varo di un prototipo: non corri nessun rischio.
Quest'anno sembra che potremo contare su qualche bel temporale !!!
Spero di reincontrarti.
Ciao
Jacopo


purtroppo sono in ritardo per la Velalonga e per di più la domenica di Porto Ceresio sarö in vacanza in Francia
proponevo se a qualcuno puö interessare di fare uno o più ritrovi non competitivi nel mese di Luglio o Agosto per fare delle "prove libere" visto anche il numero di settimane senza regate
a qualcuno Interessa?


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 09/06/2014 19:03:56
Messaggio:

Oggi ho a casa i 3 tubi per le traverse. Li ho acquistati a MetalParma, ditta trovata qui o su Cantierino, non ricordo bene.

Devo confermare che sono molto professionali e seri. Contattati Lunedì, 2-3 mail di discussione, fatto bonifico giovedì, tubi arrivati oggi.

Inoltre il prezzo non è per niente esoso. Dovete sapere che mio fratello fa il fabbro, e ovviamente avevo prima chiesto a lui di procurarmeli. Di fatto, avrei risparmiato al massimo 10 euro, e oltretutto dovevo comprare verghe da 6 metri. Poiché ho preso 3 pezzi da 220 cm, per essere sicuro (casomai poi li accorcio), avrei dovuto prendere per forza 2 verghe di materiale.

Infine, l'imballo comprende una tavola di legno lunga 220 cm, larga 15 cm, e spessa 1,5-2 cm. Se non è proprio legnaccio, andrà benissimo per tutti i rinforzi che avrò bisogno di inserire negli scafi.

P.S - Chiedo a Carlo, se mi legge, se può rispodere alla domanda poco qui sopra.

P.P.S. - E ora iniziano i lavori!


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 09/06/2014 22:08:08
Messaggio:

Oggi ho montato lo scaletto e ho composto le sagome di plastica a formare lo scafo:





Che ve ne pare? Peccato che non si possa navigare con questo, l'ho costruito in 20 minuti.

Ho notato però un'imperfezione, magari dovuta al disegno delle sagome, non so, ma la coperta è troppo corta di 1,5 cm. Dovrò tagliarla un po' più lunga.

D'altronde, ho fatto le sagome e le ho montate proprio per questo, per essere sicuro di tagliare il legno correttamente.

P.S - Certo che fuori dall'acqua è bello grande!!


Autore Risposta: capelizzari
Inserita il: 10/06/2014 07:12:44
Messaggio:

lquaggi ha scritto:

Oggi ho montato lo scaletto e ho composto le sagome di plastica a formare lo scafo:


Che ve ne pare? Peccato che non si possa navigare con questo, l'ho costruito in 20 minuti.

Ho notato però un'imperfezione, magari dovuta al disegno delle sagome, non so, ma la coperta è troppo corta di 1,5 cm. Dovrò tagliarla un po' più lunga.




L'avessi fatto subito in compensato, avresti già finito! E' un altro vantaggio di questo progetto, l'estrema semplicità di costruzione.


Una domanda a Carlo sulle misure del Bipée:

La traversa anteriore, dovendo sostenere anche l'albero, è ovviamente più avanzata rispetto al progetto del Triciclo. Questo ha comportato sicuramente l'allungamento del telone centrale. Nessun problema per questo?

Giusto. La traversa anteriore è stata posizionata in corrispondenza dell'albero di Tripée. Il trampolino è un altro, rispetto a Tripée, che sono due di dimensioni diverse.


Altra domanda:

Il telone è legato anche alle fiancate degli scafi. Hai messo dei rinforzi all'interno, o hai semplicemente avvitato degli occhielli alle fiancate (e ai listelli interni, immagino)?

Gli occhielli sono fatti di spezzoni di cimetta da 2mm, che passano attraverso la fiancata, girano attorno ad un listello di legno duro (ramin) e si annodano. il tutto bloccato con un po' di resina caricata. Tieni presente che i passaggi non risulteranno stagni, ma per me non è un problema, dato che l'eventuale trafilazione finisce in pozzetto. Facendo uno scafo chiuso, metterei dei golfarini, più piccoli possibile (4 MA), avvitandoli attraverso un listello, bagnati con resina epossidica, e fermati con dado e rondella.

ciao


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 10/06/2014 13:29:03
Messaggio:

capelizzari ha scritto:
L'avessi fatto subito in compensato, avresti già finito! E' un altro vantaggio di questo progetto, l'estrema semplicità di costruzione.



Se non fosse che bisogna metterci la deriva, le traverse, e rinforzi vari, avresti ragione.
Questo però potrei usarlo come piroga.


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 10/06/2014 21:58:18
Messaggio:

E' molto utile lo scafo di plastica che ho costruito!

Stasera ci ho disegnato sopra la posizione delle traverse, della scassa della deriva, degli sportelli, degli anelli per le sartie e dei golfari per il trampolino.

Ci si rende conto molto bene su come si dovrà costruire lo scafo in legno.

Consiglio questa tecnica per chi, come me, non ha le idee chiare fin dall'inizio e improvvisa al momento.



Domanda per Jacopo ed altri progettisti:

Ho pensato di fissare le traverse più o meno come ha fatto luca10ft nel Baby Gorilla, tramite dei tubi nei quali infilarle. Con la differenza che penso di farle passare sotto la coperta, e fissarle con cime o elastici.



Che dite?


Autore Risposta: FABIOS
Inserita il: 10/06/2014 22:25:03
Messaggio:

ma perché ti vuoi complicare la vita?
leggi i consigli di Renzo per la realizzazione del Qui Quo Qua
e gia che ci sei perché non consideri la possibilità di costruire un tri cosi il tuo soffice peso sarebbe sorretto dal solo scafo centrale con meno problemi di bilanciamento e probabilmente meno scuffie


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 10/06/2014 22:45:39
Messaggio:

FABIOS ha scritto:

ma perché ti vuoi complicare la vita?
leggi i consigli di Renzo per la realizzazione del Qui Quo Qua
e gia che ci sei perché non consideri la possibilità di costruire un tri cosi il tuo soffice peso sarebbe sorretto dal solo scafo centrale con meno problemi di bilanciamento e probabilmente meno scuffie


Leggerò sicuramente. Ho pensato spesso al Trimarano, ma mi blocca il calcolo del dislocamento e dello spazio a disposizione per uscire in due.


Autore Risposta: Jacopo
Inserita il: 10/06/2014 22:46:36
Messaggio:

lquaggi ha scritto:

Domanda per Jacopo ed altri progettisti:

Ho pensato di fissare le traverse più o meno come ha fatto luca10ft nel Baby Gorilla, tramite dei tubi nei quali infilarle. Con la differenza che penso di farle passare sotto la coperta, e fissarle con cime o elastici.



Che dite?


Mi sembra che il metodo possa anche funzionare.
Ho solo due perplessita': mi sembra un po' complesso da realizzare e temo che porti le traverse ad essere piuttosto basse sull'acqua.
Prova a verificarne l'altezza misurando un disegno o un modello.
Non conviene scendere sotto i 30 cm per evitare di picchiarle nelle onde.
Fammi sapere.
Ciao
Jacopo


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 10/06/2014 22:55:38
Messaggio:

Jacopo ha scritto:
Mi sembra che il metodo possa anche funzionare.
Ho solo due perplessita': mi sembra un po' complesso da realizzare e temo che porti le traverse ad essere piuttosto basse sull'acqua.
Prova a verificarne l'altezza misurando un disegno o un modello.
Non conviene scendere sotto i 30 cm per evitare di picchiarle nelle onde.
Fammi sapere.
Ciao
Jacopo



Il pescaggio che avevo calcolato in due persone era sui 25 cm, aggiunto a circa 10 cm fra tubo e spessori, siamo troppo bassi.Meglio allora sopra la coperta.


Autore Risposta: luca10ft
Inserita il: 11/06/2014 06:22:33
Messaggio:

lquaggi ha scritto:

Ho pensato di fissare le traverse più o meno come ha fatto luca10ft nel Baby Gorilla, tramite dei tubi nei quali infilarle.

Che dite?



Visto che hai scelto quel progetto anche per la semplicità costruttiva, io lascerei perdere il sistema di collegamento su tubo femmina e seguirei quello delle selle adottato su Bipée (peraltro non male anche sotto il profilo estetico).

Invece ti inviterei a riflettere meglio sull’opportunità della doppia traversa prodiera, che credo sarebbe uno dei pochi esempi al mondo (e forse un motivo ci sarà ).

Se temessi difficoltà di centraggio tra CD e CV, allora utilizzerei quel tempo-lavoro per concentrarmi sulla progettazione di un piano velico definitivo (albero e forma della vela), dopodiché posizionerei traversa e cassa di deriva di conseguenza.
Gli eventuali errori potranno benissimo essere compensati attraverso il Rake (cioè la regolazione dell’inclinazione dell’albero).

Peraltro ti accorgerai che spostando il tuo peso (non certo irrilevante rispetto a quello della barca) anche solo di pochi centimetri verso prua o verso poppa, l’assetto cambierà sensibilmente, quindi anche il centraggio (che diventerà più orziero con il peso sbilanciato verso prua, e più poggero con il peso sbilanciato verso poppa).
Analoghi effetti li otterrai spostando il peso di traverso, ottenendo un assetto più orziero con la barca sbandata sottovento, e più poggero sbandando sopravvento.
Insomma, su barche così piccole, specie dove il peso dell’equipaggio è decisamente preponderante rispetto a quello della barca, i problemi teorici lasciano più margine di errore, perché poi le correzioni si fanno in acqua.

Nel frattempo utilizzerei la vela della canoa per il meglio che può offrire, anche qui cercando di ottenere la miglior centratura attraverso il Rake.
Dalla prima uscita sarà infatti evidente il suo deciso sottodimensionamento, per cui maturerò subito la convinzione che mi ci vorrà al più presto una vela nuova fatta come si deve.


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 11/06/2014 08:18:57
Messaggio:

luca10ft ha scritto:
Invece ti inviterei a riflettere meglio sull’opportunità della doppia traversa prodiera, che credo sarebbe uno dei pochi esempi al mondo (e forse un motivo ci sarà )......


Un altro esempio di 3 traverse è il catamarano descritto nel libro "Un piccolo catamarano fatto in casa", anche se lì serve per la deriva centrale.

Le due traverse anteriori mi consentono di utilizzare l'albero senza sartie della canoa, come si può fare su un trimarano o su un monoscafo (fra l'altro sono meno di 3 kg, non è un carico eccessivo).

Per quanto riguarda l'efficienza di una vela così piccola e di tipo latino, sono daccordo che è poca, ma per il momento sono poche anche le finanze, quindi più posso utilizzare quello che ho già, meglio è.

Ho intenzione prima o poi di costruire un nuovo albero con randa e fiocco, che fra l'altro, con la doppia traversa, posso anche fissare su di una slitta. Intanto mi accontento della 500, per la Ferrari c'è sempre tempo.

Per Fabio:
- Ho appena guardato la Qui Quo Qua e letto delle difficoltà sulle traverse. Penso che per un catamarano sia più semplice posizionarle, e poi se le faccio, non meno di 2mm di lasco fra tubo esterno e interno! So benissimo quanto infingardo sia l'alluminio quandi si incastrano due tubi uno dentro l'altro!
Però, visto le osservazioni di Jacopo, probabilmente farò come sul Bipée...


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 22/06/2014 21:37:25
Messaggio:

Ho iniziato la costruzione!

Sono partito dal timone e dalle derive, soprattutto per il lavoraccio che sarà necessario a dargli il profilo Naca.

Qui due foto del meccanismo di incernieramento che ho ideato ed anche quello di sollevamento con rotazione di 180°





Le due barrette in alluminio che spuntano saranno molto più lunghe, entrambe doppie e annegate nella poppa. Il tondino di acciaio sarà accorciato a misura e filettato da entrambe le parti.

Questa settimana compro il compensato per iniziare la costruzione degli scafi.


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 02/07/2014 13:51:51
Messaggio:

Una domanda per gli esperti.

Mi sto accingendo a costruire gli scafi, e ho un quesito sulle derive:
La scassa dove infilarle.... quanto lasco posso dargli?
Tenendo conto lo spessore della vernice sui due lati della deriva e sulle pareti interne della scassa, penso che già lì mi servano un paio di millimetri almeno.
Poiché l'inserimento e l'estrazione devono essere ovviamente agevoli (devo pensare anche ad un eventuale rigonfiamento del legno per l'umidità?), aggiungo altri 3-4 millimetri?
E' ininfluente se la deriva balla un pò perché leggermente lasca?

Attendo risposta con ansia per iniziare il taglio del legno.


Autore Risposta: capelizzari
Inserita il: 02/07/2014 14:08:30
Messaggio:

lquaggi ha scritto:

Una domanda per gli esperti.

Mi sto accingendo a costruire gli scafi, e ho un quesito sulle derive:
La scassa dove infilarle.... quanto lasco posso dargli?
Tenendo conto lo spessore della vernice sui due lati della deriva e sulle pareti interne della scassa, penso che già lì mi servano un paio di millimetri almeno.
Poiché l'inserimento e l'estrazione devono essere ovviamente agevoli (devo pensare anche ad un eventuale rigonfiamento del legno per l'umidità?), aggiungo altri 3-4 millimetri?
E' ininfluente se la deriva balla un pò perché leggermente lasca?

Attendo risposta con ansia per iniziare il taglio del legno.

Preferisco lasciare ad altri l'onere della risposta. Io tendo a fare la cose precisine, e poi devo martellare per infilare la deriva...!
Però 3/4 mm di agio mi sembrano troppi.
Ciao


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 02/07/2014 16:26:09
Messaggio:

Phil Masnagh ha scritto:
Tieni conto che andare a verniciare un domani, ma anche un oggi, dentro alla cassa di deriva richiede pazienza e rullino piccolo. Perquindi potrebbe essere una buona idea quella di far scorrere la deriva su "guanciotte" di materiale plastico idoneo (non troppo duro e flessibile) che ricoprano in parte le pareti interne della cassa. Così non si rovina troppo la verniciatura ma ci si complica un po' la vita (fissare le guanciotte).

Alcune barche da regata hanno poi una striscia di tale materiale plastico flessibile, con un taglio longitudinale, a chiusura della fessura inferiore della cassa. Cioè se estrai la deriva i due lembi del taglio si richiudono e tappano il buco. Il fondo dello scafo diventa così bello liscio (rimane solo una piccolissima fessura longitudinale). Questo dispositivo è presente sull'Europa Nautivela accorciata a diecipiedi di mio fratello (N° velico 14). Se vuoi gli faccio una foto.

La deriva deve poter scorrere agevolmente altrimenti in navigazione perdi tempo inutilmente con martello (cit.) ed estrattore . Però io non sono un esperto costruttore e non saprei indicarti quanti millimetri sia meglio lasciare, se il legno gonfia o non gonfia, ecc.


Avevo pensato anch'io alle guanciotte in nylon, ed anche alle pareti della cassa più larghe, strette solo a livello della coperta e del fondo, con un invito a pendola su queste ultime per agevolare l'inserimento.
Spero sempre in qualcuno che mi dica quanto lasco al massimo si possa dare..


Autore Risposta: luca10ft
Inserita il: 02/07/2014 16:44:48
Messaggio:

derive?
vuoi proprio complicarti la vita?
beh! contento te


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 02/07/2014 19:00:14
Messaggio:

luca10ft ha scritto:

derive?
vuoi proprio complicarti la vita?
beh! contento te


Costruendo due scafi a fondo piatto, penso siano indispensabili.
Comunque hai ragione, mi piace complicarmi la vita.
Questo è un lavoretto un po' complicato che ho fatto qualche anno fa, a partire dal disegno in Autocad, costruzione tutta in legno, e poi in volo. Sono 9 kg per 1.80 di apertura alare.


Autore Risposta: Mario Falci
Inserita il: 02/07/2014 22:33:06
Messaggio:

Io faccio cosí:
Utilizzo le derive come stampi maschi. Avvolgo carta e poi plastica attorno alla deriva per l'altezza dello scafo. Poi avvolgo tessuto di vetro, resinando. Infine estraggo la cassa di deriva bella pronta e con il giusto profilo. Importante avvolgere con parecchio materiale la deriva ( anche 1 mm) e di farlo dove la deriva ( che non é mai perfetta) é più spessa. La cassa all'interno sará liscia come la plastica e non deve essere verniciata perché all'interno i raggi uv non hanno grande effetto. Cosí pronta la si trasferisce all'interno dello scafo incollandola alla coperta e alla chiglia.


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 02/07/2014 23:08:45
Messaggio:

Mario Falci ha scritto:

Io faccio cosí:
Utilizzo le derive come stampi maschi. Avvolgo carta e poi plastica attorno alla deriva per l'altezza dello scafo. Poi avvolgo tessuto di vetro, resinando. Infine estraggo la cassa di deriva bella pronta e con il giusto profilo. Importante avvolgere con parecchio materiale la deriva ( anche 1 mm) e di farlo dove la deriva ( che non é mai perfetta) é più spessa. La cassa all'interno sará liscia come la plastica e non deve essere verniciata perché all'interno i raggi uv non hanno grande effetto. Cosí pronta la si trasferisce all'interno dello scafo incollandola alla coperta e alla chiglia.


Buona idea. Ci penso, anche se le mie derive, essendo in legno, le lascio a sezione rettangolare dentro lo scafo, per piallare meno. Quindi una cassa costruita in legno ha già la forma giusta.

Buona però l'idea della resina e fibra per l'impermeabilità e per la scorrevolezza.


Autore Risposta: Mario Falci
Inserita il: 02/07/2014 23:49:12
Messaggio:

Nella tua soluzione c'è un problemino che io ho scoperto dopo aver navigato. Ci sono situazioni in cui devi sollevare la deriva. Accade quando hai poco fondo ( vedi Venezia) quando stai atterrando ma hai bisogno ancora di un po' di deriva, quando vai di poppa e non vuoi avere l'attrito inutile della deriva. In tutti questi casi avrai sollevato la deriva e la parte a sezione rettangolare sará esterna alla cassa, mentre la zona con il profilo si troverá nella cassa parallelepipeda. Cosá accadrá? L'acqua entrerá nella cassa attraverso le fessure creando vortici ed attrito. Tutto questo per non piallare anche la parte superiore della deriva.


Autore Risposta: luca10ft
Inserita il: 03/07/2014 07:44:58
Messaggio:

lquaggi ha scritto:

Questo è un lavoretto un po' complicato che ho fatto qualche anno fa, a partire dal disegno in Autocad, costruzione tutta in legno, e poi in volo. Sono 9 kg per 1.80 di apertura alare.




Molto bello, complimenti, ma qui la complicazione è inevitabile. Io mi riferivo a quelle evitabili
Mio fratello ha costruito un biplano vero (cat. ultraleggeri), dopo essersi stancato di modellini e deltaplani a motore (anche questi autocostruiti).
Ancora non pago, ne ha da poco iniziato un altro di concezione più moderna (monoplano), sempre ultraleggero. Ma quest’ultimo è ancora più complicato perché dispone solo del progetto, peraltro tutto in pollici perché americano (del biplano aveva invece la scatola, anzi, lo scatolone, di montaggio).

************************

Quanto alle derive, anch’io avrei fatto come suggerisce Mario Falci.
La resina dovrai comunque comprarla per gli incollaggi e le fazzolettature, per cui qualche etto in più che ti servirà per le casse saranno soldi spesi bene.

Se proprio vuoi fare le casse in legno a sezione rettangolare, allora ti converrebbe verniciare prima le tavole (sul lato interno della cassa almeno 7-8 mani di poliuretanica, che è più resistente ai graffi), verniciando poi anche le derive.
Avendo così ottenuto gli spessori definitivi, potrai meglio regolare il taglio, oltre a semplificarti la vita evitando di verniciare all’interno della cassa una volta assemblata (che sarà larga poco più di 2 cm).

Su quanto gioco lasciare non saprei darti indicazioni precise (avendo risolto il problema alla radice ), ma credo non più di 1 mm per lato.
Tieni presente che più gioco avrai, più si infiltrerà sabbia o altro materiale che avrà effetto abrasivo, non solo dannoso per lo scorrimento, ma anche perché asporterà la vernice all’interno della cassa scoprendo il legno. Questo assorbirà l’acqua, iniziando a infradiciarsi e a gonfiarsi rendendo più difficoltoso lo scorrimento.

Per evitare (o limitare) questo problema, potresti ricorrere alle guanciotte in nylon che avevi in mente, che però hanno un peso molto superiore al legno, oltre ad un costo e a problemi di fissaggio. In alternativa potresti laminare l’interno della cassa (ovviamente tavola per tavola prima di assemblarle, altrimenti dopo sarà impossibile), ma a questo punto ti converrebbe farla tutta in resina come detto sopra.

Per evitare (o ridurre) i problemi da ultimo evidenziati da Mario Falci (dovuti alla mancata corrispondenza tra sezione della cassa e sezione della deriva), potrai ricorrere alle due strisce di gomma sulla chiglia come suggerito da Phil Masnagh (sulla mia deriva erano fissate alla carena attraverso un telaietto inox).
Ma anche questo è un lavoro (e una spesa) che potresti evitare con cassa e deriva di identica sezione maschio e femmina.

Insomma, anche a me piace la vita complicata, ma solo per lo stretto indispensabile…..




Autore Risposta: capelizzari
Inserita il: 03/07/2014 08:07:26
Messaggio:

lquaggi ha scritto:

Questo è un lavoretto un po' complicato che ho fatto qualche anno fa, a partire dal disegno in Autocad, costruzione tutta in legno, e poi in volo. Sono 9 kg per 1.80 di apertura alare.


Bello, anzi, splendido. Complimenti davvero.

Per le casse, il suggerimento di Mario è ottimo: l'ho usato anch'io su sorciverdi, ma non va bene se vuoi la possibilità di regolare la posizione della deriva- Almeno all'inizio forse è meglio lasciare un bel po' di agio longitudinale, soprattutto se non hai ancora la vela definitiva e vuoi provarne diverse. Quando avrai trovato la posizione giusta potrai sempre riempire i vuoti. Allora potrai anche fare una chiusura con le stesso profilo della deriva, rastremato all'interno della cassa per non avere gradini che ostacolino l'introduzione della deriva.
Anche il sistema delle strisce di gomma aiuta molto a ridurre i vortici: è normalmente usato sulle derive, anche olimpiche (470/420). Per fissarle bastano due striscette di alluminio anodizzato avvitato. Ci sono anche ottime colle.
Insomma, le soluzioni sono molteplici.
Ciao


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 03/07/2014 08:32:25
Messaggio:

Quasi una pagina solo per le derive. Non oso pensare quando chiederò consigli per la vela.

Ora rumino e digerisco per qualche giorno i vostri suggerimenti.

P.S. - Carlo, ci sarai a Tavernola con il Bipée?


Autore Risposta: capelizzari
Inserita il: 03/07/2014 10:08:28
Messaggio:

lquaggi ha scritto:

Quasi una pagina solo per le derive. Non oso pensare quando chiederò consigli per la vela.

Ora rumino e digerisco per qualche giorno i vostri suggerimenti.

P.S. - Carlo, ci sarai a Tavernola con il Bipée?

No, sempre in ferie con nipotame
Ci vediamo a Settembre-
Ciao


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 03/07/2014 11:43:16
Messaggio:

capelizzari ha scritto:

lquaggi ha scritto:

Quasi una pagina solo per le derive. Non oso pensare quando chiederò consigli per la vela.

Ora rumino e digerisco per qualche giorno i vostri suggerimenti.

P.S. - Carlo, ci sarai a Tavernola con il Bipée?

No, sempre in ferie con nipotame
Ci vediamo a Settembre-
Ciao

Posso solo dire.... Buone ferie.
Io, se va bene, faccio solo la settimana di ferragosto


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 03/07/2014 22:02:48
Messaggio:

Phil Masnagh ha scritto:
Se non sai quale larghezza dare alla cassa, falla inizialmente smontabile. Ci metti dei bei bullonazzi così la spessori come vuoi, poi la incollerai successivamente, dopo i tests.


Potrebbe essere un'idea...


Autore Risposta: Mario Falci
Inserita il: 03/07/2014 23:37:25
Messaggio:

Cosa intendi per freccia positiva e negativa?
La cassa smontabile...... Come la fai stagna?


Autore Risposta: luca10ft
Inserita il: 04/07/2014 06:39:29
Messaggio:

Phil Masnagh ha scritto:

Effettivamente senza derive ci sarebbe tanto meno casino... Vero Luca10ft?



Verissimo, e non solo in fase costruttiva, che sarebbe poi il meno.

Siamo appena all’inizio di stagione, ma qui io già cerco di evitare i fine settimana perché la spiaggia è talmente affollata che farsi largo tra i bagnanti (specie anziani e bambini) è già un’impresa, nonostante le acque del corridoio di uscita (ben delimitate dai gavitelli) siano riservate a noi. Poi devi stare attento alle altre barche (inclusa una nutrita flottiglia di optimist della scuola di vela), ai windsurf, ai kitesurf, alle canoe, alle tavole a remi (che rendono il corridoio più trafficato di una strada del centro all’ora di punta). Del resto quest’anno mi sono appoggiato ad uno dei centri velici più operativi della provincia di Rimini.

In questo contesto (a volte di vero caos), ho già il mio bel daffare nella regolazione dei due timoni (poiché il fondale degrada molto lentamente), oltre a dover maneggiare stick e scotta randa (tra un po’ ci sarà anche quella del fiocco).

Insomma, è un bel sollievo non dover pensare pure alle derive, anche perché, una volte sollevate, renderebbero difficoltoso il movimento sul trampolino (essendo io di massa piuttosto ingombrante), mentre sono proprio le fasi di partenza e di atterraggio che richiedono maggiore attenzione e prontezza di manovra.

Però ammetto che le derive aggiungono una pennellata di marinità non certo trascurabile.... almeno in apparenza....




Autore Risposta: luca10ft
Inserita il: 04/07/2014 19:50:23
Messaggio:

Phil Masnagh ha scritto:

@ Luca: scafo sderivato impone fiocchetto bomato autovirante con caricabbasso.



Ma dove l’hai letta questa cosa?
Addirittura bomato e autovirante?
Ma lo sai quanto pesano boma e sistema autovirante?
E il caricabasso a che servirebbe?
Secondo me il fiocco non è indispensabile, ma se c’è è meglio…
Ovviamente dipende dal cat



Phil Masnagh ha scritto:

Interessante il fratello aviatore autocostruttore. Mi piacerebbe saperne di più (magari ha un sito).



Fratello aviatore auto costruttore molto avvezzo alle cose manuali, ma abbastanza refrattario a teoria e pc (il contrario del sottoscritto). Quindi niente sito. Se vuoi posso mandarti qualche foto del biplano in costruzione e finito.
Quello nuovo è ancora abbastanza indietro. Credo che stia finendo le centine delle ali.



Autore Risposta: luca10ft
Inserita il: 08/07/2014 07:01:39
Messaggio:

Phil Masnagh ha scritto:

Ovviamente non parlavo del tuo cat, il tuo va benissimo come l'hai fatto.


Direi che il “benissimo” è un complimento al momento immeritato . Secondo me va abbastanza bene ma può essere migliorato, soprattutto riguardo al piano velico.
Ovviamente può essere anche peggiorato attraverso soluzioni sbagliate o inadeguate


Phil Masnagh ha scritto:

Parlavo per tutti gli altri. Per il mio per esempio. Il boma può essere un tubeeetto leggero o anche un manico di scopa. Quanto peserà? Boh, tantissimo credo. Il fiocco potrebbe essere inferito allo strallo, anche non ammainabile in navigazione, tanto per le brevi uscite diurne va più che bene. Il boma passa sotto alla patta d'oca (perchè io ce l'ho la patta d'oca...) e sporge in avanti di un tot. All'estremità anteriore c'è l'attacco per il caricabbasso, che in realta "carica in alto". Però il boma, che passa sotto alla patta d'oca, basculerà attorno a questo suo fulcro e il bordo d'uscita del fiocco sarà di conseguenza tesato. Come carica-alto si può scegliere tra mille soluzioni: per esempio una sagoletta rinviata in coperta tramite un bozzello piazzato sull'albero, poco sopra alla penna del fiocco. Oppure un sistema fisso, cioè non regolabile in navigazione, che potrebbe essere un paranchetto tipo windsurf o un arridatoio fissato allo strallo un tot sopra alla patta d'oca (arridaje con 'sta cosa...).


Per tutti gli altri (ma anche per il mio) credo che le soluzioni migliori siano quelle già ampiamente sperimentate e da adattarsi poi alle circostanze.
Quella del fiocco bomato non mi sembra una soluzione ottimale, ma solo di ripiego (come il sistema auto virante). Del resto sui cat i boma stanno scomparendo anche dalle rande, per cui non mi sembra logico andarlo a reintrodurre sulla vela di prua.
Chi opta per il catamarano non dovrebbe farlo se ha intenzione di uscire con le ariette, salvo dotarlo di un piano velico esagerato che lo farà scuffiare alla prima raffichetta.
Già sopra i 6-7 nodi (che diventano almeno 9 o 10 di apparente) il vento spinge a sufficienza per non far sbattere le vele, che non hanno quindi bisogno di boma, tangoni o bracci simili.

Ma sei proprio sicuro che il tuo cat denominato “scoglio” non fosse tale causa inadeguatezza del piano velico, la cui importanza fondamentale (al pari o forse più delle forme di carena) mi sembra ormai assodata e condivisa da tutti?

Io non ho la patta d’oca perché lo strallo verrà attaccato al bompresso (di cui ne ho due, uno corto per il fiocchetto piccolo attualmente in costruzione, e un altro più lungo per quando avrò anche il code 0 o il gennaker) a sua volta tesato attraverso due briglie di collegamento agli scafi (come su Bipèe).

Il fiocco sarà ingarrocciato e avrà un retriver che consentirà di ammainarlo anche in navigazione e, in particolare, in fase di atterraggio al fine di depotenziare la barca e rallentare la corsa, evitando così di andare addosso a qualche bagnante distratto (che si trova dove non dovrebbe stare) o ad altre barche che stanno atterrando insieme a me.
L’unica innovazione sarà il sistema di strozzaggio della scotta, affidato ad un unico strozzatore pivottante posto al centro della traversa prodiera e fissato alla torretta inox sotto l’albero.
Questi i vantaggi:
- strozzatore più vicino all’equipaggio posizionato, normalmente, a centro barca o sopravvento. Rispetto al sistema tradizionale (con i classici due strozzatori a dritta e a sinistra dell’albero), non ci sarà bisogno di sbilanciarsi sottovento (con conseguente rischio scuffia) per regolare la scotta;
- minor peso (anche se limitato a qualche centinaio di grammi) e sensibile risparmio di spesa.
Lo svantaggio sarà la perdita di un ottimo spazio dove alloggiare il GPS


Phil Masnagh ha scritto:

Quanto al fratello aviatore: a me interessa ogni cosa, grassie, compreso conoscere che aereo sta costruendo ora.


Ok. No problem. Mi informo meglio puoi riferirò, anche perché è un settore che conosco molto poco (ignoro addirittura che modelli siano, anche se mi sembra di aver capito che sono molto diffusi nell’ambito degli ultraleggeri). Se mi dai il tuo indirizzo mail recupero qualche foto del biplano poi te la mando. Di quello nuovo al momento c’è solo un mucchio di centine alari appoggiato sopra un tavolo e due travetti grezzi di legno (Duglas) in attesa di essere trasformati nei longaroni delle ali (mi sembra che il progetto sia anche reperibile su internet. Chiedo i riferimenti poi te li passo). Posso anche mandarti il suo numero di telefono. A voce è piuttosto disponibile. A scrivere lo è invece molto meno



Autore Risposta: FABIOS
Inserita il: 17/07/2014 17:52:01
Messaggio:




Per il mio per esempio. Il boma può essere un tubeeetto leggero o anche un manico di scopa. Quanto peserà? Boh, tantissimo credo. Il fiocco potrebbe essere inferito allo strallo, anche non ammainabile in navigazione, tanto per le brevi uscite diurne va più che bene. Il boma passa sotto alla patta d'oca (perchè io ce l'ho la patta d'oca...) e sporge in avanti di un tot. All'estremità anteriore c'è l'attacco per il caricabbasso, che in realta "carica in alto". Però il boma, che passa sotto alla patta d'oca, basculerà attorno a questo suo fulcro e il bordo d'uscita del fiocco sarà di conseguenza tesato. Come carica-alto si può scegliere tra mille soluzioni: per esempio una sagoletta rinviata in coperta tramite un bozzello piazzato sull'albero, poco sopra alla penna del fiocco. Oppure un sistema fisso, cioè non regolabile in navigazione, che potrebbe essere un paranchetto tipo windsurf o un arridatoio fissato allo strallo un tot sopra alla patta d'oca (arridaje con 'sta cosa...).

Per la verità vedendo le foto del tuo scübidu peraltro ben fatto non riesco a capire come riuscivi a manovrare il fiocco e come lo regolavi ingrassandolo o smagrendolo .
mi interessa molto l'argomento perché sul nuovo tri sto realizzando un'armo a "balestron simile al tuo (ancora una volta copiando) e intendo poterlo regolare in navigazione.
Buon ventilatore


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 26/07/2014 07:24:27
Messaggio:

Piano piano, ma la costruzione sta andando avanti.
Dopo le ferie metterò insieme gli scafi (fondo e fiancate). Allora posterò una fotina o due.

Intanto buone ferie a tutti. Io vado al Lago di Caldonazzo, dove spero di fare un po' di pratica con la mia canoa a vela.


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 01/09/2014 17:12:00
Messaggio:

Ieri sera, verso le 11, il mio catamarano ha ricevuto il battesimo dell'acqua...

20 CM DI ACQUA IN GARAGE PER IL NUBIFRAGIO DI IERI SERA!!!!!!!

Avevo appoggiato il primo scafo per terra proprio la mattina, su due muraletti, per iniziare la costruzione del secondo scafo.

Quando, avvisato dai miei vicini, sono corso giù in garage, ho trovato lo scafo che galleggiava bellamente in giro per il garage, con acqua anche dentro, visto la presenza della fessura per la deriva.

L'ho subito svuotato e caricato sopra l'altro scafo, sui cavalletti dove si stava incollando. Ho dovuto anche salvare i fogli di compensato per le due coperte, bagnati anche quelli per 10 cm circa.

Per fortuna è compensato marino, stamattina era già asciutto e senza danni.

Ovviamente ho passato la giornata a svuotare, asciugare, pulire, buttare....

Già costruito una mensola per tenerlo più alto da terra, in attesa che sia verniciato e allora, anche se si bagna, non importa.


Autore Risposta: FABIOS
Inserita il: 01/09/2014 21:00:42
Messaggio:

Coraggio anche io sto aspettando che salga ancora un po il lago per risparmiare le operazioni di alaggio
penso che ormai invece di estate si potrebbe chiamare la stagione delle piogge
comunque come insegna Noé meglio premunirsi ti conviene sbrigarti con la costruzione del secondo scafo!!!


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 02/09/2014 13:44:29
Messaggio:

FABIOS ha scritto:

Coraggio anche io sto aspettando che salga ancora un po il lago per risparmiare le operazioni di alaggio
penso che ormai invece di estate si potrebbe chiamare la stagione delle piogge
comunque come insegna Noé meglio premunirsi ti conviene sbrigarti con la costruzione del secondo scafo!!!


Già montato fiancate e fondo, stasera incollo le paratie.


Autore Risposta: FABIOS
Inserita il: 02/09/2014 21:50:13
Messaggio:

anche io ho battezzato il nuovo tri la scorsa domenica al lago ma solo a pagaiare


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 22/09/2014 08:27:20
Messaggio:

Modificato il titolo della discussione con il nome definitivo del catamarano.


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 22/09/2014 22:21:06
Messaggio:

Ho provato a raddrizzare il listello di abete sul nodo, come avevo spiegato ieri a Manerbe:
1 - Raddrizzata la fiancata.
2 - Tagliato il listello per circa metà spessore.
3 - Inserito la "Pendola" - "Cuneo in italiano" di plastica.



Dalle foto direi che il risultato è più che buono, dall'angolo secco di prima, ad una curva quasi troppo dritta.


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 22/09/2014 22:26:43
Messaggio:

Particolare della costruzione dei supporti delle traverse. Li costruisco come quelli della Cozza Bianca/Linea d'Ombra di Paolo Procesi (cantierino.it), legando le traverse con elastici o cime, con la differenza che invece di incollarli alla coperta li fisso con dei prigionieri che ne fuoriescono, così da poter cambiare sistema nel caso non vadano bene.



Nella foto si vedono la sagoma di taglio con sotto uno degli 8 travetti di Iroko che andrò a tagliare e sagomare.

I tre forellini che si notano sulla sagoma sono le guide per il foro centrale dove passo un listello che unisce le due traverse e gli altri due fori per passare l'elastico o la cima.


Autore Risposta: luca10ft
Inserita il: 23/09/2014 08:08:51
Messaggio:

Ti stai dando da fare seriamente. Molto bene.
Non ci mostri qualche immagine di insieme?
È sempre piacevole assistere alla costruzione di una barca


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 23/09/2014 08:22:38
Messaggio:

luca10ft ha scritto:

Ti stai dando da fare seriamente. Molto bene.
Non ci mostri qualche immagine di insieme?
È sempre piacevole assistere alla costruzione di una barca




Conto di fare una o due foto sabato pomeriggio, tiro fuori dal garage i due scafi, ci metto sopra le traverse e la fotografo..... se non piove.


Autore Risposta: renzo
Inserita il: 23/09/2014 17:33:15
Messaggio:

Io sono sempre disponibile ad inserire un "servizio" da mettere sul sito, questa sezione tanto per capirci.
Mi bastano alcune foto delle fasi di costruzione con i commenti a corredo.
Naturalmente non vale solo per Leo ed il suo cat, ma per tutti quelli che costruiscono un 10' o se avendolo gia' costruito, hanno fatto qualche foto delle fasi di lavoro.
Renzo.


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 23/09/2014 19:53:22
Messaggio:

renzo ha scritto:

Io sono sempre disponibile ad inserire un "servizio" da mettere sul sito, questa sezione tanto per capirci.
Mi bastano alcune foto delle fasi di costruzione con i commenti a corredo.
Naturalmente non vale solo per Leo ed il suo cat, ma per tutti quelli che costruiscono un 10' o se avendolo gia' costruito, hanno fatto qualche foto delle fasi di lavoro.
Renzo.


Tutte le fasi di lavoro, fin dalla prima, le ho fotografate e inserite in un documento con i commenti. Penso di inviarlo alla fine della costruzione, magari diviso in capitoli...


Autore Risposta: renzo
Inserita il: 23/09/2014 21:54:42
Messaggio:

lquaggi ha scritto:
Tutte le fasi di lavoro, fin dalla prima, le ho fotografate e inserite in un documento con i commenti. Penso di inviarlo alla fine della costruzione, magari diviso in capitoli...

Bene, allora aspettiamo la fine,
Renzo.


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 24/09/2014 21:32:58
Messaggio:

Sto preparando gli attacchi per le sartie laterali.

Una domanda per gli esperti: Quanti centimetri più indietro dell'albero devono essere, come minimo?

Grazie in anticipo.

P.S. - Ho letto il dizionario, si può dire sia sàrtia che sartìa.


Autore Risposta: luca10ft
Inserita il: 25/09/2014 07:24:28
Messaggio:

L’ideale sarebbero 30° rispetto all’asse trasversale che passa per la mezzeria dell’albero (il che significa posizionare il sartiame – strallo incluso – su tre angoli di 120°).
Tradotto in cm significa arretrare le sartie di circa 50 cm su una larghezza del Cat di 170.
Cmq regge bene anche con 25°.

La controindicazione sta nel fatto che, arretrando la sartia, si limita l’apertura del boma, ma su un Cat raramente si naviga ad andature molto lasche (ovviamente parlo di quelli che vanno forte )


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 25/09/2014 13:51:13
Messaggio:

luca10ft ha scritto:

L’ideale sarebbero 30° rispetto all’asse trasversale che passa per la mezzeria dell’albero (il che significa posizionare il sartiame – strallo incluso – su tre angoli di 120°).
Tradotto in cm significa arretrare le sartie di circa 50 cm su una larghezza del Cat di 170.
Cmq regge bene anche con 25°.

La controindicazione sta nel fatto che, arretrando la sartia, si limita l’apertura del boma, ma su un Cat raramente si naviga ad andature molto lasche (ovviamente parlo di quelli che vanno forte )



Quindi, correggimi se sbaglio, con un catamarano armato correttamente l'andatura portante possibile è al massimo il Lasco, che di circa 120 gradi.
Il Gran Lasco e la Poppa non si possono fare (o forse tirando tutto di timone, penso...).
Giusto?


Autore Risposta: luca10ft
Inserita il: 25/09/2014 18:37:54
Messaggio:

No, non è così.
Un catamarano (anche armato alla meno peggio) può navigare alle stesse andature di un qualsiasi monoscafo, cioè dalla bolina stretta alla poppa piena.
Occorre solo capire quali sono le più convenienti (in termini di VMG) avendo polari diverse da quelle di un monoscafo.
Cmq, se vuoi stare tranquillo, orientati su un angolo da 25 a 30°. Vedi tu in base alle tue esigenze di organizzazione della coperta e del rigging.

Scusa una cosa, ma che intendi per “tirando tutto di timone”?
Il timone dovrebbe sempre restare neutro, altrimenti agirà da freno


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 25/09/2014 23:19:27
Messaggio:

luca10ft ha scritto:
Scusa una cosa, ma che intendi per “tirando tutto di timone”?
Il timone dovrebbe sempre restare neutro, altrimenti agirà da freno


E' una mia idea, probabilmente sbagliata, che se navigo con il vento in poppa e la vela in posizione adatta al lasco, perché di più non si può lascare, che il vento ti spinga alla orza, e quindi si debba tenere la rotta con il timone.

Questo è almeno quello che mi tocca fare con la canoa quando vado in poppa con vento fresco.

Lo so, e l'ho sperimentato nel corso di vela con una J80, che si deve viaggare con il timone neutro, lavorando appunto di scotta per regolare correttamente la vela.

Ma se la vela oltre un certo angolo non va per colpa della sartia, penso che: o si segue la rotta imposta, oppure si forza una rotta diversa con il timone.

P.S. - Chissà quante cavolate che ho scritto in queste quattro righe, scusatemi, portate pazienza, ed istruite questo allievo volenteroso.


Autore Risposta: luca10ft
Inserita il: 26/09/2014 07:18:51
Messaggio:

lquaggi ha scritto:

luca10ft ha scritto:
Scusa una cosa, ma che intendi per “tirando tutto di timone”?
Il timone dovrebbe sempre restare neutro, altrimenti agirà da freno


.... se navigo con il vento in poppa e la vela in posizione adatta al lasco, perché di più non si può lascare, che il vento ti spinga alla orza, e quindi si debba tenere la rotta con il timone.

.....
.....

Ma se la vela oltre un certo angolo non va per colpa della sartia, penso che: o si segue la rotta imposta, oppure si forza una rotta diversa con il timone.



Ormai tutte le barche moderne hanno le crocette acquartierate (inclusa la mia anche se di origine IOR), cioè inclinate verso poppa di un certo angolo.
Questo significa che le sartie laterali non sono in linea con l’asse trasversale dell’albero, ma sono arretrate come sul tuo catamarano, impedendo quindi al boma di aprirsi completamente.
Idem per tutte le derive (con o senza crocette) essendo barche prive di paterazzo.
Eppure navigano al gran lasco o di poppa piena senza particolari problemi di stabilità di rotta, cioè di equilibrio tra Centro di Deriva (CD) e Centro Velico (CV).

Normalmente sulle barche a deriva fissa (in cui non puoi modificare la posizione del CD, diversamente da quanto invece si può fare con le derive pivotanti), lascando le vele si sposta verso prua il CV, creando così un effetto poggiero.

Quindi il fenomeno che hai descritto non dipende dall’angolo (non ottimale) di incidenza del vento sulla vela (questo, semmai, impedirà di sfruttare la sua massima potenza), ma, molto probabilmente, da qualche problema di grosso squilibrio tra CV e CD nella tua canoa (che non è nata certo per andare a vela).
La prossima volta prova a sollevare completamente la deriva, poiché in poppa comunque non serve, e a fare delle prove spostandoti, se puoi (molto probabilmente con il tuo peso affondi molto creando un qualche effetto orziero).



Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 26/09/2014 07:22:16
Messaggio:

Molto interessante.

Allora non ho sbagliato di molto con le mie ipotesi.


Autore Risposta: luca10ft
Inserita il: 26/09/2014 07:46:16
Messaggio:

Nella vela alcune cose si imparano sui libri, altre grazie alle spiegazioni di chi ha più esperienza di noi, ma molta della nostra formazione dipende dall’esperienza fatta direttamente sull’acqua.
Secondo me anche la progettazione e la costruzione di una barca aiutano a capire meglio tantissime cose.

Quindi avanti così e tra un anno o due (se non ti sarà passata la voglia), vedrai le cose in maniera molto più tecnica e completa.

Ovviamente i dubbi saranno sempre tanti, ma i forum servono proprio a questo



@ Phil

Traduzione e spiegazione perfette



Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 26/09/2014 13:56:43
Messaggio:

A proposito di canoa, nella pagina principale del sito ora c'è la foto presa da trimarano di Luigi proprio a me e alla mia canoa.

Che onore.


Autore Risposta: luca10ft
Inserita il: 26/09/2014 18:11:24
Messaggio:

Se ho capito bene, i valori (angolo e intensità) si riferiscono al vento reale.
Interessante allora determinare i valori del vento apparente.
Io l’ho fatto graficamente, ma si possono calcolare anche per via analitica mettendo tutto su exel.

Immagine:

17,04 KB

Il NACRA 17 Jib (cioè con fiocco) con il vento reale a 24° stringe ben 17° con un apparente di 20,4 nodi.

Notare i valori del vento apparente mano a mano che si allarga l’andatura.
- a 40° (di reale) ha l’apparente a 26°
- a 54° (di reale) ha l’apparente a 31°
- a 90° (di reale) ha l’apparente a 42°
- a 120° (di reale) ha l’apparente a 62° (quindi naviga ancora di bolina larga).

Ovviamente nulla a che vedere con i valori mostruosi dei multiscafi di Coppa America che con un vento reale a 135° navigano ancora di bolina strettissima (17° sull’apparente!!)

http://blog.veleggiando.it/post/Coppa-America-2010-Sempre-di-bolina-a-velocita-pazzesche.aspx



Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 27/09/2014 19:18:57
Messaggio:

Come promesso, metto un paio di foto della mia creatura:



Dopo le foto ho piallato e lisciato lo scafo a sinistra, quello con la prua rinforzata con fibra e resina.
Poi ho resinato allo stesso modo prua e poppa dell'altro scafo.
Domani piallo e liscio anche quello, così poi posso iniziare la struttura interna: casse derive, supporti traverse, timoni, ecc. ecc.



Questa seconda immagine l'ho elaborata con i colori che intendo dargli.


Autore Risposta: corrado
Inserita il: 27/09/2014 19:21:54
Messaggio:

Bel lavoro leo, complimenti.


Autore Risposta: capelizzari
Inserita il: 28/09/2014 15:24:07
Messaggio:

Bravo Leonardo, avanti così.
Una domanda: hai fatto una poppa molto affilata, benissimo, ma gli agugliotti come li metti? Pensi di usare il sistema di Luigi, con i cardini delle porte? Va bene, ma attenzione che devi avere un bel travetto robusto, di almeno 5 cm.
ciao


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 28/09/2014 18:48:17
Messaggio:

capelizzari ha scritto:

Bravo Leonardo, avanti così.
Una domanda: hai fatto una poppa molto affilata, benissimo, ma gli agugliotti come li metti? Pensi di usare il sistema di Luigi, con i cardini delle porte? Va bene, ma attenzione che devi avere un bel travetto robusto, di almeno 5 cm.
ciao


No, mi sono inventato un altro sistema: due lame in alluminio da 20 x 10 che fuoriescono dalla poppa, annegate fra due guance di compensato marino da 15mm, bolccate con uno spinotto passante da 8mm, con un foro da 8 mm, nel quale passa un tondo inox da 8mm, sul quale gira il timone.
Puoi vedere le immagini nella pagina 4 di questa discussione.

P.S. - Stefano Guazzaroni mi ha inviato le foto dell'albero, te le ho girate per un tuo parere prima dell'acquisto.


Autore Risposta: luca10ft
Inserita il: 29/09/2014 07:48:14
Messaggio:

Molto bene. Il prossimo anno ti vedremo certamente sui campi di regata

Ricorda che sarebbe buona norma inserire anche un tappo di scolo dell’acqua che dovesse filtrare all’interno o accumularsi per la condensa. Normalmente lo si mette nella parte più bassa dello specchio di poppa, ma con la soluzione che hai adottato non la vedo facile. All’interno dovresti inoltre prevedere anche dei fori nella parte bassa delle paratie per evitare compartimenti stagni e far così defluire tutta l’acqua verso lo scolo.

Un’ultima annotazione un po’ colorita
Dalle mi parti (e non solo) dicono che il verde in barca porti male, un pò come il viola per gli attori.
Trattandosi però di superstizioni, esisterà certamente il corrispondente rituale antimalocchio, come ormai esiste da tempo il rituale per cambiare nome alle barche (anche questo considerato portatore di notevole jella ).

Per chi vuole approfondire

http://www.navis.it/articoli_tecnica/superstizioni.asp




Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 29/09/2014 08:20:02
Messaggio:

luca10ft ha scritto:

Molto bene. Il prossimo anno ti vedremo certamente sui campi di regata

Ricorda che sarebbe buona norma inserire anche un tappo di scolo dell’acqua che dovesse filtrare all’interno o accumularsi per la condensa. Normalmente lo si mette nella parte più bassa dello specchio di poppa, ma con la soluzione che hai adottato non la vedo facile. All’interno dovresti inoltre prevedere anche dei fori nella parte bassa delle paratie per evitare compartimenti stagni e far così defluire tutta l’acqua verso lo scolo.



I compartimenti stagni sono 3 per scafo, ed ho previsto sulla coperta un tappo di ispezione da 8 cm a prua, uno uguale a poppa, ed un portello rettangolare 20cm x 30cm appena dietro la deriva per lo stivaggio del materiale di bordo (e bottiglie, merendine, ecc. ). Ed ho intenzione di lasciarli sempre aperti quanto tengo la barca in secco, proprio per evitare l'umidità all'interno degli scafi.

Per quanto riguarda il colore, vedrò di sfatare la superstizione, e poi, leggendo il tuo link, anche il rosso è considerato sfortunato da qualcuno... e mi pare che il colore del Gorillino....


Autore Risposta: luca10ft
Inserita il: 30/09/2014 07:16:32
Messaggio:

lquaggi ha scritto:

... leggendo il tuo link, anche il rosso è considerato sfortunato da qualcuno... e mi pare che il colore del Gorillino....



Sembra che il rosso sia una superstizione tutta Yankee. Infatti qui in Italia non ne avevo mai sentito parlare.
Comunque io ormai ne sono immune, visto che il Gorillino è la mia terza barca a vela, rigorosamente rossa come le precedenti. La prima era addirittura un’Alpa Brise degli anni '60, e credo sia ancora in piena attività




Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 30/09/2014 07:16:54
Messaggio:

Phil Masnagh ha scritto:
Avrei giusto voglia di marcare la linea di galleggiamento del mio scoglio pitturandovici dell'erbetta con fiorellini. Questo perchè gli scafi sono stati più tempo sul prato dietro casa che sulle sulle onde. E poi non utilizzo antivegetativa...
Immagine:

13,49 KB


Dai, fallo, penso che venga fuori proprio bene con quel motivo sulla linea di galleggiamento.


Autore Risposta: luca10ft
Inserita il: 30/09/2014 07:19:28
Messaggio:

Molto probabilmente creerà anche parecchia invidia, visto che l'erba del vicino è sempre la migliore....


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 30/09/2014 17:21:47
Messaggio:

Nelle foto delle barche della flotta dei Dieci Piedi, ci sono 6 barche tutte verdi o con qualcosa di verde:
- Polly: 65
- Verdolino: 61
- Safurmentu: 84
- Stealth: 102 (forse...)
- Tripéè: 108
- My Submarine: 150
Inoltre un paio con albero verde o vela con fasce verdi.

Se avrò sfortuna, almeno sarò in buona compagnia.


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 30/09/2014 21:53:33
Messaggio:

Lavori in corso - sto preparando i supporti delle traverse.

Anteriori:



Posteriori:



Devo dire che l'Iroko è un legno davvero tosto. Fra taglio e carteggiatura, c'è un bel lavoro! Poi ho intenzione di verniciarli trasparenti, dovrebbero fare una bella figura sul ponte.


Autore Risposta: Mario Falci
Inserita il: 01/10/2014 00:40:30
Messaggio:

Non esagerare con i pesi di ogni singolo elemento perchè alla fine dovrai sommarli.


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 01/10/2014 07:19:01
Messaggio:

Mario Falci ha scritto:

Non esagerare con i pesi di ogni singolo elemento perchè alla fine dovrai sommarli.


Hai ragione, ma farli in multistrato non mi piaceva proprio. Saranno gli unici elementi in legno a vista, li voglio belli da vedere.


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 01/10/2014 13:30:54
Messaggio:

Phil Masnagh ha scritto:

Ma l'iroko è il legno degli Irochesi? http://it.wikipedia.org/wiki/Irochesi



Sai? Me lo ero chiesto anch'io.
Da Wikipedia:
L'iroko è un tipo di legno particolarmente duro, di colore giallo-bruno, talvolta variegato dopo la stagionatura, che proviene dalle foreste dei paesi dell'Africa equatoriale come Sierra Leone, Angola, Kenya, Etiopia e altri.
È utilizzato per il suo basso costo, sotto forma di tranciati, nella realizzazione di mobili e parquet. È uno dei materiali con cui si realizzano gli djembe e altri strumenti musicali.


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 01/10/2014 13:51:23
Messaggio:

Domanda per Carlo sul suo albero usato a Colico:

Se ricordo bene, hai detto che è alto 6m e la vela è 8mq.

Estrapolando le altre misure dalle foto che ho fatto, mi pare che il boma sia circa 2,5m e sia a circa 50cm dalla traversa.

Ho indovinato? Comunque, se mi dai le le tre misure precise...

Te lo chiedo perché come sai domenica vado a prendermi l'albero usato che mi hai scovato, e per tagliarlo, più informazioni ho, meglio è, visto che vorrei armare il mio cat circa come il tuo a Colico.

L'altezza del boma dalla traversa, la ritengo importante perché se nell'albero che vado a prendere l'attacco del boma è più in alto, posso subito tagliare l'eccedenza alla base, per poi ragionare dove tagliarlo per ridurlo a 6m (si tratta di un albero lungo 7m).

La mie intenzione è fare due tipi di armi:
1) - Per le regate, solo randa e albero avanzato verso la traversa anteriore (ne metto due davanti, come ricorderete).
2) - Per le gite, randa e fiocco con albero più arretrato, per avere più "motore" salendo in due.

Accetto ovviamente consigli da tutti, oltre che da Carlo.


Autore Risposta: capelizzari
Inserita il: 01/10/2014 19:00:07
Messaggio:

lquaggi ha scritto:

Domanda per Carlo sul suo albero usato a Colico:

Se ricordo bene, hai detto che è alto 6m e la vela è 8mq.

Estrapolando le altre misure dalle foto che ho fatto, mi pare che il boma sia circa 2,5m e sia a circa 50cm dalla traversa.

Ho indovinato? Comunque, se mi dai le le tre misure precise...

Te lo chiedo perché come sai domenica vado a prendermi l'albero usato che mi hai scovato, e per tagliarlo, più informazioni ho, meglio è, visto che vorrei armare il mio cat circa come il tuo a Colico.

L'altezza del boma dalla traversa, la ritengo importante perché se nell'albero che vado a prendere l'attacco del boma è più in alto, posso subito tagliare l'eccedenza alla base, per poi ragionare dove tagliarlo per ridurlo a 6m (si tratta di un albero lungo 7m).

La mie intenzione è fare due tipi di armi:
1) - Per le regate, solo randa e albero avanzato verso la traversa anteriore (ne metto due davanti, come ricorderete).
2) - Per le gite, randa e fiocco con albero più arretrato, per avere più "motore" salendo in due.

Accetto ovviamente consigli da tutti, oltre che da Carlo.

Le misure te le ho date a spanne, non perchè siano segrete, ma perchè non me le ricordavo. Adesso però non ho qui la barca, che staziona da Luigi, e non posso essere più preciso. Spero di darti una buona risposta prima di domenica.
Ciao


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 01/10/2014 21:58:03
Messaggio:

capelizzari ha scritto:
Le misure te le ho date a spanne, non perchè siano segrete, ma perchè non me le ricordavo. Adesso però non ho qui la barca, che staziona da Luigi, e non posso essere più preciso. Spero di darti una buona risposta prima di domenica.
Ciao


Ti ringrazio, e scusa se approfitto della tua disponibilità.


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 02/10/2014 08:21:13
Messaggio:

Per chiarire meglio il meccanismo del timone, allego un paio di foto dei lavori in corso:





Nella prima foto si vede bene il bullone di ritenuta della lama che fa da femminella, nella seconda, sulla lama superiore, la seconda guancia in compensato. Il tutto verrà annegato in un impasto di resina caricata di fibra per renderlo un blocco unico con lo scafo.
La lama inferiore subirà lo stesso trattamento.

Se qualcuni si incuriosisce per il foro superiore nella cassa del timone, quello che sembra non serva a niente, lo informo che da li esce la cimetta per il sollevamento di 180° gradi del timone.


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 02/10/2014 13:36:10
Messaggio:

Phil Masnagh ha scritto:

Oh, ecco, bravo bravo!

Da un punto di vista organolettico strutturale avrei tenuto la lama d'alluminio superiore a livello della coperta. Così facevi uno quarcio in meno nel diritto di poppa, e avevi le due lame ad una distanza maggiore, cosa che in genere è tutta salute a costo zero.

Inoltre i due listelli posti alla sommità delle fiancate se li facevi un pelo più lunghetti e congiungentisi, la struttura era più strutturata proprio in una zona dove gli sforzetti del timone vanno a rifinire...


Per il primo punto penso che la lama superiore a livello della coperta terrebbe meno, perché sopra avrebbe solo un foglio di compensato da 6mm, e senza bullone passante. Le due lame sono distanziate 20cm, spero sia sufficiente.

I listelli è vero che sono più corti, però il triangolo sui cui sono incollati è lungo 20cm. Anche lì, penso che strutturalmente ci siamo abbastanza.

E se mi sbaglio, rifarò la poppa... Speremo de no'


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 02/10/2014 16:23:25
Messaggio:

Phil Masnagh ha scritto:

Ma no che è bella robusta...!!!
Comunque ora è così e vedrai che andrà benone. Fissa bene le lamine di alluminio ai rispettivi supporti altrimenti se ne andranno un po' a destra/sinistra.

Comunque sia, in caso di difficoltà, si può pensare ad un tipo del genere, esiste sia maschio che femmina; basterà divaricarlo un po'. Si evita di aprire lo scafo, resta tutto esterno, smontabile e sostituibile in caso di avaria.
Immagine:

11,08 KB


Con tutta la resina che ci metterò, non si muoverà sicuramente.
Avevo pensato ad utilizzare le femminelle che hai messo in foto, ne ho anche due a casa, ma non mi piacevano, anche perché la poppa dei miei scafi è così stretta che le più strette sono ancora troppo larghe, avrei dovuto mettere un triangoletto di legno.... e mi rovinava l'eleganza delle linee affilate.


Autore Risposta: corrado
Inserita il: 02/10/2014 17:42:47
Messaggio:

Ciao Leo,

dalla mia piccolissima e recente esperienza posso solo dirti che la resina sembra leggera ma alla fine pesa pesa pesa...eccome se pesa...


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 03/10/2014 07:15:34
Messaggio:

corrado ha scritto:

Ciao Leo,

dalla mia piccolissima e recente esperienza posso solo dirti che la resina sembra leggera ma alla fine pesa pesa pesa...eccome se pesa...


Lo so, ma se vuoi tenacia e resistenza, è il materiale più leggero, non per niente le fusoliere degli aeromodelli sono tutte in resina e fibra, con qualche rinforzo in carbonio.

Ovviamente non bisogna esagerare.


Autore Risposta: luca10ft
Inserita il: 03/10/2014 07:17:32
Messaggio:

corrado ha scritto:

Ciao Leo,

dalla mia piccolissima e recente esperienza posso solo dirti che la resina sembra leggera ma alla fine pesa pesa pesa...eccome se pesa...



Pesa e costa… eccome se costa

lquaggi ha scritto:

Se qualcuni si incuriosisce per il foro superiore nella cassa del timone, quello che sembra non serva a niente, lo informo che da li esce la cimetta per il sollevamento di 180° gradi del timone.



Non so se hai pensato ad un sistema alternativo, altrimenti le cimette dovrebbero essere due.
Una per il sollevamento (come hai già previsto tu) e una per tenere la pala abbassata, altrimenti la pressione dell’acqua la farà alzare.
Puoi vederle nelle foto dei miei timoni in questa pagina (la verde per alzare e la gialla per abbassare).

http://www.diecipiedi.it/forum/topic.asp?TOPIC_ID=398&whichpage=3

A proposito di pressione dell’acqua (che genera resistenza all’avanzamento), quelle poppe così affilate mi fanno pensare ad una notevole pressione che si creerà sulla parte bassa del timone quando sarà immersa, dovuta al flusso d’acqua che gli arriverà addosso (v. linee rosse nella foto).

Immagine:

47,63 KB

Io gli darei una bella stondata, che sicuramente non farà male anche in termini di alleggerimento.

A che servono poi quei bulloni nel cerchietto blu?
Non potevi metterci due spine di legno?

Dove le barrette di alluminio sfregheranno contro il timone (v. frecce verdi) la vernice protettiva non durerà a lungo, e verrà assorbita dell’acqua con il legno che tenderà a gonfiarsi.


Comunque direi che stai andando avanti bene


Autore Risposta: corrado
Inserita il: 03/10/2014 10:56:28
Messaggio:

ciao mondo...

un altra idea alternativa alle spine di legno potrebbero essere viti con la testa che affonda nel legno di un mm e ricoperte di resina...
occhio non vede acqua non duole...


Autore Risposta: corrado
Inserita il: 03/10/2014 11:01:58
Messaggio:

ciao Luca,
ho rivisto le foto dei tuoi timoni, belli, in particolare la testa...ho letto piastre in alluminio, potresti dirmi lo spessore usato e se ti trovi bene?

Grazie.


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 03/10/2014 11:12:02
Messaggio:

luca10ft ha scritto:

Non so se hai pensato ad un sistema alternativo, altrimenti le cimette dovrebbero essere due.
Una per il sollevamento (come hai già previsto tu) e una per tenere la pala abbassata, altrimenti la pressione dell’acqua la farà alzare.
Puoi vederle nelle foto dei miei timoni in questa pagina (la verde per alzare e la gialla per abbassare).

C'è, ma non si vede, o quasi. Sotto la freccetta verde più in basso a sinistra, si può notare un piccolo baluginio, che è il perno del bozzello della seconda cimetta.
Belle le foto di quella pagina, molto utili per scopiazzare.

Io gli darei una bella stondata, che sicuramente non farà male anche in termini di alleggerimento.
Lo stonderò sicuramente, però quella parte dovrebbe entrare in acqua raramente, si trova 10/15 cm sopra la presupposta linea di galleggiamento.

A che servono poi quei bulloni nel cerchietto blu?
Sono i bulloni provvisori che tengono assieme la cassa del timone, poi ci sarà una barretta filettata con dadi ciechi.

Dove le barrette di alluminio sfregheranno contro il timone (v. frecce verdi) la vernice protettiva non durerà a lungo, e verrà assorbita dell’acqua con il legno che tenderà a gonfiarsi.
Mi hai preceduto, proprio oggi stavo pensando di interporre delle rondelle in palastica.

P.S. - Tutti i fori dove passano bulloni o cimette, hanno incollato all'interno un tubetto di alluminio per evitare infiltrazioni e consunzioni.


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 03/10/2014 11:19:28
Messaggio:

Phil Masnagh ha scritto:
La femminella la mettevi lato timone, che è largo di suo. Lato barca invece ci mettevi degli agugliotti ricavati piegando semplicemente una piattina inox sulle forme della prua e poi saldandoci un perno per le suddette femminelle.


Sai quante ne ho pensate? Ormai l'ho fatto, non si può tornare indietro.


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 03/10/2014 13:45:14
Messaggio:

Phil Masnagh ha scritto:

lquaggi ha scritto:

Sai quante ne ho pensate? Ormai l'ho fatto, non si può tornare indietro.


Tutto si può, ma nel caso non volessi considera di fissare bene quelle lame sennò si muoveranno. Perché il timone genererà delle forze nel senso destra/sinistra, e quelle lame sono come coltelli piantati di piatto nel legno.

Sono di piatto nel legno, vero, ma più internamente sono fissate con un bullone passante fra i due triangoli di legno (per la lama sotto nella foto mancano ancora), e il tutto verrà poi annegato nella resina caricata con fibra. Praticamente un blocco unico con le due fiancate.


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 03/10/2014 15:40:19
Messaggio:

Non può fare il movimento che dici tu, lo impedisce la fessura nel legno in cui è infilato, è larga esattamente quanto la lama, e le due fiancate, inresinate e fasciate dentro e fuori, non penso proprio che si possano flettere.


Autore Risposta: corrado
Inserita il: 03/10/2014 19:20:24
Messaggio:

phil...
sbaglio ho é un immagine professionale la tua? (il disegno intendo)

leo, leggendo i tuoi post ho il terrore a pubblicare il mio
sicuramente passeró l inverno a rifarla ma almeno in primavera noi due giovincelli (di classe) saremo pronti

vieni domenica a sestri?


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 03/10/2014 20:10:42
Messaggio:

corrado ha scritto:

phil...
sbaglio ho é un immagine professionale la tua? (il disegno intendo)

leo, leggendo i tuoi post ho il terrore a pubblicare il mio
sicuramente passeró l inverno a rifarla ma almeno in primavera noi due giovincelli (di classe) saremo pronti

vieni domenica a sestri?


No, troppo lontano, inoltre vado a fare spesa.
Grazie a Carlo ho trovato un albero per il mio treXL, vado, lo guardo, e se va bene lo porto a casa.


Autore Risposta: luca10ft
Inserita il: 04/10/2014 07:36:11
Messaggio:

@ Corrado

Lo spessore è 5 mm ma non so dirti esattamente di che lega (la ignorava persino il venditore). È piuttosto pesante, ma è l’unica lamiera che sono riuscito a trovare da queste parti. Il taglio è stato fatto ad acqua e a CN.
Credo che sarebbe stata sufficiente anche una 3 mm.
Quindi la robustezza è super garantita. Potrei tranquillamente usarli su un F18 o su un Tornado.
Comunque l’inverno scorso li ho alleggeriti praticando dei fori come vedi nella foto in questa pagina

http://www.diecipiedi.it/forum/topic.asp?TOPIC_ID=398&whichpage=8

Per il momento mi trovo bene e se dovessi rifarli (parlo per le teste) sarebbero identici per forma e sistema costruttivo.
Quest’inverno vorrei invece rifare le pale usando il composito (ora sono in legno e pesano 1 Kg ciascuna), così finisco anche la resina e il tessuto che mi sono rimasti.
Molto probabilmente ridurrò un pò le dimensioni ma aumentando la compensazione (verso i 7 nodi i timoni cominciano a farsi duri).



@ Leonardo

Quindi la seconda cimetta uscirà esternamente passando di fianco alle barrette di alluminio? In questo modo lavorrebbe disassata rispetto al bozzello (che peraltro non servirebbe).
Se può esserti utile inserisco lo schema della mia timoneria.

Immagine:

25,44 KB

La cimetta gialla (che trattiene la pala verso il basso) corre dentro la testa del timone (nel quadrilotto dove sono rivettate le due piastre), attraversa la barra e viene strozzata all’esterno.
La cimetta verde passa invece dentro la barra ed esce dalla parte opposta dove viene strozzata in una apposita scanalatura.

http://www.diecipiedi.it/forum/topic.asp?TOPIC_ID=398&whichpage=3


La tua cassa del timone non dovrebbe aprirsi una volta incollata come si deve. Secondo me qualche spina di legno da 8 mm sarebbe più che sufficiente. Se posso cerco sempre di evitare i bulloni e soprattutto le viti, come cerco di evitare i dadi ciechi, che sono belli a vedersi, ma non garantiscono come gli autobloccanti. Ovviamente poi deciderai tu in piena e totale autonomia

Per il resto


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 04/10/2014 08:13:01
Messaggio:

luca10ft ha scritto:

@ Leonardo

Quindi la seconda cimetta uscirà esternamente passando di fianco alle barrette di alluminio? In questo modo lavorrebbe disassata rispetto al bozzello (che peraltro non servirebbe).

La tua cassa del timone non dovrebbe aprirsi una volta incollata come si deve. Secondo me qualche spina di legno da 8 mm sarebbe più che sufficiente.


Grazie per i suggerimenti, sempre ben accetti.
La cassa l'ho fatta apribile proprio perché in legno, se diventa dura o si lasca, la posso smontare e sistemare in poco tempo.
Per la cimetta sotto ho in effetti qualche dubbio sul mio sistema, ragionerò sul tuo per vedere se è applicabile e/o migliore, oppure se me ne viene in mente un altro ancora.


Autore Risposta: Mario Falci
Inserita il: 04/10/2014 15:19:57
Messaggio:

Non sono intervenuto perchè la scelta del timone e della cassa relativa è andata verso la tipologia basculante. Vorrei peró fare notare ai nuovi diecipiedisti che state partendo dalla certezza che il timone giusto per voi sia quello basculante. Questa convinzione viene fuori dall'imitazione di barche più grandi e con campi di regata diversi dai nostri. Ruotare la pala è un errore per vari motivi, oltre che inutile. Quando ruotate la pala il centro di pressione si sposta indietro. Ció determina una leva enorme che renderá durissima la barra e che in caso di onda puó provocare danni. Inoltre la pala renderá via via meno sino a non farvi governare più. Questo lo dico per esperienza diretta avendo costruito anche io dei timoni di quel tipo con quegli spessori e con gli stessi materiali. Inoltre nei laghi, quando arrivate a riva e prima di scendere dalla barca, la poppa ha sempre dai 30cm al metro di fondo ed è facilissimo potere intervenire, se necessario, su una pala del timone a baionetta. Per la Velalonga , poi, voglio vedervi con una pala basculante, con una barca in velocitá, evitare le alghe e governare senza sforzi.
Vabbè io parlo ma poi uno deve fare la sua esperienza! Peró mi dispiace veder fare sempre gli stessi errori e non vedere utilizzare i propri consigli.


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 04/10/2014 17:23:38
Messaggio:

Mario Falci ha scritto:

......


Ciao Mario, io da perfetto ignorante non ho fatto tutti questi ragionamenti, ho fatto il timone basculante vedendo in giro che la maggior parte lo hanno basculante.

Il catamarano conto di usarlo anche al mare, e sull'Adriatico, per avvicinarsi alla riva, si deve sicuramente sollevarlo ancora lontani.

Il sistema a baionetta ha sicuramente il vantaggio che dici tu: non cambia il braccio di leva. Però, forse, può essere più difficile sollevarlo non potendolo fare con una cimetta, ma dovendo sporgersi indietro e sollevarlo manualmente (poi, penso che debba essere costruito molto preciso, con l'attrito giusto). Già lo si deve fare con le derive...

Comunque vedremo, il timone e le derive le vedo come parti che si possono sostituire facilmente per provare altre configurazioni.

Sempre grazie per i suggerimenti.


Autore Risposta: Mario Falci
Inserita il: 04/10/2014 20:07:15
Messaggio:

Figurati. Avevo capito che la scelta derivava dall'osservazione della maggioranza. Converrai che adesso anche tu fai parte di quel gruppo e chi verrá dopo di te potrà dire ancora che sta costruendo il timone basculante perchè " ci deve essere una ragione se ce l'hanno tutti così....."
Peró vedi che al mare a maggior ragione è meglio la pala a baionetta perchè a riva è più facile che ci siano onde frangenti. Io in questo modo ho rotto ben due timoni. Al contrario con il mio trimarano di 18" al mare e con il mio 10" risulta sempre agevole l'atterraggio. Nel primo, essendo più grande, mi avvicino alla poppa e sollevo la pala lasciandone in acqua 30-40cm quando sono ancora distante da riva una cinquantina di metri. Con il trimarano più piccolo basterá girarsi verso poppa ed allungare il braccio per calibrare la profondità della pala. Per quanto riguarda l'attrito non vedo il problema. Io lamino attorno alla pala del tessuto avendo messo del distaccante, della plastica e della carta per fare un pó di spessore. Quando sfilo il tutto ho una cassa di deriva perfetta, leggera e sopratutto idrodinamica. Poi incollo barra e femminelle della Viadana. Per non fare scorrere la pala metto un elastico che pressa la pala alla cassa del timone. Più semplice di così!


Autore Risposta: capelizzari
Inserita il: 04/10/2014 20:31:49
Messaggio:

Io li ho provati entrambi, e la mia preferenza va a quello basculante.
E' ovvio che non lo metterai orizzontale mentre navighi, ma solo a pochi metri da riva per l'atterraggio. A velocità ridotta continuerà a funzionare, anche se sarà più duro, mentre quello a baionetta quando lo estrai non c'è più (ovvero c'è, con superficie ridottissima, e quindi poco efficiente).
Inoltre non trascurare il fatto che per estrarlo devi sporgerti a poppa...Va bene se pesi 60 Kg (Mario), ma se ne pesi 120 (Leonardo) forse avresti qualche problema.
Insomma, non direi che quello basculante ha come unica ragione della sua esistenza il fatto "che tutti fanno così"...
Ciao


Autore Risposta: Mario Falci
Inserita il: 05/10/2014 00:34:28
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Ovvio che non sono d'accordo. Infatti a pochi metri da riva ho rotto pale e guance dei timoni basculanti proprio perchè è proprio lì che frangono le onde. Quando tiri su la pala del timone a baionetta, chiaramente ne lasci abbastanza in acqua perchè questo ti permetta di evoluire. Più vai veloce meno area immersa hai bisogno. Senza avere mai la durezza del basculante. Nel 10" non è necessario neanche sporgersi, basta allungare il braccio, il peso non é così influente. Vabbè ognuno ha le sue convinzioni dettate dalla sua esperienza. Però io li ho provati entrambi.
Comunque se il problema è sporgersi a poppa, essendo pesanti, perchè allora non pensare un sistema con cimette che tiri giú e su la pala?


Autore Risposta: luca10ft
Inserita il: 05/10/2014 08:13:48
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Sicuramente il timone basculante presenta le sue criticità, come le presenta quello a baionetta.

Non conosco le acque dove si svolgono i raduni della Classe, perché non vi ho mai partecipato, però conosco molto bene le acque di casa mia e posso dire che se avessi avuto il timone a baionetta, sulla deriva (prima) e sul catamarano (oggi), l’avrei sicuramente già rotto e molto probabilmente anche più di una volta, oppure mi avrebbe distratto nel momento in cui è invece necessaria la massima concentrazione (e prudenza), con eventuali conseguenze forse anche molto più gravi

In fase di atterraggio, quando sono a circa 30 mt dalla riva, mi limito a sbloccare le cimette di ritenuta delle pale (quelle gialle) e queste iniziano a sollevarsi lentamente per effetto della pressione dell’acqua, trovandosi quasi orizzontali giunto ormai a terra. Se poi ho necessità di dare un colpo di timone per evitare un bagnante distratto, vabbè, la barra sarà dura ma è uno sforzo che si può sopportare. Ovvio che se la timoneria non è adeguatamente robusta, perché si vuole risparmiare qualche € o mezzo Kg di peso, allora è facile che qualcosa si rompa (ma questo può avvenire anche in mare, dove sarebbe certamente peggio).
A volte, preso dalle tante cose da fare, mi capita anche di dimenticarmi di sbloccare le cimette, ma l’elasticità del sistema attutisce l’urto sul fondo (che è sabbioso), dandomi il tempo di rimediare immediatamente all’errore.

Se (quasi) tutti i catamarani del mondo hanno i timoni basculanti la ragione certamente c’è, e credo si basi sulle stesse considerazioni che ho fatto io quando ho deciso come costruire i miei.
Ho usato volutamente il plurale perché i catamarani di timoni ne hanno due e stanno alle estremità, per cui non è proprio così facile girarsi e allungare la mano come si farebbe su una deriva o un trimarano, anche se sono della Classe 10’.

Se poi, una volta all’anno, si partecipa alla Velalonga, bè, non credo proprio che i diecipiedisti si facciano intimorire dal realizzare altre due palette per bassi fondali, tipo quelle dell’Hobie Catsy (che sono addirittura fisse).

Immagine:

44,34 KB


PS.
Phil, le teste dei timoni che hai linkato sono quelle della Viadana. Se le confronti con le mie apparirà chiaro da dove ho tratto ispirazione..... Con quella cifra ho però costruito l’intero apparato di timoneria (pale, traversa, snodi, 2 stick, ecc.), e costruirò anche altre due pale Race in composito, più 2 mini pale (sempre Race) per l’eventuale Velalonga

Oggi con SailCutCAD, gratuito e a disposizione di tutti, non serve più forare il pavimento per disegnare la vela e i relativi pannelli




Autore Risposta: Mario Falci
Inserita il: 05/10/2014 13:17:29
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Le mie considerazioni erano riservate esclusivamente ai trimarani e ai monoscafi con un solo timone. Sollevare due pale a baionetta potrebbe essere troppo nei momenti in cui si arriva in spiaggia. Ripeto: se tutti fanno la stessa cosa non significa affatto che sia quella giusta.


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 05/10/2014 18:42:26
Messaggio:

Belli gli ultimi.

Adesso cambio argomento, penso che con i timoni abbiamo esplorato ogni dettaglio.

Qui sotto una bella foto della mia macchina, fatta questo pomeriggio.




A parte la bellissima macchina , la cosa da notare è quello che c'è sopra: un bell'albero usato appena acquistato.

Grazie all'intercessione di Carlo, che non ringrazierò mai abbastanza, che mi ha procurato il contatto, sono partito questa mattina per Loreto (appena dietro l'angolo, 800 Km andata e ritorno...), visto, piaciuto, tagliato in due (questo mi è sembrato quasi un delitto, ma che altro potevo fare?), caricato in macchina ed ora è nel mio garage.


Autore Risposta: luca10ft
Inserita il: 06/10/2014 06:48:08
Messaggio:

800 Km per un albero usato?! Questa si che si chiama determinazione

Hai già pensato al sistema di giunzione rapida delle due parti, perché mi interessa molto.

Anch’io sto cercando (per la verità con molta calma e senza andare troppo lontano) un alberello usato da dividere in due parti e da portami appresso nelle (eventuali ) lunghe trasferte senza avere carichi sporgenti.


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 06/10/2014 07:53:21
Messaggio:

luca10ft ha scritto:

800 Km per un albero usato?! Questa si che si chiama determinazione

Hai già pensato al sistema di giunzione rapida delle due parti, perché mi interessa molto.

Anch’io sto cercando (per la verità con molta calma e senza andare troppo lontano) un alberello usato da dividere in due parti e da portami appresso nelle (eventuali ) lunghe trasferte senza avere carichi sporgenti.



Se il prezzo è conveniente, 800 km non mi sembrano tanti.

Per quanto riguarda la giunzione, non ci ho ancora pensato.
Inoltre il primo albero che monterò l'anno prossimo sarà quello con vela latina della canoa.
Tutti mi dicono che è poco efficiente, ma intanto comincio a navigare, risolvo eventuali problemi dell'attrezzatura, e poi, durante il prossimo anno, mi concentrerò su albero e velatura nuova.


Autore Risposta: Mario Falci
Inserita il: 06/10/2014 12:10:43
Messaggio:

Il sistema è sempre lo stesso: spezzone di tubo di circa 50 cm che entra perfettamente nell'albero. 25 cm dello spezzone fissato, in questo caso con rivetti, al pezzo d'albero che sta in alto. Gli altri 25 cm entreranno a baionetta nel pezzo d'albero che sta in basso. Il tutto sta in posizione grazie a sartie, strallo cunningham e vang. Se di sezione circolare allora va inserito un piccolo grano per mantenere l'allineamento tra i due pezzi d'albero.


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 06/10/2014 14:38:34
Messaggio:

Mario Falci ha scritto:

Il sistema è sempre lo stesso: spezzone di tubo di circa 50 cm che entra perfettamente nell'albero. 25 cm dello spezzone fissato, in questo caso con rivetti, al pezzo d'albero che sta in alto. Gli altri 25 cm entreranno a baionetta nel pezzo d'albero che sta in basso. Il tutto sta in posizione grazie a sartie, strallo cunningham e vang. Se di sezione circolare allora va inserito un piccolo grano per mantenere l'allineamento tra i due pezzi d'albero.


Pensavo più lungo, anche 1 metro.

Chiedo: L'albero è circolare e ha un diametro di 55mm ed uno spessore di 3mm, quindi difficilmente troverò un tubo di alluminio da 48-49mm e spessore 3.

Se prendo un tubo da 45mm e anche di spessore 2mm, poi lo porto alla sezione giusta con fibra e/o carbonio?


Autore Risposta: Mario Falci
Inserita il: 06/10/2014 17:07:25
Messaggio:

Oppure: prendi uno spezzone dello stesso albero di diametro 55mm, lo tagli longitudinalmente togliendo una fetta di alluminio. Chiudi con morsa, martello, altro portandolo al diametro voluto ed infili come detto prima. Io faccio così ma con alberi carbonio.


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 06/10/2014 19:56:59
Messaggio:

Mario Falci ha scritto:

Oppure: prendi uno spezzone dello stesso albero di diametro 55mm, lo tagli longitudinalmente togliendo una fetta di alluminio. Chiudi con morsa, martello, altro portandolo al diametro voluto ed infili come detto prima. Io faccio così ma con alberi carbonio.


Buona idea, visto che devo accorciarlo di quasi un metro, ci proverò, grazie.


Autore Risposta: FABIOS
Inserita il: 06/10/2014 21:23:57
Messaggio:

l'idea di Mario é buona anch'io ho fatto qualcosa di simile per il mio adattando la parte superiore in carbonio ( di un wsurf) sulla base in alluminio di un laser ma non penso funzioni con solo alu semplicemente perché il carbonio é molto piu elastico. se serri l'alu lo dovrai fare precisissimo oppure saldarlo internamente auguri


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 06/10/2014 22:13:39
Messaggio:

FABIOS ha scritto:

l'idea di Mario é buona anch'io ho fatto qualcosa di simile per il mio adattando la parte superiore in carbonio ( di un wsurf) sulla base in alluminio di un laser ma non penso funzioni con solo alu semplicemente perché il carbonio é molto piu elastico. se serri l'alu lo dovrai fare precisissimo oppure saldarlo internamente auguri


Si tratta di provare, in ogni caso, si lavora su un pezzo di alluminio che al limite si butta, oppure si stringe ancora di più e si riveste con carbonio per arrivare allo spessore giusto.


Autore Risposta: Mario Falci
Inserita il: 07/10/2014 00:28:43
Messaggio:

Carbonio + alluminio non va bene. Giá provato non aderisce la resina. Probabilmente l'ossido impedisce l'adesione.


Autore Risposta: luca10ft
Inserita il: 07/10/2014 07:12:12
Messaggio:

Avendo la fortuna di disporre di un tornio non avrei alcun problema a creare un raccordo perfetto tra due tubi a sezione circolare.
L’unico dubbio sarebbe se farlo in alluminio, nylon o altro (es. ergal)
Le cose si complicano invece con sezioni diverse, tipo questa (del mio albero attuale e molto probabilmente anche di quello futuro).

Immagine:

10,5 KB


Autore Risposta: corrado
Inserita il: 07/10/2014 07:47:28
Messaggio:

Mario Falci ha scritto:

Oppure: prendi uno spezzone dello stesso albero di diametro 55mm, lo tagli longitudinalmente togliendo una fetta di alluminio. Chiudi con morsa, martello, altro portandolo al diametro voluto ed infili come detto prima. Io faccio così ma con alberi carbonio.


Concordo con Mario; fatto in passato su alluminio, bloccato con rivetti e 2 punti di saldatura opportunamente limati.
Stesso procedimento, al contrario, usato ad agosto su prolunga in acciaio del 10': spezzone dello stesso tubo; tagliato; allargato e saldato a - 30cm dal top per creare la battuta di arresto dell albero.

Saluti.


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 07/10/2014 08:01:52
Messaggio:

corrado ha scritto:

Mario Falci ha scritto:

Oppure: prendi uno spezzone dello stesso albero di diametro 55mm, lo tagli longitudinalmente togliendo una fetta di alluminio. Chiudi con morsa, martello, altro portandolo al diametro voluto ed infili come detto prima. Io faccio così ma con alberi carbonio.


Concordo con Mario; fatto in passato su alluminio, bloccato con rivetti e 2 punti di saldatura opportunamente limati.
Stesso procedimento, al contrario, usato ad agosto su prolunga in acciaio del 10': spezzone dello stesso tubo; tagliato; allargato e saldato a - 30cm dal top per creare la battuta di arresto dell albero.

Saluti.


Ricevuto. Prendo nota e così farò.


Autore Risposta: capelizzari
Inserita il: 07/10/2014 09:16:24
Messaggio:

Io ho tagliato e ricongiunto un albero da 470, sezione a goccia, con il seguente metodo:
prendi un pezzo di schiuma di polistirene estruso, diciamo 40cm, poi con un cutter e carta vetrata da 40 lo porti alle dimensioni della sezione interna del tuo albero, qualunque sia la forma (se è circolare usa altri metodi, quelli descritti qui sopra)
Poi, e qui viene il bello, togli lungo tutto il perimetro circa 3 mm, mantenendo la forma, per tutta la lunghezza del pilozzo. A questo punto hai l'anima su cui laminare vetroresina o carbonio, o un mix dei due, per uno spessore di 3mm.
Poi, a polimerizzazione avvenuta, lavori di lima e carta vetrata per rifinire la sagoma in modo che entri perfettamente nel tubo. Se serve, fai anche una leggera stuccatura per rifinire la superficie. Una lunghezza finita di 30cm per me è sufficiente.
Eventualmente poi togli l'anima con mezzi meccanici, per consentire il passaggio delle drizze.
Se interessa posso postare qualche foto, ma solo del lavoro finito.
ciao


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 07/10/2014 13:57:32
Messaggio:

capelizzari ha scritto:

Io ho tagliato e ricongiunto un albero da 470, sezione a goccia, con il seguente metodo:
...........


Altro metodo da considerare. Letto e archiviato per l'anno prossimo.


Autore Risposta: corrado
Inserita il: 07/10/2014 14:03:28
Messaggio:

interessante anche la soluzione di carlo....

x Leo, guarda il link...magari apporta altri spunti in generale per l albero...
http://www.cantierino.it/AEsperienze/Scarrafone/albero.html


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 07/10/2014 19:49:29
Messaggio:

corrado ha scritto:

interessante anche la soluzione di carlo....

x Leo, guarda il link...magari apporta altri spunti in generale per l albero...
http://www.cantierino.it/AEsperienze/Scarrafone/albero.html



Interessante, stampo e archivio.


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 09/10/2014 08:29:31
Messaggio:

Dopo aver cambiato e ricambiato idea una decina di volte, ho definitivamente deciso di fare il pozzetto centrale, come il Bipèe.
Ho già aperto un gavone sulla paratia posteriore, quindi non si torna più indietro.

Le mie domande sono:

1) - Su 50 cm di altezza della fiancata, e 15-20 cm di pescaggio, quanto alta la cassa della deriva? 30 cm vanno bene?

2) - Mi pare che il Bepée abbia un doppio fondo, vero? Se si, quanti cm dal fondo?

Grazie per i contributi.


Autore Risposta: corrado
Inserita il: 09/10/2014 11:40:57
Messaggio:

ciao Leo,
come hai visto il mio scafo centrale assomiglia al progetto triciclo, dal quale derivano bipeé e tripeé...
io pesando 90 kg ho tenuto la cassa di deriva a 40 cm e ogni tanto qualche goccia d acqua riesce ad entrare...
doppio fondo..ho usato cp 4 mm per lo scafo, quindi ho semplicemente raddoppiato lo spessore del fondo nella zona della deriva tra le due paratie. Dovendo metterci i piedi non ho alzato per creare un vero "doppio fondo", dopo diverse uscite ne sono contento perché la seduta é comoda, ma il mio é un tri.


Autore Risposta: corrado
Inserita il: 09/10/2014 11:47:46
Messaggio:

volevo allegarti una foto ma devo ridurle


Autore Risposta: renzo
Inserita il: 09/10/2014 13:35:59
Messaggio:

corrado ha scritto:

volevo allegarti una foto ma devo ridurle

Ciao Corrado,
ti metto un pezzo dell'email che ho mandato a Carlo in merito ad un programmino semplice per ridurre le foto:

Potresti istallare questo semplice programmino, da scaricare qui: http://www.ilsoftware.it/dl.asp?id=1046
Lo istalli, si chiama fast image resizer, una volta istallato lo lanci e ti aprira' una piccola finestra
Premi Option (da fare solo una volta)
in Output qualitity immetti nel campo JPEG quality 70 e selezioni JPEG se non e' gia' selezionato.
In Destination scegli subfolder e nel campo bianco vicino dovrebbe esserci gia' scritto resized
Premi Ok

Nella finestrella scegli resolution 800x600
Adesso hai finito la predisposizione, che non dovrai fare un'altra volta.

Per ridurre le foto:
apri la cartella con le foto (e' meglio che siano sul disco del pc e non sulla macchina fotografica)
selezioni le foto da ridurre e le trascini con il mouse nella finestrella vove c'e' scritto: Drop files here
Con un po' di tempo, nella stessa cartella delle foto, ti creera' una cartella di nome resized con le copie delle foto ridotte.


Renzo.


Autore Risposta: Mario Falci
Inserita il: 09/10/2014 15:03:24
Messaggio:

L'altezza del doppio fondo pozzetto deve essere posizionata a circa 5-10 cm al di sopra della linea di galleggiamento. Sarà necessario fare due ombrinali nelle due fiancate verso poppa. Io ho fatto così e funziona benissimo. Per quanto riguarda il doppiofondo ho utilizzato pvc da 3mm ed uno strato per faccia da 200gr di carbonio. Ho messo un distanziale al centro tra fondo chiglia e doppiofondo. Un tappo di ispezione per controllare ed asciugare eventuali infiltrazioni. La cassa di deriva sborda rispetto la linea di galleggiamento di circa 20cm. Con deriva inserita non entra nulla.

ciao Mario


Autore Risposta: capelizzari
Inserita il: 09/10/2014 15:21:35
Messaggio:

Mario si riferisce ad un pozzetto autosvuotante. In quel caso la cassa di deriva può anche essere a livello del doppio fondo, per cui l'acqua può fuoriuscire dalla cassa stessa, senza bisogno di fare gli ombrinali. In uno degli scafi di bipée ho fatto così, e funziona benissimo.
In Sorciverdi (progetto Mr Bean) ho fatto come dice mario (ma usando compensato da 4 mm e alcuni supporti di polistirene da 20 messi di taglio all'interno), con due ombrinali sulle fiancate, e anche questo va benissimo.
Se fai l'autosvuotante, non ti importa nulla se dalla cassa di deriva ogni tanto entra un po' d'acqua, tanto poi esce!
Se invece vuoi tenere tutta l'altezza del pozzetto per una maggior comodità, allora la cassa di deriva deve essere almeno 10 cm sopra la linea di galleggiamento.
Ciao


Autore Risposta: corrado
Inserita il: 09/10/2014 16:47:19
Messaggio:

grazie Renzo...sei un mito anche tecnologico

Mario,
posso chiederti il tipo di carbonio da 200gr utilizzato? Grazie.


Autore Risposta: corrado
Inserita il: 09/10/2014 16:57:38
Messaggio:

eureka! renzo, funziona!
eccola...foto bruttina ma...lo scafo risulterà poi da 50cm, cassa deriva alta 40cm, lughezza long ca 45 cm, abbondante per regolare la posizione (e ho fatto bene, ndr), 4 listelli in legno per compensare la spinta laterale. il doppio fondo é nascosto dal listello perimetrale....

Immagine:

33,54 KB


Autore Risposta: renzo
Inserita il: 09/10/2014 19:16:03
Messaggio:

corrado ha scritto:
eureka! renzo, funziona!
...

Molto bene, ricorda che la risoluzione la puoi cambiare e farla anche piu' piccola. Ho scritto 800x600 perche' e' il formato delle foto che metto nelle gallerie.
Renzo.


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 09/10/2014 21:43:05
Messaggio:

corrado ha scritto:

eureka! renzo, funziona!
eccola...foto bruttina ma...lo scafo risulterà poi da 50cm, cassa deriva alta 40cm, lughezza long ca 45 cm, abbondante per regolare la posizione (e ho fatto bene, ndr), 4 listelli in legno per compensare la spinta laterale. il doppio fondo é nascosto dal listello perimetrale....


Bel lavoro, non c'è che dire.
E direi che il tuo scafo prima che si rompa ce ne vuole, con quelle paratie e quei longheroni...

Prenderò un po' delle vostre idee, ci dormo sopra, e poi farò.
Grazie.


Autore Risposta: corrado
Inserita il: 10/10/2014 06:00:05
Messaggio:

vero, la sto pagando in termini di peso..2XL....peró diventa un buon motivo per mettemi a dieta..;

in compenso per ora con vento forte e lago formato reagisce bene......

la nuova, in cantiere sarà una taglia S

ps.oltre al numero velico potremmo mettere due sigle, una il peso skipper e l altra il peso barca armata


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 10/10/2014 07:16:45
Messaggio:

corrado ha scritto:

vero, la sto pagando in termini di peso..2XL....peró diventa un buon motivo per mettemi a dieta..;

in compenso per ora con vento forte e lago formato reagisce bene......

la nuova, in cantiere sarà una taglia S

ps.oltre al numero velico potremmo mettere due sigle, una il peso skipper e l altra il peso barca armata



Sei mattiniero, vedo.
Io volevo mettere il mio peso nel numero velico, ma il 130 era già occupato.
Visto che mi hanno assegnato il 143, potrei crescere di 13 chili, così corrisponderebbe, ma forse è meglio di no...


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 12/10/2014 19:11:12
Messaggio:

Guardate la foto e abbiate pietà di questo individuo.



Che malattia può avere un povero diavolo che passa così le domeniche (e quasi tutte le sere) invece di spassarsela con la sua bella mogliettina?

Urge consulto medico per dignosi.

Nutro però poche speranze di guarigione.


Autore Risposta: Mario Falci
Inserita il: 12/10/2014 23:05:04
Messaggio:

Nello stesso momento stavo usando lo stesso identico attrezzo.


Autore Risposta: corrado
Inserita il: 12/10/2014 23:12:59
Messaggio:

diecipiedite acuta...

conosco i sintomi...

dai Leo che siamo i giovincelli della classe...


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 12/10/2014 23:48:25
Messaggio:

Mario Falci ha scritto:

Nello stesso momento stavo usando lo stesso identico attrezzo.

Come su facebook, MI PIACE.


Autore Risposta: Mario Falci
Inserita il: 13/10/2014 16:01:43
Messaggio:

Phil Masnagh ha scritto:

Mario Falci ha scritto:

Nello stesso momento stavo usando lo stesso identico attrezzo.


Cosa sei dietro costruendo...?



Manutenzione ordinaria. In realtà sto cambiando radicalmente il modo in cui difendere il legno dagli agenti atmosferici passando ( solo opera morta) dal ciclo resina+mono/bicomponente poliuretanica al ciclo protettivo alta penetrazione marino+finitura.
DEKS OLJE D.1 + DEKS OLJE D.2

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50,66 KB


Autore Risposta: capelizzari
Inserita il: 13/10/2014 17:03:00
Messaggio:

Sembra interessante. Poi, tra un paio d'anni ci dirai il risultato.
Comunque hai un bel lavoro da fare!
Ciao

Rispetto la foto sono a buon punto. Ho una settimana abbastanza libera e quindi andrò spesso anche perché poi la temperatura si abbassa e potrebbero esserci dei problemi.
Sai qual'è il vantaggio del 2 ciclo? Quando vedi che il legno schiarisce basta prendere il pennello e senza tirar fuori la barca gli dai un'altra mano.


Autore Risposta: Mario Falci
Inserita il: 13/10/2014 22:35:04
Messaggio:

Phil Masnagh ha scritto:

capelizzari ha scritto:

Sembra interessante. Poi, tra un paio d'anni ci dirai il risultato.
Comunque hai un bel lavoro da fare!
Ciao


Ma soprattutto: quante barche c'hai...?


3


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 14/10/2014 21:57:50
Messaggio:

Domanda agli esperti sulle derive:

Ho pensato che si potrebbe farle pivottanti, così rientrano completamente nello scafo. Prima di tagliare il compensato, ho fatto un modellino in scala 1/3 per mostrarvelo e chiedervi un parere:



La cassa della deriva in basso è lunga 55 cm, in alto 15 cm in più davanti, ed è alta 30 cm.
La deriva ha una corda di 25 cm.



Con il perno in questa posizione risulta abbastanza centrale e fuoriesce di 30 cm dallo scafo.



Con il perno in questa posizione risulta più avanti e fuoriesce sempre 30 cm.

La domanda principale è: sono sufficienti 30 cm di deriva (7,5 dm2 di superficie)?
Per quanto riguarda il centro di deriva, essendo pivottante ha più posizioni, ovviamente anche meno superficie spostandolo indietro.

Attendo giudizi e suggerimenti.


Autore Risposta: luca10ft
Inserita il: 15/10/2014 08:18:39
Messaggio:

Considerato che quegli scafi hanno dato buona prova anche senza derive e con un carico inferiore (quindi meno pescaggio), direi che quei 30 cm potrebbero essere utili…. ma non indispensabili


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 15/10/2014 13:33:41
Messaggio:

Phil Masnagh ha scritto:
Ad ogni buon conto consiglio di inclinare anche il lato posteriore della cassa, facendolo parallelo a quello anteriore. Così l'acqua scorrerà più facilmente fuori dalla fessura praticata nella chiglia.


Buona l'idea dell'inclinazione, così ho anche più posto nel pozzetto. Comunque vedo se riesco a metterci una guarnizione in gomma che mi chiuda la feritoia attorno alla deriva e quando la deriva è sollevata.
Inoltre, se la costruisco in questo modo e poi non vanno bene, basta rifare le derive a baionetta con spessori avanti e dietro, senza rifare la cassa della deriva.

Altri pareri?


Autore Risposta: capelizzari
Inserita il: 15/10/2014 13:53:31
Messaggio:

Io grandi prove con valore scientifico non ne ho fatte. Ho già detto che anche senza deriva la barca va benino. Però devo aggiungere che normalmente metto circa 60 cm di deriva, con corda di 25 cm,e il tutto va bene. Immagino che con 30 cm si sia comunque in una situazione intermedia, abbastanza buona.
Ciao


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 15/10/2014 15:34:11
Messaggio:

capelizzari ha scritto:

Io grandi prove con valore scientifico non ne ho fatte. Ho già detto che anche senza deriva la barca va benino. Però devo aggiungere che normalmente metto circa 60 cm di deriva, con corda di 25 cm,e il tutto va bene. Immagino che con 30 cm si sia comunque in una situazione intermedia, abbastanza buona.
Ciao


Mi sa che ci provo, tanto, come ho già detto, al massimo rifaccio le derive.


Autore Risposta: luca10ft
Inserita il: 15/10/2014 16:11:23
Messaggio:

Se le fai così non avresti più larghezza e profondità?

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27,42 KB

Per catamarani con deriva pivottante guarda i Phantom (14-16-18) del Centro Nautico Adriatico.

http://www.centronauticoadriatico.com/it/catalogo/catamarani/1/1/26.aspx

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23,18 KB


Anche qui, come vedi, sono lame poco profonde




Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 15/10/2014 16:35:47
Messaggio:

luca10ft ha scritto:
Se le fai così non avresti più larghezza e profondità?


Avresti anche ragione, però dovrei buttare quelle che ho già tagliato e mezzo sagomato.
Penso che terrò quelle e vedrò di sfruttare ogni millimetro di spazio nel pozzetto per farle il più lunghe possibile.


Autore Risposta: Mario Falci
Inserita il: 15/10/2014 17:02:29
Messaggio:

Attento che le casse non ti siano di impiccio nel pozzetto. Quando cambi di bordo il pagliolato deve essere libero. Per cui é meglio che la cassa stia tra il fondo ( chiglia) ed il "pagliolato".


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 15/10/2014 17:14:21
Messaggio:

Mario Falci ha scritto:

Attento che le casse non ti siano di impiccio nel pozzetto. Quando cambi di bordo il pagliolato deve essere libero. Per cui é meglio che la cassa stia tra il fondo ( chiglia) ed il "pagliolato".


Il pozzetto lo faccio solo per mettere un po' giù le gambe, come Carlo nel Bipèe. Essendo un cat, non ci stò dentro come un tri, non dovrebbe essere un grosso problema.
Nel caso veda che lo è, faccio il pagliolato.
Il pozzetto non ho intenzione di verniciarlo, ma dargli solo 2/3 mani di resina, così qualunque modifica mi risulta più facile.

x Luca10ft:
Il perno così basso non penso vada bene, con la deriva verticale, ne resta poca per far leva nella cassa.


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 15/10/2014 19:33:47
Messaggio:

Phil Masnagh ha scritto:

Più stai basso con il perno, più deriva uscirà dalla chiglia.


Interessante la seconda, la studio. Grazie.


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 16/10/2014 00:08:11
Messaggio:

Ho modificato la posizione del perno nel modello della deriva, posizionandolo in basso:



Per tenere fuori la parte superiore resta più inclinata, però sporge di 39 cm: quindi un po' di leva in più c'è.

Quindi Luca10ft ha ragione.


Autore Risposta: luca10ft
Inserita il: 16/10/2014 07:17:38
Messaggio:

Se non eri così frettoloso e tagliavi la lama come ti avevo indicato (linea gialla), ora avresti una deriva che si apriva completamente (linea blu), più profonda e che sfruttava il massimo ingombro della cassa (ossia più larga)

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Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 16/10/2014 07:20:27
Messaggio:

x luca10ft:

e chi immaginava di cambiare idea? Le ho tagliate ed iniziato a sagomarle ancor prima di comprare il compensato per lo scafo.

Comunque ci sto pensando a rifarle, casomai quelle che ho adesso le uso come legna da ardere quest'inverno.


Autore Risposta: luca10ft
Inserita il: 16/10/2014 07:31:30
Messaggio:

Non ho capito bene come la cassa verrà posizionata all’interno dello scafo, ma il perno così in basso potrebbe creare problemi di infiltrazioni se lo farai con un bullone passante. La cosa andrebbe studiata bene prima di decidere…. prima di tagliare.... e prima di bruciare le vecchie derive


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 16/10/2014 08:20:11
Messaggio:

luca10ft ha scritto:

Non ho capito bene come la cassa verrà posizionata all’interno dello scafo, ma il perno così in basso potrebbe creare problemi di infiltrazioni se lo farai con un bullone passante. La cosa andrebbe studiata bene prima di decidere…. prima di tagliare.... e prima di bruciare le vecchie derive

Per il perno ho già pensato. Faccio due feritoie nelle pareti della cassa dal basso, e le derive le infilo da sotto, poi metto delle spine in qualche modo per evitare che mi cadano giù.


Autore Risposta: corrado
Inserita il: 16/10/2014 09:06:39
Messaggio:

lquaggi ha scritto:

[quote]Phil Masnagh ha scritto:
Ad ogni buon conto consiglio di inclinare anche il lato posteriore della cassa, facendolo parallelo a quello anteriore. Così l'acqua scorrerà più facilmente fuori dalla fessura praticata nella chiglia.


Buona l'idea dell'inclinazione, così ho anche più posto nel pozzetto. Comunque vedo se riesco a metterci una guarnizione in gomma che mi chiuda la feritoia attorno alla deriva e quando la deriva è sollevata.
Inoltre, se la costruisco in questo modo e poi non vanno bene, basta rifare le derive a baionetta con spessori avanti e dietro, senza rifare la cassa della deriva.

Ciao Leo,
sotto puoi utilizzare le "lamine per deriva", io ho usata quella da 50 mm codice WDER003 con relativa colla.
Quando ho stuccato il fondo ho messo dello scotch da pacchi dove poi avrei incollato le lamine, ho incollato e poi rifinito il tutto.


Immagine:

50,33 KB


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 17/10/2014 00:31:07
Messaggio:

luca10ft ha scritto:

Se non eri così frettoloso e tagliavi la lama come ti avevo indicato (linea gialla), ora avresti una deriva che si apriva completamente (linea blu), più profonda e che sfruttava il massimo ingombro della cassa (ossia più larga)

Immagine:

30,57 KB


Caro luca10ft, mi spiace, ma il tuo disegno è sbagliato.
L'ho scaricato, stampato e misurato, trovando un errore: il braccio di leva del disegno Blu è più lungo del 27% rispetto agli altri 2.

L'estensione massima non può essere superiore all'inclinazione del lato anteriore, pena la sparizione del braccetto nella cassa. Come si può vedere qui sotto:



Questo disegno sfrutta al massimo lo spazio a disposizione nel pozzetto, e come si vede sono riuscito ad ottenere una fuoriuscita di quasi 46 cm con deriva larga 30 cm.
Quindi molto meglio del primo modello.

Provo quindi a farle così. Quelle che avevo già iniziato a sagomare le tengo da parte, e magari le finisco anche. Con gli opportuni spessori si possono utilizzare nelle stesse casse.


Autore Risposta: luca10ft
Inserita il: 17/10/2014 06:46:17
Messaggio:

Avevo fatto quel disegno con Paint in meno di un minuto e a mano libera. Ovvio che può contenere errori di scala
Mi interessava solo mostrarti il concetto, poi i calcoli precisi avresti dovuto farli tu.

Comunque ho provato a rifare il modello in base alle misure che hai indicato e questa volta con AutoCAD.
Per la massima estensione ci vorrebbe un braccetto lungo circa 12 cm (ammesso che ti basti una uscita finale di 3 cm) e della stesso spessore della deriva.

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21,1 KB

Immagine:

13,4 KB

Qui c’è anche il video che mostra il funzionamento




Se invece sei vincolato da quei 20 cm che si leggono in basso a sinistra, allora queste sono le misure e la deriva non uscirà del tutto.

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17,56 KB

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14,29 KB

Ovviamente ho dovuto ricorrere all’immaginazione per le misure che non hai indicato (angolo, spessore della cassa, posizione del perno, ecc), quindi potrebbero esserci altri errori, ma credo che mi perdonerai
Es. Se posizioni il perno a 2x2 (anziché a 3x3) guadagni un cm in profondità e aumenti la superficie.

PS. A quale indirizzo ti mando la fattura?

PS2. Comunque ancora non ho capito come pensi di rendere completamente stagna la zona del perno. Credo che sia un altro aspetto progettuale da risolvere assolutamente prima di passare alla realizzazione pratica.


Autore Risposta: corrado
Inserita il: 17/10/2014 07:20:07
Messaggio:

cappuccio e brioches...2.20 euro
brunch................10.00 euro
svegliarsi e con il caffé fumante vedere youtube con autoCAD...non ha prezzo

per tutto il resto Luca10ft

ps complimenti


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 17/10/2014 07:22:11
Messaggio:

x luca10ft:
tu fammi pure tutti i disegni, per la fattura.... vedremo....
E, si, sono vincolato a quei 20 cm, per aumentarli dovrei ridurre la lunghezza della cassa, quindi guadagnerei da una parte e perderei dall'altra.
Per quanto riguarda il perno stagno, appena faccio il disegnigno, lo posto sul forum.

Grazie per la consulenza volontaria e gratuita.

P.S. - Una domanda: io ho postato il mio disegno alle 00.31, tu hai datto tutti quei disegni, un video, e risposto alle 6.46. Ma quando dormi?


Autore Risposta: luca10ft
Inserita il: 18/10/2014 07:38:22
Messaggio:

Normalmente dormo quando ho sonno e uso la sveglia biologica.

Alle 00.31 di ieri stavo ronfando alla grande... io....

Comunque tranquillo. Non ti applicherò la tariffa notturna


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 18/10/2014 17:34:31
Messaggio:

Comincia a somigliare a qualcosa che può navigare?



N.B. - La coperta e i supporti traverse solo solo appoggiati, manca ancora la struttura interna di fissaggio e rinforzo.


Autore Risposta: luca10ft
Inserita il: 19/10/2014 08:38:28
Messaggio:

Per somigliare gli somiglia ma quel pozzetto l’avrei assolutamente evitato, come pure la doppia traversa anteriore.

Se proprio vuoi tenerlo allora io allargheri l’oblò il più possibile. Tieni presente che la cornice qualcosa ti porta via e quando sei in acqua, ristretto sul tampolino, è tutto più difficile rispetto allo spazio e alla stabilità del garage


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 19/10/2014 08:57:28
Messaggio:

luca10ft ha scritto:
Per somigliare gli somiglia ma quel pozzetto l’avrei assolutamente evitato, come pure la doppia traversa anteriore.

Se proprio vuoi tenerlo allora io allargheri l’oblò il più possibile. Tieni presente che la cornice qualcosa ti porta via e quando sei in acqua, ristretto sul tampolino, è tutto più difficile rispetto allo spazio e alla stabilità del garage


La doppia traversa è indispensabile per poter utilizzare l'albero non insartiato della canoa (l'albero e la vela seri li farò durante il prossimo anno), inoltre anche con l'albero serio, potrò metterci la slitta per spostarlo.

Perché allargare l'oblò il più possibile? Se intendi per usarlo come gavone, non è necessario, quello l'ho fatto sulla paratia posteriore, uno sportello da 20 cm x 30 cm. L'oblò rotondo sulla paratia anteriore serve unicamente per arieggiare l'interno quanto lo scafo è in garage.

La cornice intendo farla larga solo 4 cm, poiché per il trampolino ho progettato di fare un telaio quadrato di tubi, non ho bisogno di struttura robusta per i fissaggi del trampolino.


Autore Risposta: luca10ft
Inserita il: 19/10/2014 09:12:55
Messaggio:

Si, pensavo volessi usare anche lo spazio anteriore come gavone. Se pensi di portati appresso parecchia roba, sarebbe opportuno distribuire meglio i pesi.
Per cornice intendevo quella del tappo che chiuderà l’oblo. Anche se ti serve solo per arieggiare (sempre buona cosa), dovresti almeno poter inserire un braccio e arrivare comodamente ovunque, sia per asciugare eventuali infiltrazioni o condensa, sia per qualche lavoretto


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 19/10/2014 11:50:44
Messaggio:

luca10ft ha scritto:

Si, pensavo volessi usare anche lo spazio anteriore come gavone. Se pensi di portati appresso parecchia roba, sarebbe opportuno distribuire meglio i pesi.
Per cornice intendevo quella del tappo che chiuderà l’oblo. Anche se ti serve solo per arieggiare (sempre buona cosa), dovresti almeno poter inserire un braccio e arrivare comodamente ovunque, sia per asciugare eventuali infiltrazioni o condensa, sia per qualche lavoretto


Con il braccio arrivo al gomito. Riesco a raggiungere gli attacchi delle traverse da sotto.

Non penso di portami dietro tanta roba, se dovessi fare una gita, posso sempre legare una borsa stagna sulle traverse anteriori che, essendo due, sono comode anche per questo.


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 19/10/2014 19:39:10
Messaggio:

Phil Masnagh ha scritto:
Io però rinforzerei un attimo il listello che delimita il pozzetto.


L'idea è proprio quella:
  • Sotto il listello, un correntino sagomato in compensato di pioppo 2 cm di spessore e largo 4 cm,
  • sopra, affiancato al primo, un listello in samba 2 cm x 2 cm.
  • In questo modo creo un muraletto di 4x4.
  • Sopra ancora una fetta di compensato marino 6 mm per portare a livello della coperta,
  • infine un bordino interno in compensato marino 3 mm per l'estetica.


Resta sempre il punto di stress, visto che questo muraletto non prosegue dopo le paratie, ma penso che sia abbastanza robusto...


Autore Risposta: corrado
Inserita il: 19/10/2014 19:55:38
Messaggio:

se puó servire, questa la soluzione che ho adottato io per irrigidire, tenendo conto che è un multistrato di pioppo da 4mm.
peso 90 e in regata non ho problemi (di resistenza del telaio) passando tutto il tempo sui bordi dello scafo centrale e trampolini



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Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 19/10/2014 22:50:20
Messaggio:

Phil Masnagh ha scritto:

Porcaloca ma qui c'è un'intera flottiglia di barcheeeette con la poppa a punta...!!!

Saranno più sexi.


Autore Risposta: luca10ft
Inserita il: 20/10/2014 06:37:38
Messaggio:

Mah! Per i miei gusti ci vorrebbero un po’ di polpa e un po’ di curve. Invece vedo solo ossa e spigoli


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 20/10/2014 08:23:00
Messaggio:

lquaggi ha scritto:

Phil Masnagh ha scritto:
Io però rinforzerei un attimo il listello che delimita il pozzetto.


L'idea è proprio quella:
  • Sotto il listello, un correntino sagomato in compensato di pioppo 2 cm di spessore e largo 4 cm,
  • sopra, affiancato al primo, un listello in samba 2 cm x 2 cm.
  • In questo modo creo un muraletto di 4x4.
  • Sopra ancora una fetta di compensato marino 6 mm per portare a livello della coperta,
  • infine un bordino interno in compensato marino 3 mm per l'estetica.


Resta sempre il punto di stress, visto che questo muraletto non prosegue dopo le paratie, ma penso che sia abbastanza robusto...


Rispondo a me stesso perché ho cambiato un po' idea:
Il listello in samba che affiancherò al primo, lo faccio 20 cm più lungo, 10 per parte oltre le paratie, così elimino il punto debole.
Inoltre, la fetta di compensato sotto, invece di farla da 2 cm la farò da 6 mm, tanto penso non cambi tanto in termini di robustezza.


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 25/10/2014 23:25:00
Messaggio:

Stato di avanzamento: Supporti per le traverse.
Dopo averli tagliati, ho pensato al sistema migliore per rendere la sede della traversa il più precisa possibile, con quel poco di gioco per lo spessore della vernice e per un po' di lasco finale.
Ho fatto così:



Ottenuto un tampone sagomato fissando un pezzo di carta vetrata ad una delle traverse, e fissato uno dei supporti per mantenere l'allineamento con il piano, ho carteggiato finché la traversa con la carta vetrata scorreva bene.
Poi ho carteggiato tutte le facce e arrotondato un po' gli spigoli.


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 25/10/2014 23:29:09
Messaggio:

Qui si può ammirare un'opera astratta composta dai 12 supporti delle 3 traverse:



Ammetto, dopo averli carteggiati tutti, ero un po' fuso,
Però bisogna dire che sono venuti molto precisi.

Vista laterale:



Adesso vado a dormire che è meglio.


Autore Risposta: corrado
Inserita il: 26/10/2014 06:04:43
Messaggio:

geniale l'idea dell' opera astratta

dovremmo dire a renzo di fare una galleria apposita per l'estro fotografico


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 04/11/2014 23:14:52
Messaggio:

Supporti per le traverse: Seconda puntata.

Sono praticamente pronto a fissarli sugli scafi. Nella foto qui sotto c'è tutta la ferramenta:



- Le aste filettate piegate saranno i prigionieri annegati nel ponte con i quali fisserò i supporti.
- I tubetti di ottone vanno infilati a pressione nei fori dei supporti per evitare infiltrazioni d'acqua e conseguente bloccaggio del legno sui prigionieri (vedi foto sotto).



In questa foto sono ben evidenti i 3 fori sul supporto:
- Nel foro centrale cieco è infilato un tubo di alluminio che arriva al supporto sulla mura opposta. Il tubo serve per contrastare la forza a stringere dei legacci.
- I due fori passanti servono al passaggio degli elastici o delle cime che utilizzerò per legare le traverse.

Nelle tre foto successive si dovrebbe capire come fisserò i supporti al ponte:
1) Tavola di compensato 2 cm sotto la coperta per il fissaggio dei prigionieri.



2) Simulazione fissaggio vista da sotto. Il quadrello di legno sotto il compensato, una volta annegato tutto nella resina, impedisce la rotazione del prigioniero sotto lo sforzo del fissaggio con i dadi.



3) Simulazione fissaggio vista da sopra.



Con tutto il lavoro che sta dietro a questi benedetti supporti, guai a chi mi dice che non vanno bene.


Autore Risposta: Mario Falci
Inserita il: 05/11/2014 22:36:31
Messaggio:

Vanno bene, ma perchè non li incolli semplicemente alla coperta. Per maggiore sicurezza puoi unire le due parti con chiodi in legno ( spine) sempre da resinare.


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 05/11/2014 23:44:47
Messaggio:

Mario Falci ha scritto:

Vanno bene, ma perchè non li incolli semplicemente alla coperta. Per maggiore sicurezza puoi unire le due parti con chiodi in legno ( spine) sempre da resinare.

Per tre motivi:
  • Ho la tendenza ad eccedere per paura sulla tenuta,
  • se cambio idea sul sistema, li posso sostituire,
  • se reputo più avanti che la terza traversa non serva, posso togliere tutto e fissare dei blocchetti squadrati meno ingombranti.


In pratica, avere più flessibilità e possibilità di cambiare idea.


Autore Risposta: Mario Falci
Inserita il: 06/11/2014 00:48:37
Messaggio:

Ottimi motivi, tranne il primo. Se eccedi per paura come fai a capire che é in realtá sovradimensionato?


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 06/11/2014 07:19:40
Messaggio:

Mario Falci ha scritto:

Ottimi motivi, tranne il primo. Se eccedi per paura come fai a capire che é in realtá sovradimensionato?

Hai ragione, non lo scoprirò mai.
Però scoprire il contrario è peggio...


Autore Risposta: luca10ft
Inserita il: 06/11/2014 07:47:55
Messaggio:

Il collegamento scafo/traverse è una delle parti più sollecitate del catamarano. Se non ricordo male a qualcuno gli si sono anche rotti di recente (forse sul Bipèe di Carlo). Sul classe A "Zero" della Bimare le traverse (carbonio) vengono addirittura incollate allo scafo (carbonio) in via definitiva.
Credo quindi che un paio di bulloni (o di prigionieri) siano più che giustificati. Speriamo invece che l’anello debole non siano gli elastici (che io eviterei come la peste bubbonica) o le cime (poco meglio) .


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 06/11/2014 13:19:13
Messaggio:

luca10ft ha scritto:

Il collegamento scafo/traverse è una delle parti più sollecitate del catamarano. Se non ricordo male a qualcuno gli si sono anche rotti di recente (forse sul Bipèe di Carlo). Sul classe A "Zero" della Bimare le traverse (carbonio) vengono addirittura incollate allo scafo (carbonio) in via definitiva.
Credo quindi che un paio di bulloni (o di prigionieri) siano più che giustificati. Speriamo invece che l’anello debole non siano gli elastici (che io eviterei come la peste bubbonica) o le cime (poco meglio) .


Si è rotto un cavallotto del Bipée di Carlo. Però era fatto in lamierino di rame...

La Chica di Jacopo ha le traverse legate con gli elastici.
Puoi anche leggere l'articolo di Paolo Procesi (il mio mentore sulle traverse legate) al link:
http://www.cantierino.it/AEsperienze/CozzabiancaRev/a.html

In ogni caso, se vedo che i legacci non tengono bene, proprio per come ho fatto i supporti, smontabili e 1 cm più altri della metà del tubo, abbassandoli di 1 cm ho spazio a sufficienza e possibilità di inserire i bulloni di ritenuta per un cavallotto.


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 09/11/2014 09:04:49
Messaggio:

Inserisco il disegno aggiornato (probabilmente definitivo) della deriva pivottante:



Il rettangolino piccolo sulla paratia anteriore è l'ingombro del tappo di ispezione anteriore (ho abbondanto un po' con lo spessore).
Il retttangolo sulla paratia posteriore è l'ingombro dello sportello aperto del gavone posteriore, circa 20x30cm.
Il pozzetto è lungo 99 cm, la cassa della deriva è alta 30 cm.
La deriva, quando è aperta del tutto, sporge sotto lo scafo di 50 cm.

Come programma di disegno ho utilizzato DraftSight, un bel Cad gratuito molto avanzato.
Per chi vuole avere informazioni su questo e altri software di disegno e modellazione gratuiti, ho trovato questo sito: http://www.openoikos.com/ tutto in italiano.


Autore Risposta: luca10ft
Inserita il: 09/11/2014 11:19:01
Messaggio:





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Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 09/11/2014 11:24:35
Messaggio:

Phil Masnagh ha scritto:

Con il perno in quella posizione ti ritrovi in questa situazione:

Non essendoci fermo, la lama di deriva potrebbe andare in over-rotazione.

Per limitare la over-rotazione si può chiudere con un listello (anche più alto di quanto schematizzato) la parte anteriore della fessura da cui esce la deriva. Sagomando poi di conseguenza la deriva in quella zona per evitare interferenze:

Se però sposti il perno in avanti di un tot avrai un conseguente aumento del pescaggio pari a quel tot. Il centro di deriva si sposterà pure lui in avanti.


La deriva non può andare così in avanti, in quanto la barretta in alto, quella dove fisserò le cimette per la rotazione, non può andare dentro la cassa.
Al fermo non avevo pensato, può essere una buona idea, anche se è difficile che il cat vada in retromarcia e ci sia una spinta in avanti. Però sarebbe utile come finecorsa, quello sì.
Riguardo al centro di deriva, è già più avanti di quello che pensavo. Il foro lo farò comunque dopo averci ragionato ancora.
Devi tener conto che inizialmente userò una vela latina, quella della canoa, poi una randa per le regate, e infine anche un fiocco per le gite in due.
Di conseguenza, di centri velici ne avrò almento 3. Infatti ho già preventivato l'installazione fra le due traverse anteriori di una slitta per il piede d'albero di 15-20 cm.
P.S. - Che Cad usi?


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 09/11/2014 11:28:17
Messaggio:

luca10ft ha scritto:

Caro Luca, devo dire che le tue idee sono ottime.
Per il tappo anteriore, in realtà sporge anche meno di 1 cm, ho solo un po' esagerato nel disegno.
Per quanto riguarda il portello del gavone posteriore, la tua sarebbe una bella idea, però dovrei rifare la paratia, e comprare un portello nuovo più stretto. Quello che ho installato è rettangolare con le cerniere non spostabili, quindi: o così, o pomì.
P.S. - E tu che Cad usi?


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 09/11/2014 22:37:56
Messaggio:

Altra fase della costruzione: il montaggio provvisorio dei supporti delle traverse.



E' provvisorio nel senso che non ho fissato il compensato della coperta. Adesso che ho fatto i fori, smonto tutto, incollo i prigionieri da sotto con la resina, impermibilizzo l'interno dello scafo con resina e poliuretanica, poi incollo definitivamente la coperta.



In questa seconda foto si può notare un errore che ho fatto: la paratia è storta, non è per niente a 90 gradi con l'asse longitudinale. Per fortuna le altre 3 sono a posto.
Poi è bello l'effetto ottico: i supporti sembrano divergenti, mentre sono assolutamente paralleli.


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 09/11/2014 22:49:19
Messaggio:

Visto che c'ero, ho provato un paio di metodi di legatura.

Il primo, con cima in Dyneema:



Il secondo, con corda elastica:




Con il primo metodo, se non si stringe molto forte, il tubo avrebbe una leggera tendenza a scorrere. A questo ho pensato di ovviare con una spina in acciaio infissa nel supporto esterno, che entra per 1 cm in un foro del tubo. I nodi: gassa e mezzi colli, li trovo molto sicuri.

Con il secondo metodo, la tendenza a scorrere sparisce. Però la legatura è più complicata da fare, in quanto la corda elastica scorre molto meno. Inoltre, non mi fido molto del nodo. Se si smolla appena appena, essendo la corda elastica, presumo che si sciolga di colpo.


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 10/11/2014 00:01:39
Messaggio:

Phil Masnagh ha scritto:

lquaggi ha scritto:
La deriva non può andare così in avanti, in quanto la barretta in alto, quella dove fisserò le cimette per la rotazione, non può andare dentro la cassa.
....
P.S. - Che Cad usi?


Veramente non capisco come faccia la barretta a non entrare nella cassa... Il cad è Rhinoceros.

Perché metterei comunque un fermo anche sopra.

E' a pagamento il Cad?


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 10/11/2014 00:04:25
Messaggio:

Ho disegnato l'armo con la vela latina:


Autore Risposta: luca10ft
Inserita il: 10/11/2014 07:05:37
Messaggio:

Pensavo che il gavone posteriore avesse un’antina in legno. Quindi come non detto.
Sono i rischi che si corrono quando un progetto viene modificato in corso d’opera.

Per la legatura io proverei a fare così, usando una cima (sempre in dyneema) di diametro contenuto (4/5 mm) che ti consente di fare più giri, quindi di stringere più forte limitando l'allungamento che deriva dll'assestamento dei nodi(tanto il legno te lo sega anche la cima grossa)

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Quanto alle derive, bè vedi tu. Io rimango dell’idea che sono comunque inutili, quindi qualsiasi soluzione va bene, salvo prestare attenzione su dove cadrà il centro di deriva.

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PS.
Io uso un vecchio AutoCAD 2004 quasi regalato poiché ormai obsoleto per chi lo usa per lavoro, ma ancora più che sufficiente per le mie ludiche esigenze.
Questi disegni (che forse è meglio chiamare ritocchi) li ho invece fatti con paint.


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 10/11/2014 07:22:38
Messaggio:

luca10ft ha scritto:

Pensavo che il gavone posteriore avesse un’antina in legno. Quindi come non detto.
Sono i rischi che si corrono quando un progetto viene modificato in corso d’opera.

Per la legatura io proverei a fare così, usando una cima (sempre in dyneema) di diametro contenuto (4/5 mm) che ti consente di fare più giri, quindi di stringere più forte limitando l'allungamento che deriva dll'assestamento dei nodi(tanto il legno te lo sega anche la cima grossa)

Quanto alle derive, bè vedi tu. Io rimango dell’idea che sono comunque inutili, quindi qualsiasi soluzione va bene, salvo prestare attenzione su dove cadrà il centro di deriva.

PS.
Io uso un vecchio AutoCAD 2004 quasi regalato poiché ormai obsoleto per chi lo usa per lavoro, ma ancora più che sufficiente per le mie ludiche esigenze.
Questi disegni (che forse è meglio chiamare ritocchi) li ho invece fatti con paint.



La cima che ho usato è proprio dyneema 4/5 mm, quindi è ok.
Inoltre, direi anche che con paint te la cavi molto bene.


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 10/11/2014 07:25:24
Messaggio:

Phil Masnagh ha scritto:

Rhinoceros è a pagamento, ma lo puoi scaricare gratis e usare per 90 giorni. Da quel momento in poi non salvi più ma lo puoi utilizzare come visualizzatore di files. Per esempio: faccio un disegno 3d, te lo mando e tu lo vedi e te lo rigiri, ecc, esattamente come farei io, ma non puoi salvare le modifiche.

Naturalmente ci sono anche mezzi illeciti per scaricare il programma aumma aumma dalla rete, ma io non so come si faccia.

http://www.rhino3d.com/download


Bhe, se vuoi provare quello che ho trovato io, lo scarichi gratuitamente al link:
http://www.3ds.com/it/prodotti-e-servizi/draftsight/
Ti chiede di registrati entro 30 giorni, ma comunque non paghi niente neppure quando lo fai.
Comincio a trovarmi molto bene, somiglia moltissimo all'Autocad Lite che avevo usato anni fa.


Autore Risposta: capelizzari
Inserita il: 10/11/2014 10:48:56
Messaggio:

lquaggi ha scritto:

Bhe, se vuoi provare quello che ho trovato io, lo scarichi gratuitamente al link:
http://www.3ds.com/it/prodotti-e-servizi/draftsight/
Ti chiede di registrati entro 30 giorni, ma comunque non paghi niente neppure quando lo fai.
Comincio a trovarmi molto bene, somiglia moltissimo all'Autocad Lite che avevo usato anni fa.

Ho provato a scaricarlo, ma non mi funziona!. Sembra aprirsi, ma poi compare una finestra che dice "draftsight ha smesso di funzionare " e si chiude...E addio bisi!
In effetti io non ho effettuato la registrazione, ma apparentemente dovrebbe funzionare per 30gg anche senza...
Boh, incompatibilità con w7?

Io poi non ho mai usato un cad. C'è qualche tutorial in giro che voi esperti potete suggerire?
Grazie


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 10/11/2014 11:52:00
Messaggio:

capelizzari ha scritto:

lquaggi ha scritto:

Bhe, se vuoi provare quello che ho trovato io, lo scarichi gratuitamente al link:
http://www.3ds.com/it/prodotti-e-servizi/draftsight/
Ti chiede di registrati entro 30 giorni, ma comunque non paghi niente neppure quando lo fai.
Comincio a trovarmi molto bene, somiglia moltissimo all'Autocad Lite che avevo usato anni fa.

Ho provato a scaricarlo, ma non mi funziona!. Sembra aprirsi, ma poi compare una finestra che dice "draftsight ha smesso di funzionare " e si chiude...E addio bisi!
In effetti io non ho effettuato la registrazione, ma apparentemente dovrebbe funzionare per 30gg anche senza...
Boh, incompatibilità con w7?

Io poi non ho mai usato un cad. C'è qualche tutorial in giro che voi esperti potete suggerire?
Grazie

Il mio va benissimo: ho W7 64 bit, 16GB Ram.
Comunque, puoi andare al link: http://www.openoikos.com, dove oltre al DraftSight consigliano anche NanoCad, e iscrivendoti alla NewsLetter mi pare di aver capito che trovi anche dei tutorial.

Carlo, che ne pensi di come sta venendo il "gemello diverso" del tuo Bipée?


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 10/11/2014 23:51:20
Messaggio:

Per calcolare la posizione delle lande per le sartie, ho disegnato la pianta:



Le lande vanno a 56 cm dall'albero.

Direi che il CAD è molto utile!


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 11/11/2014 22:27:09
Messaggio:

Penso di aver risolto il problema dello scorrimento laterale delle traverse nei supporti:



Ho inserito uno spinotto in ogni supporto esterno. E' infisso nel legno per 1,5 cm e entra nel tubo di alluminio per 1 cm attraverso un foro apposito.
Tiene secondo me benissimo, e non si vede.


Autore Risposta: capelizzari
Inserita il: 12/11/2014 07:14:19
Messaggio:

Phil Masnagh ha scritto:

Rhinoceros è a pagamento, ma lo puoi scaricare gratis e usare per 90 giorni. Da quel momento in poi non salvi più ma lo puoi utilizzare come visualizzatore di files. Per esempio: faccio un disegno 3d, te lo mando e tu lo vedi e te lo rigiri, ecc, esattamente come farei io, ma non puoi salvare le modifiche.

Naturalmente ci sono anche mezzi illeciti per scaricare il programma aumma aumma dalla rete, ma io non so come si faccia.

http://www.rhino3d.com/download


prova qui: tntvillage.scambioetico.org...Una miniera!

Il mio problema è che non capisco niente di cad, porca miseria!


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 16/11/2014 15:20:04
Messaggio:

Sono passato al timone. Nello specifico, barra e sistema di sollevamento e ritenuta:







I cavetti sono ovviamente provvisori, poi metterò qualcosa di meglio.
Il cavallotto superiore, oltre che a fermare il cavetto di sollevamento, tiene anche fermo il perno del timone. Nella seconda foto, guardando bene, si vede che ha una feritoia e non un foro per il fissaggio, così è sufficiente allentare leggermente il bullone per toglierlo e quindi sfilare il perno.


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 16/11/2014 15:21:37
Messaggio:

La fucina da cui sta nascendo la mia barca.


Autore Risposta: Mario Falci
Inserita il: 16/11/2014 15:30:57
Messaggio:

Molto più ordinata e pulita della mia. Comunque complimenti per la realizzazione. La prossima sarai più attento ai pesi...ne sono sicuro :-))


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 22/11/2014 00:17:05
Messaggio:

Penso che questa sia la deriva defintiva:



Esce di 54 cm, quindi appena 6 cm in meno la deriva del Bipée. Sarà leggermente meno efficiente a causa dello smusso posteriore, ma dovrebbe andare bene lo stesso.

Il perno sarà inserito in due binari verticali aperti da sotto, e poi sarà bloccato per non poter scendere. In questo modo non c'è entrata d'acqua nel pozzetto.

Visto che la deriva viene infilata da sotto, la cassa della deriva sopra sarà sigillata. Avrà solo due piccoli fori, possibilmente con guarnizione ad anello, dove passeranno le due cime per sollevarla e per abbassarla, sullo stesso stile dei timoni.

Se va tutto come previsto, l'entrata d'acqua dalla cassa della deriva dovrebbe essere molto limitata, anche se il livello dell'acqua arrivasse quasi alla coperta.


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 22/11/2014 21:32:49
Messaggio:

Idea nata all'improvviso. Poiché ho fatto il pozzetto, perché precludermi la possibilità in futuro di fare anche un trimarano, utilizzando uno dei due scafi?

Praticamente il contrario di quello che ha fatto Carlo.

Detto e fatto: comprato tubo in materiale plastico con diamentro interno 57 mm e spessore 3mm, sfruttato il compensato già presente a livello della coperta per la mastra, e alcuni avanzi per fare la scassa.



In questo momento si sta indurendo la resina con cui ho incollato la scassa alla base.
Sotto la scassa, in compensato 2 cm, c'è un altro pezzo di compensato anche questo di 2 cm incollato al fondo. Fra i due, quello che sembra un foglio di carta, è un lamierino di alluminio che fa da base di appoggio per l'albero, impedendogli così di smangiare il compensato ed evitare che si impregni di umidità.

P.S. - Ho anche tagliato le derive con la forma come da disegno, quindi avanti con le pivottanti.


Autore Risposta: luca10ft
Inserita il: 23/11/2014 08:30:44
Messaggio:

C’è qualcosa che non mi torna.
Nel catamarano hai voluto mettere due traverse anteriori per sostenere una slitta con cui variare la posizione dell’albero insartiato.
Nel trimarano avrei fatto identica cosa, con la stessa slitta (o più corta in base allo spazio disponibile) fissata in coperta (opportunamente rinforzata) per variare la posizione dell’albero (se utilizzerai due sole traverse) oppure fissata alle due traverse anteriori (se ne userai tre) esattamente come nella versione Cat.
Mi sembra invece un controsenso prevedere la scassa fissa.
Trattandosi della stessa barca in versione “double face” io avrei cercato la massima intercambiabilità tra i vari pezzi.

Boh! Credo che andrò a farmi un altro caffè


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 23/11/2014 19:36:03
Messaggio:

luca10ft ha scritto:

C’è qualcosa che non mi torna.
Nel catamarano hai voluto mettere due traverse anteriori per sostenere una slitta con cui variare la posizione dell’albero insartiato.
Nel trimarano avrei fatto identica cosa, con la stessa slitta (o più corta in base allo spazio disponibile) fissata in coperta (opportunamente rinforzata) per variare la posizione dell’albero (se utilizzerai due sole traverse) oppure fissata alle due traverse anteriori (se ne userai tre) esattamente come nella versione Cat.
Mi sembra invece un controsenso prevedere la scassa fissa.
Trattandosi della stessa barca in versione “double face” io avrei cercato la massima intercambiabilità tra i vari pezzi.

Boh! Credo che andrò a farmi un altro caffè




Facendo la scassa fissa, se mai farò il trimarano, potrò mettere un albero non insartiato. Domanda, sui trimarani 10 piedi, ce ne sono con le sartie?
In ogni caso, con le derive pivottanti, il centro di deriva è variabile.

Comunque, è solo un tubo infilato dentro lo scafo, ci ho messo 1 ora in tutto a piazzarlo; potrei sempre fare anche come suggerisci tu, piazzando una slitta sulle due traverse anteriori che, in questo caso, una terrebbe gli amas, l'altra sarebbe sufficiente lunga solo mezzo metro, esclusivamente per la slitta.


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 23/11/2014 23:27:47
Messaggio:


Domanda, sui trimarani 10 piedi, ce ne sono con le sartie?

Ho guardato le foto della flotta, quasi tutti i trimarani hanno strallo e sartie.


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 02/12/2014 22:06:21
Messaggio:

Altro punto fermo quasi raggiunto: ho completato la verniciatura interna dei gavoni di prua e di poppa.
Appena asciutta la vernicie stesa stasera, posso finalmente chiudere le due coperte.



Ho dato una mano di resina e due mani di poliuretanica monocomponente, tutte a pennello. Per stendere una mano ho impiegato mediamente 1 ora e 1/4. Contanto che in tutto sono 6 passate (3 per scafo), ho speso la bellezza di 7 ore e 1/2.

Consumato circa 300-400 gr di resina e 800 ml di vernice.

A parte la prima mano, sempre indossato maschera di gomma con filtri anti solventi, altrimenti, sai che botta di veleno?


Autore Risposta: Mario Falci
Inserita il: 03/12/2014 15:14:57
Messaggio:

Io avrei messo soltanto una mano di turapori ed una di poliuretanica.


Autore Risposta: FABIOS
Inserita il: 03/12/2014 15:27:56
Messaggio:

Do ragione a Mario stai esagerando con la robustezza e il peso di conseguenza
a meno che voglia fare una transat


Autore Risposta: luca10ft
Inserita il: 03/12/2014 18:54:16
Messaggio:

Per me l’epossidica va bene, però ne avrei data un’altra mano sul fondo e sui lati per un’altezza di 20 cm (ovvero dove si accumula se entra acqua nei gavoni o fa condensa).
Invece della poliuretanica avrei dato una mano di smalto bianco sintetico per esterno (il più economico reperibile in ferramenta) per una maggiore luminosità del gavone.


Autore Risposta: Mario Falci
Inserita il: 03/12/2014 23:39:30
Messaggio:

luca10ft ha scritto:

Per me l’epossidica va bene, però ne avrei data un’altra mano sul fondo e sui lati per un’altezza di 20 cm (ovvero dove si accumula se entra acqua nei gavoni o fa condensa).
Invece della poliuretanica avrei dato una mano di smalto bianco sintetico per esterno (il più economico reperibile in ferramenta) per una maggiore luminosità del gavone.



Anche questa è una buona soluzione.


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 04/12/2014 06:47:10
Messaggio:

luca10ft ha scritto:

Per me l’epossidica va bene, però ne avrei data un’altra mano sul fondo e sui lati per un’altezza di 20 cm (ovvero dove si accumula se entra acqua nei gavoni o fa condensa).
Invece della poliuretanica avrei dato una mano di smalto bianco sintetico per esterno (il più economico reperibile in ferramenta) per una maggiore luminosità del gavone.


E a me che tre mani parevano poche...

Il peso si è accumulato solo per la resina comunque, buona parte del peso della poliuretanica è il solvente, quindi evaporato con l'asciugatura.

Ho letto molto sulla verniciatura degli scafi, e si parla sempre di 4-5 mani come minimo, arrivando anche a 8-10 per l'esterno.

Io mi sono limitato a 3, e con poliuretanica monocomponente (adatta all'opera morta), perché lo scafo per la maggior parte del tempo resta fuori dall'acqua.

Riguardo alla luminosità, il gavone anteriore è solo per la galleggiabilità, ha solo uno sportello tondo da 8 cm per l'aereazione, mentre il gavone posteriore ha uno sportello da 20 cn x 30 cm, quindi penso che luce ne entri a sufficienza.

FABIOS ha scritto:

Do ragione a Mario stai esagerando con la robustezza e il peso di conseguenza
a meno che voglia fare una transat


Devo ancora pesare gli scafi, sono ancora incompleti, ma non mi sembrano troppo pesanti quando li sollevo. Le pareti sono in compensato da 4 mm, fondo e coperta da 6 mm. Dovendo camminarci sopra io, con i miei 130 kg, forse è ancora leggerino... Infatti penso di aggiungere dei bagli sotto la coperta, dove non c'è il compensato da 20 mm. Però in tubo quadro di alluminio, robusto e leggero.

Per la verniciatura esterna sto pensando di dare 2 mani di resina, poi 2-3 mani di, e qui sono ancora in dubbio, poliuretanica o acrilica.

Un barattolo di poliuretanica da 0,75 su Spraystore viene quasi 25 €, mentre un barattolo di acrilica al Brico viene dai 14 ai 15 €.

Attendo consigli dagli esperti.


Autore Risposta: luca10ft
Inserita il: 04/12/2014 07:43:18
Messaggio:

Purtroppo ormai la vernice poliuretanica (anche monocomponente) costa più dell’epossidica, quindi conviene usarla per lo stretto necessario (cioè quando serve una vernice).

Per quanto ne so, la poliuretanica non ha particolari caratteristiche di resistenza agli agenti atmosferici rispetto ad altre vernici per esterno, però è molto dura, quindi adatta a superfici esposte ad usura (es. graffi, urti, abrasioni, ecc.).
All’interno dei tuoi gavoni (specie in quello aperto solo per l’aereazione) la vedo quindi sprecata.

Anche sul numero delle mani ci sarebbe da discutere, perché per proteggere il legno (interno) dalle infiltrazioni dell’umidità, due mani potrebbero essere più che sufficienti.

Per l’esterno io darei due mani di epossidica come fondo (anche 3 se ti avanza), più altre 3/4 mani di poliuretanica più che altro per proteggere l’epossidica dai raggi UV (salvo che non usi quella già dotata di schermo protettivo, che però costa di più), oltre ovviamente per la sua durezza.
Non avrei poi dubbi su una vernice monocomponente anche non di marca strettamente marina, che vendono nei brico a prezzi ancora abbordabili (es. la Syntilor che trovavo all’OBI di Rimini)




Autore Risposta: Mario Falci
Inserita il: 04/12/2014 10:45:20
Messaggio:

Per un lavoro professionale, dopo aver levigato la resina prima con una 120 e dopo con una 240, bisogna mettere un fondo epossidico o poliuretanico. Spruzzare leggermente con una bomboletta un colore per marcare i difetti. Levigare con una 180, eventualmente stuccare con stucco da carrozzieri. Quindi spruzzare un paio di mani di bicomponente poliuretanica. Tutti questi passaggi li ho visti fare nei cantieri e provati di persona sulle mie barche.


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 17/12/2014 22:34:13
Messaggio:

E' bello poter vedere come verrà una volta finito:



.... quasi finito .....


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 20/12/2014 17:59:45
Messaggio:

Una faticaccia, ma il risultato comincia a vedersi:



Ho montato i tubi longitudinali che supporteranno il trampolino, che quindi non verrà fissato allo scafo, ma solo alla struttura in allumino.

Nel punto in cui si innestano nelle traverse è tutto rinforzato tramite tondi in teflon torniti e forati:



Il pezzo più lungo è infilato dentro il tubo longitudinale, e lo scalino, impedendo che il cilindro entri nel tubo, lo rende inamovibile una volta al suo posto.
Il pezzo tondo di traverso è infilato dentro il tubo trasversale, in modo che il peso del trampolino e dell'equipaggio non sia supportato dal foro nell'alluminio, che anzi è più largo del necessario, ma solo dal cilindro di teflon.



Nella realtà, l'asta filettata che si vede uscire dal cilindro sarà più corta, così da evitare di forare fuori per fuori la traversa.


Autore Risposta: Mario Falci
Inserita il: 22/12/2014 21:26:56
Messaggio:

Solo per discutere e non certo per criticare. Ma come mai avendo giá a disposizione le fiancate interne dei due scafi non li utilizzi per fissare il trampolino.? Non credi che forare le traverse ed inventarsi degli snodi a "t" solo per questo motivo sia una complicazione ed un peso in più inutile? Altra cosa che va sempre presa in considerazione sono le fasi di montaggio. Meno cose da montare meno tempo da dedicare alla barca a terra. Io peró in questo non faccio testo perchè ho l'armo più complicato della classe


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 23/12/2014 00:03:07
Messaggio:

Pesa un pò di più, è vero, però penso, e spero che quando lo armerò di non andare incontro a delusione, che il montaggio sia abbastanza veloce.
Il trampolino ho intenzione di farlo così:



Infilato sui tubi longitudinali e legato con due corde sui tubi trasversali.

Il disegno nel post l'ho fatto per farmi fare il preventivo, ho intenzione di farlo in microforato. Mi hanno dato un campione, ed è resistentissimo.


Autore Risposta: luca10ft
Inserita il: 23/12/2014 07:10:59
Messaggio:

Leonardo, se può esserti utile ti segnalo questa discussione (riguarda il trampolino del Baby Gorilla).

http://www.diecipiedi.it/forum/topic.asp?TOPIC_ID=394

Era nato all’insegna della fretta (le ditte stavano chiudendo per le ferie estive) e del risparmio (tra tessuto, saldature, fori, occhielli… e disturbo… avevo speso una quarantina di €).
Tutto sommato mi trovo bene e per ora non ho intenzione di cambiarlo.

Il microforato è meglio per il drenaggio e per l’effetto vela che può evitare (o limitare).
Certamente pesa anche qualcosa in meno del tessuto pieno.
Il mio trampolino finito sviluppa cm 100x120 e partendo da un tessuto da 600 gr/mq alla fine è arrivato a quasi 1,3 Kg (tra tasche, rinforzi e occhielli).

Per quanto riguarda la resistenza, tieni presente che oltre a non rompersi deve anche essere il meno elastico possibile, altrimenti ti ritrovi con il sedere che striscia o picchia sull’acqua e avrai anche il trampolino sempre bagnato per le infiltrazioni che entrano da sotto (specie nel tuo caso, che hai preferito fare i pozzetti anziché delle sedute comode e spaziose ).



Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 23/12/2014 08:31:23
Messaggio:

Luca,

il microforato, almeno il campioncino che mi hanno dato, non lo allunghi neanche di un millimetro. Su un metro con il mio peso sopra qualcosa immagino lo farà, però penso poco.

Comunque mi faccio fare il preventivo anche con doppio strato di tessuto, se non viene troppo, lo faccio così.

Non penso comunque di pociare le chiappe in acqua. Tieni conto che lo scafo dovrebbe uscire dall'acqua di 30 cm, e il trampolino si trova a 7 cm sopra la coperta (4 cm di supporto e 3 cm di mezzo tubo).

Comunque, ho le braghette in neoprene, quindi anche se mi bagno, non entra.

P.S. - E' vero che ho i pozzetti, ma posso sedermi sui tubi laterali.


Autore Risposta: Mario Falci
Inserita il: 23/12/2014 13:15:47
Messaggio:

Dando le spalle alla scotta?


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 23/12/2014 13:52:58
Messaggio:

Mario Falci ha scritto:

Dando le spalle alla scotta?


Con i piedi nel trampolino, come se mi sedessi sullo scafo se fosse chiuso. Però restando un pelo più alto con le chiappe.

Può darsi che poi non risulti comodo, ma lo scopriremo solo navigando.

Dovrei riuscire anche a sedermi sul bordo esterno dello scafo, con i piedi dentro il pozzetto, ma ancora non lo so. Finché non c'è la cassa della deriva, non posso provare la posizione.

Non sono mai salito in vita mia su un catamarano, quindi per me è tutta una novità.


Autore Risposta: Mario Falci
Inserita il: 23/12/2014 15:40:51
Messaggio:

Io sono andato con il mio Nova per alcuni anni ed all'inizio avevo un trampolino. Posso dirti che é molto scomodo. Successivamente sono intervenuto costruendo un trampolino rigido in sandwich ricavando due sedute alte 25 cm e due comodi gavoni e tutto è migliorato. Dovresti vederlo nella rubrica dedicata alle barche costruite. Dalla mi esperienza posso predirti che con venti leggeri dovrai sederti vicino il centro barca e starai scomodo, con venti più forti potrai sederti sul bordo ( un po' stretto) piú esterno e con le gambe nel pozzetto e starai meglio. Poi mi saprai dire.


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 23/12/2014 16:28:51
Messaggio:

Mario Falci ha scritto:

Io sono andato con il mio Nova per alcuni anni ed all'inizio avevo un trampolino. Posso dirti che é molto scomodo. Successivamente sono intervenuto costruendo un trampolino rigido in sandwich ricavando due sedute alte 25 cm e due comodi gavoni e tutto è migliorato. Dovresti vederlo nella rubrica dedicata alle barche costruite. Dalla mi esperienza posso predirti che con venti leggeri dovrai sederti vicino il centro barca e starai scomodo, con venti più forti potrai sederti sul bordo ( un po' stretto) piú esterno e con le gambe nel pozzetto e starai meglio. Poi mi saprai dire.


M'era venuto in mente anche un'idea balzana: mettere delle prolunghe di mezzo metro alle traverse, e fare due panchette esterne agli scafi, da usare quando c'è un forte sbandamento.

Che sia troppo balzana?

.... e magari con due amas sotto..... ma qui è meglio fermarsi...


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 23/12/2014 17:32:15
Messaggio:

Mario,

ho dato un'occhiata al Nova....

Ma non è troppo bassa la seduta sull'acqua?

Potrei farci un pensierino anch'io ad una cosa così...


Autore Risposta: Mario Falci
Inserita il: 23/12/2014 21:46:27
Messaggio:

Parli dell'intradosso del trampolino rigido rispetto la linea di galleggiamento? In questo caso posso dirti che sono circa 30cm, ne più ne meno della misura di altri poliscafi. Ho fatto decine e decine di regate sia sui laghi che al mare. Certo non stiamo parlando di usare il cat con mare formato, naturalmente.


Autore Risposta: luca10ft
Inserita il: 24/12/2014 07:15:11
Messaggio:

Il sistema che hai adottato per la costruzione del trampolino è simile a quello dell’Hobie 16. Il tubo laterale non è stato pensato per adagiarvi il fondoschiena (non l’ho provato ma ho sentito dire che è piuttosto scomodo), ma per appoggiare i piedi stando al trapezio.
Se vuoi una seduta comoda dovresti fare così

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18,4 KB

http://www.sitnsail.com/

come è stato fatto anche sui 10 piedi (v. Catalodino n. velico 2)

Ho poi seri dubbi nel potersi sedere sul bordo esterno dello scafo tenendo i piedi nel pozzetto.
Innanzi tutto l’appoggio è scomodo (forse più del tubo) e non resisterai a lungo. Poi avresti le gambe molto vicine al corpo e un baricentro molto vicino all’esterno della barca che ti farà cadere fuori bordo alla minima rollata.

Potrebbe invece risultare comodo sedersi sul trampolino con i piedi nel pozzetto (quindi spalle al boma).
Per fare cosa? Beh! Ad esempio per pescare

Per sfruttare il pozzetto come seduta, si sarebbe potuto pensare ad una apertura rettangolare (contorno rosso) con dei binari su cui fare scorrere una seduta (blu) che si sposta a seconda dell’esigenza e che si potrebbe anche togliere.
In alternativa si sarebbe potuto allargare il bordo esterno (linea verde), eventualmente anche fuori murata (linea gialla), per creare una piccola panchetta su cui sedersi con i piedi nel trampolino.

Immagine:

35,24 KB



Colgo l’occasione per augurare a tutti

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Autore Risposta: Mario Falci
Inserita il: 24/12/2014 16:31:38
Messaggio:

Avrei voluto suggerirti la stessa modifica che dice Luca. In effetti non ci vuole molto ad ampliare il bordo esterno dei due scafi con del compensato per avere due sedute un po' più comode. Bastano 15 cm. e' vero che il trampolino attualmente assomiglia a quello dell'hobbie ma lí era giustificato dagli scafi con una coperta che segue un cavallino accentuato ed un opera morta bassissima con una struttura tubolare che porta il trampolino ad un'altezza accettabile.


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 24/12/2014 17:41:06
Messaggio:

Le due panchette le avevo pensate, applicate a delle prolunghe delle traverse (vedi 2/3 post fa).

Magari le faccio più avanti, chissà?

Anche l'idea della panca con i binari non è male, ci si potrebbe pensare.

Il bello dell'autocostruito è anche questo, no?

Oggi ero andato a farmi fare il preventivo per il trampolino, ma erano chiusi per la vigilia... Peccato, aspetterò l'anno prossimo...

Intanto,


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 26/12/2014 08:28:15
Messaggio:

Auguri nuovamente a tutti!

P.S. - Nella mia firma ho inserito il link alla pagina dove documento la costruzione della mia barchetta.


Autore Risposta: FABIOS
Inserita il: 26/12/2014 11:36:55
Messaggio:

BUONE FESTE A TUTTI


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 31/12/2014 18:03:35
Messaggio:

Quesito per gli esperti.

Ho disegnato l'armo con la vela latina e con albero insartiato.

Ho impostato l'angolo delle sartie a 120°, ottenendo quindi che le lande sono 58 cm dietro l'albero.

Nel disegno sotto, ho girato la vela fino a toccare una delle sartie.

Che dite, va bene così, oppure meglio che sposti le lande un pò più avanti (non penso però che si possa poi tanto)?


P.S. - Auguri di Buon 2015!!!


Autore Risposta: capelizzari
Inserita il: 01/01/2015 18:18:52
Messaggio:

Ciao Leonardo.
Mi sembra decisamente troppo. Nel mio le sartie sono a 30 cm, e non ho trovato problemi. Tieni presente che di poppa devi poter aprire la randa al massimo.
Auguri per il nuovo anno


Autore Risposta: luca10ft
Inserita il: 02/01/2015 08:01:22
Messaggio:

Immagine:

32,39 KB


Se tu avessi le crocette acquartierate (gialle) normalmente ti darebbero i seguenti valori dell’angolo a):
- 18/20° sei hai il paterazzo
- circa 25° se non hai il paterazzo come migliore compromesso tra l’esigenza di controventare l’albero verso poppa e quella di lascare la randa il più possibile.

Il problema è che monti l’albero sulla slitta, per cui devi trovare l’angolo ottimale nella posizione mediana, che poi varia spostando l’albero verso prua o verso poppa.
Altrimenti devi mettere su slitte anche le lande

L’angolo b) (tra albero e sartia) non dovrebbe invece essere inferiore a 11°


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 02/01/2015 08:21:59
Messaggio:

Carlo e Luca:

Se lego le sartie alla traversa mediana, ottengo i 30 cm che dice Carlo e circa i gradi che dice Luca, quindi si può provare.

I gradi di inclinazione delle sartie, come da disegno sono 30, quindi se le fisso a 30 cm dall'albero, come dice Carlo, arrivo quasi agli 11° che dice Luca.

Quest'armo, con la vela latina, mi impedisce di mettere crocette e paterazzo, al massimo potrei usare le sartie volanti, ma sai che lavoro?

Per quanto riguarda la posizione delle lande, se devo piazzarle dietro la traversa mediana, oppure spostarle perché sposto l'albero sulla slitta, non ho grossi problemi, in quanto sarebbero fissate sulle fiancate a livello del pozzetto, e qualche buco in più appena sotto la cinta per poter spostare le lande avanti o indietro, non è quello che mi fa affondare.

Lo scopriremo solo navigando...


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 08/01/2015 21:48:03
Messaggio:

Ho completato un altro pezzo:



Si tratta della rotaia per fissare il piede dell'albero ed il bompresso (o spingone, visto l'armo latino).

Il primo foro è già occupato dal bompresso ed il secondo dal perno di fissaggio del piede dell'albero, ricavato da un tondo pieno di alluminio tornito e sagomato appositamente per consentire la rotazione nei due sensi, avanti-indietro e destra-sinistra, così da togliere ogni sforzo alla rotaia dovuto a flessioni dell'albero.

I due profili ovali vanno sopra le due traverse. Vengono fissati con delle fascette metalliche a vite (se le trovo abbastanza lunghe) attraverso i fori che si intravedono alle estremità, e restano centrati al loro posto grazie a due perni inox da 8 mm che sporgono per sotto al centro di ognuno, e che si infilano in due fori corrispondenti al centro delle traverse.


Autore Risposta: Mario Falci
Inserita il: 09/01/2015 13:43:17
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Le fascette le avrei fatte passare sopra visto che i profili non scivolano grazie ai perni inox da 8mm e non dovrebbero essere sollecitati se non a scorrere rispetto le traverse.


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 09/01/2015 13:56:54
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Mario Falci ha scritto:

Le fascette le avrei fatte passare sopra visto che i profili non scivolano grazie ai perni inox da 8mm e non dovrebbero essere sollecitati se non a scorrere rispetto le traverse.


Si può sempre fare, dipende sempre se le trovo abbastanza lunghe, altrimenti prendo un paio di metri di cima e lego il tutto.


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 12/01/2015 23:00:05
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Progetto dello snodo a piede albero:



Il foro inferiore si fissa al perno posteriore della rotaia, l'albero si infila nella parte superiore, lunga 5 cm, con diametro uguale a quello interno del tubo di alluminio.

Questo snodo è fatto per l'albero della vela latina, che fa 35 mm di diametro esterno.

P.S. - Phil, ho imparato un pochino il cad?


Autore Risposta: luca10ft
Inserita il: 13/01/2015 06:53:35
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Visto che il tuo albero non è rotante (il che avrebbe anche poco senso con una sezione tonda), lo snodo mi sembra un inutile peso e complicazione (oltre a tempo e denaro sprecato).

Resta comunque un ottimo esercizio di Cad (pronto per la stampante 3D)

Se l’albero entra nella rotaia, sarebbe più che sufficiente inserire alla base (per 5/6 cm) un prezzo pieno tornito a misura (nylon, teflon, alluminio o al limite anche di legno ma attenzione che si gonfia bagnandosi), poi forarlo e arrotondarlo un pochino per farlo ruotare (cioè abbattere) verso prua e verso poppa.


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 13/01/2015 07:23:05
Messaggio:

luca10ft ha scritto:

Visto che il tuo albero non è rotante (il che avrebbe anche poco senso con una sezione tonda), lo snodo mi sembra un inutile peso e complicazione (oltre a tempo e denaro sprecato).

Resta comunque un ottimo esercizio di Cad (pronto per la stampante 3D)

Se l’albero entra nella rotaia, sarebbe più che sufficiente inserire alla base (per 5/6 cm) un prezzo pieno tornito a misura (nylon, teflon, alluminio o al limite anche di legno ma attenzione che si gonfia bagnandosi), poi forarlo e arrotondarlo un pochino per farlo ruotare (cioè abbattere) verso prua e verso poppa.



Il materiale l'ho comprato da Metalparma: un tondo pieno da 35 mm lungo 20 cm per l'armo latino temporaneo, ed un tondo pieno da 55 mm lungo 20 cm per l'albero definitivo con randa classica. Il tutto per 30 € comprese le spese di spedizione.

Il blocco sotto, in tondo da 35 mm sagomato e forato, peserà al massimo un paio di etti....

Ho progettato il doppio snodo anche per evitare danni in fase di montaggio dell'albero sulla slitta. Poiché è composta da pezzi di alluminio rivettati assieme, se per qualsiasi motivo sforzo l'albero lateralmente, rischio un po' alla volta di rovinarla.

Il pezzo che dici tu è quello verde nel progetto.

Ho deciso per l'alluminio per la facilità di lavorazione, molto migliore del teflon. La tornitura me la faccio fare, il resto della lavorazione: via di seghetto a mano, trapano e lima.


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 15/01/2015 07:22:13
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Phil Masnagh ha scritto:

lquaggi ha scritto:
P.S. - Phil, ho imparato un pochino il cad?


Mo spetacolare...!!! Son soddisfazioni vedere i propri allievi venir su così bene...


Soddisfazioni?
Allora anche tu non ti sei accorto che ho sbagliato il pezzo sotto: lo smusso deve essere dall'altra parte, allineato sull'asse longitudinale, altrimenti, come fa a ruotare dentro la U della rotaia?

Già ridisegnato (creando anche meno solidi di prima):


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 17/01/2015 18:52:16
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Altro passetto avanti: ho iniziato le casse delle derive pivottanti.



La prima foto mostra uno dei fianchi in verticale, con la deriva ed il suo perno in tubo 20 mm infilato nella feritoia verticale. Il secondo fianco è aperto per far vedere la feritoia, con in fondo la sede tonda di appoggio per il perno. La deriva, quando è tutta aperta, fuoriesce di 54 cm.



La seconda foto fa vedere la deriva chiusa, e le feritoie da dove viene inserita al suo posto. In ogni feritoia viene poi infilata una lametta in alluminio per fare da ritenuta, e sopra un listone in compensato avvitato sui fianchi (che saranno allargati con dei listelli) e per la tenuta una guarnizione in neoprene.

L'unica entrata possibile per l'acqua saranno i fori di passaggio delle due cime utilizzate per sollevare e abbassare la deriva. Cerco di farli il più precisi possibile, in modo di avere solo qualche spruzzetto ogni tanto.

Che ne dite?


Autore Risposta: luca10ft
Inserita il: 18/01/2015 09:49:23
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Mi sembra che il bordo di uscita della deriva (cerchio rosso) sia molto sottile.
Forse potrà anche reggere la pressione dell’acqua, ma se urta qualcosa è facile che si rompa o comunque che resti sensibilmente scheggiato.

Se metti una foto dell’insieme si riesce a capire meglio l’intero meccanismo.
La deriva la infili da sopra?


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 18/01/2015 13:52:58
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È vero che il bordo di uscita è sottile, ma ha le venutature trascersali e inoltre non arriva fino in fondo, perchè la deriva è tagliata in diagonale. Penso quindi che non corra troppi rischi.

Si, la infilo da sopra, quando torno giù in garage/cantiere questo pomeriggio, vedo se riesco a fare una foto più comprensibile.

Questa mattina ho completato la sagomatura delle due derive. Che lavoraccio! Mi mancano ancora da sagomare i due timoni, ma almeno sono più sottili e più stretti.
Inoltre, ho fatto anche un po' di muscoli a furia di andar giù di pialla, raspa e carta vetrata! Dovrei far meno fatica.


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 18/01/2015 17:52:02
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Fatto i fori per le cime di ritenuta e sollevamento, metto qualche foto. Forse ora si capisce un po' meglio il meccanismo.








Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 25/01/2015 18:55:33
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Complice il bel tempo, stamattina ho armato per la prima volta il mio treXL, ovviamente tutto con cime provvisorie. In questo modo sono riuscito a calcolare le misure dei cavi in acciaio dello strallo e delle sartie, oltre l'altezza del bozzello della drizza e del golfare per il fissaggio del bompresso allo scafo.







La vela è più bassa di quanto sarà alla fine, avevo calcolato male l'altezza sull'albero del bozzello della drizza.

L'albero è alto 350 cm, mentre il bompresso è lungo 160 cm. Con le sartie posizionate più o meno come mi ha consigliato Luca10ft, l'albero è effettivamente abbastanza stabile. Con gli spaghetti che ho usato come strallo e sartie, ovviamente lo potevo flettere parecchio, ma poi, con cavi in acciaio e cime in dyneema, sarà sicuramente molto più stabile.

Nella seconda foto si vede che il bompresso ha quattro cime, due fissate alla varea, e due ad un golfare sulla verticale delle prue degli scafi.
All'inizio avevo messo solo le due anteriori, ma mi sono reso conto che con un bompresso così lungo, c'era troppa flessione. Allora ho aggiunto le due centrali. Le definitive, saranno in dyneema quelle anteriori, e in acciaio quelle centrali.

Qui chiedo un consiglio: la vela latina è di 5,2 mq, ed è oltretutto meno efficiente della randa Marconi. Avrei quindi pensato di aggiungere un fiocco. Se lo faccio in modo che non si intralci con la randa, ottengo un fiocco di circa 1 mq. Se lo faccio più ampio, tipo genoa, posso aggiungere almeno un altro 1/2 mq, però ho paura che quando eseguo una virata possa incattivirsi sull'angolo di mura della randa.

Voi che dite: Fare il fiocco, oppure un piccolo genoa, oppure niente?


Autore Risposta: Mario Falci
Inserita il: 25/01/2015 20:15:11
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Faccio una considerazione: la vela latina, di cui parli, è uguale alla mia vela a "chela". Unica differenza risibile è il fatto che io arcuo le antenne ed ho un angolo nel punto di mura, sicuramente un po' minore. La mia è tirata su da un bipode, la tua invece da un albero. Insomma siamo li. SE porti verso poppa tutta la vela sino a rendere parallela l'antenna di prua all'albero hai il vantaggio di virare portando tutta la vela sottovento senza che l'albero interferisca con il tessuto, porti indietro il CV della randa utile per bilanciare il CV del fiocco o genoa e sicuramente non avrai intralcio tra vele di prua e randa. Ma prima di scegliere il fiocco o il genova qualche calcolo semplice semplice della risultante dei CV la farei.
Mario


Autore Risposta: Mario Falci
Inserita il: 25/01/2015 20:17:06
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Autore Risposta: luca10ft
Inserita il: 26/01/2015 06:42:42
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Di vela latina io non ne so mezza , per cui mi è difficile dare consigli.
In rete si trovano però tantissime foto di barche con il fiocco che sormonta la vela, come farebbe un genova nell’armo a sloop o a cutter.
Poi occorre vedere se è possibile manovrarli entrambi da solo.

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Se fosse possibile starei certamente sulla misura massima (1,5 mq), anche per dare un minimo di forma al tessuto.
Cercherei però di disegnarlo in modo che sia compatibile anche con il nuovo albero, altrimenti rischia di finire presto abbandonato in un angolo del garage

Per le manovre fisse (sartie e strallo) io eviterei d’acciaio in favore del dyneema scalzato di pari sezione (che garantisce circa lo stesso carico di rottura), guadagnando così in peso, lavorabilità, maneggiabilità e costo (come minimo si risparmiano le redance e i manicotti per le piombe).
Il primo svantaggio è che occorre imparare a fare le impiombature sul tessile, ma una volta appresa l’arte essa tornerà certamente utile per tante altre cosucce che servono in barca (grilli, loop, briglie, ecc.).
Il secondo svantaggio è che il dyneema ha un allungamento leggermente superiore all’acciaio, ma su barche così piccole, dove lo scafo e già abbastanza flessibile di suo, la cosa dice poco e potrebbe riflettersi solo su valori millimetrici di catenaria lungo lo strallo (e quindi sul fiocco).

Le briglie intermedie del bompresso forse sono inutili perché la trazione dello strallo (che provoca compressione lungo il tubo) tenderà a piegarlo anche verso il basso.
Forse sarebbe meglio metterci un diamante simile a quello degli antichi velieri.

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In alternativa al diamante si può irrobustire la parte centrale del bompresso infilandoci un listello di legno pieno o un tubo di alluminio più piccolo.... che forse è la soluzione migliore



Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 26/01/2015 08:14:58
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luca10ft ha scritto:
Le briglie intermedie del bompresso forse sono inutili perché la trazione dello strallo (che provoca compressione lungo il tubo) tenderà a piegarlo anche verso il basso.
Forse sarebbe meglio metterci un diamante simile a quello degli antichi velieri.

In alternativa al diamante si può irrobustire la parte centrale del bompresso infilandoci un listello di legno pieno o un tubo di alluminio più piccolo.... che forse è la soluzione migliore


Io penso invece che le briglie intermedie siano utili, se non altro per la direzione della forza di trazione sul bompresso, che è quasi verticale, mentre le briglie più lunghe, tirando indietro l'albero con le mani, non oppongono quasi nessuna resistenza, quasi sicuramente perché sono troppo inclinate. Comunque le lascio, sono belle da vedere e dovrebbero contrastare qualcosa la flessione del bompresso.

Per quanto riguarda lo strallo e le sartie, ho dato un'occhiata ai costi e ai carichi di rottura.
Dyneema scalzato 4mm (penso il minimo da usare) 2.05€ al metro, carico di rottura 1950 daN.
Cavo acciaio 2mm (quello che ho comprato) 1.08€ al metro, carico di rottura 3.30 ckN.
Se qualcuno mi spiega a cosa corrispondono il KG le unità di misura del carico di rottura, capisco meglio, però mi sembra comunque molto più alto quello dell'acciaio.
Vero è che si tratta di una barchetta da 8m2 massimo di vela....
Tenendo conto del costo delle redancie e dei morsetti (ho preso quelli duplex, che reputo i più facili da assemblare senza attrezzi speciali - provato ieri sera, è vero), effettivamente il costo dovrebbe essere simile.
Quindi avrei anche potuto usare dyneema scalzato. Visto che le impiombature ho iniziato ad imparare a farle.
Bhe, pazienza.

Il dyneema, con calza, lo uso negli ultimi 50 cm con un paranco 2:1 per tendere lo strallo e le sartie. Bozzello con arricavo e strozzascotta sulla sartia, bozzello semplice sulla landa. Ha funzionato bene anche con le cimette da 1,5mm che ho usato ieri.

Per quanto riguarda il fiocco, anche se poi non lo usassi più, ho intenzione di farlo in Lankotex, quindi con poca spesa. Lo considero soprattutto un utile esercizio per costruire poi randa e fiocco dell'albero definitivo.

Sono ancora incerto fra fiocco e genoa, appunto per il fatto che non ho il prodiere a bordo.
Mi è però venuta un'idea per il genoa, ma non so se è valida; chiedo a voi:
Se fisso una cimetta alla bugna del genoa, la passo in un bozzello legato allo strallo, e la porto fino al trampolino, quando devo virare, posso tesarla e così raccogliere il genoa verso prua, per farlo passare davanti all'angolo di mura della randa; poi, o prima, bisogna provare, lasco la scotta del genoa, così passa di mura. Infine cazzo la nuova scotta e lasco la cimetta.
Si è capito? Potrebbe andare?


Autore Risposta: luca10ft
Inserita il: 26/01/2015 16:15:57
Messaggio:

1 N (Newton) = 0,102 Kgf (Kg forza o Kg peso)
1 daN (deca Newton) = 10 N = 1,02 Kgf
1 kN (kilo Newton) = 1000 N = 102 Kgf


Dal listino Spraystore:

- Dyneema scalzato SK 75 4 mm carico rottura 1950 daN (equivalenti a 1989 Kgf) €/ml 2,05
- Cavo inox per sartie 2 mm 1x19 carico rottura testato 3,30 kN (equivalenti a 337 Kgf) €/ml 1,04
Il Dyneema costa circa il doppio ma ha un carico di rottura quasi 6 volte superiore.
Il Dyneema è esagerato, ma qual cavetto inox lo userei solo per controventare il palo dell’antenna TV

Raffronto a parità di diametro (3 mm)

- Dyneema scalzato SK 75 carico rottura 1050 daN (equivalenti a 1070 Kgf) €/ml 1,2688
- Cavo inox per sartie 1x19 carico rottura testato 7,42 kN (equivalenti a 756 Kgf) €/ml 1,22
Il Dyneema costa 4,88 cent. in più al ml, ma si guadagnano 294 Kgf (circa +25%) di robustezza, che riduce anche l’allungamento.

Invece del Lancotek cercherei di rimediare una vecchia vela in Dacron (potresti trovarla quasi gratis) utilizzando i suoi pannelli per ritagliare quelli più piccoli che serviranno per il fiocco, oltre a recuperare altri pezzi utili.
Sicuramente durerà più del Lancotek e in più farai esperienza con il Dacron se poi lo utilizzerai per le vele definitive.


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 26/01/2015 16:32:31
Messaggio:

Mi hai quasi convinto. Ormai questa la faccio con il cavo, per l'albero definitivo, vedrò se usare il dyneema.

Per la vela, non so dove cercare. Ho guardato le offerte di vendita della classe A, ma non è che trovi qualcosa quasi gratis.

Hai dei suggerimenti?


Autore Risposta: capelizzari
Inserita il: 26/01/2015 21:02:12
Messaggio:

Tra dyneema e cavetto di acciaio...Io feci le stesse considerazioni alcuni anni fa e scelsi il tessile, trascurando il fatto che una cosa è il carico di rottura, e un'altra è l'elasticità. A pari carico di rottura il dyneema è sensibilmente più elastico, e su stalli e sartie questo conta! Tant'è vero che su Poletta ho sostituito le sartie e lo strallo con l'acciaio per ridurre la catenaria. E lo stesso ho fatto sui 10'.
Conclusione : assolutamente acciaio da 2.5 o 3mm!
Ciao


Autore Risposta: capelizzari
Inserita il: 26/01/2015 21:25:33
Messaggio:

Dico la mia anche sulla vela...
Lancotex o dacron? Non c'è dubbio che il Dacron nuovo sia 10 volte meglio, sopratutto perché i pannelli sono più rigidi e riesci a tagliarli con precisione assai maggiore. Ma comprare una vela vecchia per utilizzare il materiale, non lo consiglio proprio. Giusto se te la danno gratis puoi provare. A me regalano una randa di un Meteor,dalla quale pensavo di trarre un fiocco per Poletta. .. Be' l'esposizione agli UV l'aveva resa così fragile che si strappava con niente. Ho utilizzato solo la tavoletta di penna!
Il Lancotex è un buon materiale economico e resistente, e anche duraturo. È solo un po troppo elastico, e difficile da tagliare con precisione, appunto per l'elasticità. Insomma, non avrai una grande vela da regata, ma un'onesta vela da passeggio si!


Autore Risposta: luca10ft
Inserita il: 27/01/2015 07:11:43
Messaggio:

Il problema della catenaria affligge un pò tutte le barche del mondo, di tutte le tipologie e dimensioni, tanto è vero che le vele di prua vengono sempre disegnate con l’inferitura concava, capace di adattarsi alla catenaria che inevitabilmente farà lo strallo.
Ricondurre questo problema alla sola differenza di elasticità tra tessile e metallo mi sembra quindi un pò riduttivo e non spiega, ad esempio, la larga diffusione che sta avendo il tessile (compreso il Dyneema SK 75) nelle sartie volanti (anche strutturali), nei paterazzi e negli stralli di trinchetta amovibili (cioè che vengono armati per far fronte alle condizioni dure).
Ovviamente non stiamo parlando di barche armate a Cat (cioè con sola randa), perché qui un pò di allungamento del sartiame non rappresenta alcun problema. È sempre più rigido un albero insartiato anche con volgare poliestere, che un albero senza sartie.

Sul Lankotex vorrei fare un’altra valutazione costi/benefici.
Siamo proprio sicuri che per piccole vele di 1 o 1,5 mq. alla fine si spenda meno rispetto al Dacron?
Ma anche se trovassimo del Lancotek venduto a misura (anziché in pezze di grandezza prestabilita), quei pochi € di differenza per acquistare circa 2 mq. di tessuto compensano la notevole differenza di qualità tra i due prodotti (e delle vele finite)?


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 27/01/2015 08:27:10
Messaggio:

Riguardo alle sartie, visto che il Gorillino, con le sartie in dyneema, mi pare vada più che bene, per le dimensioni dei nostri natanti mi sembra non ci sia questa grande differenza fra acciaio e dyneema.

Per la vela latina ho completato ieri sera strallo e sartie in acciaio 2mm. Meno di quanto dice Carlo, però questa vela è piccola, l'albero della canoa, senza sartie e infilato in una scassa alta 10cm resta in piedi benissimo. Quindi sono convinto che vadano più che bene.
Per l'altro albero, si vedrà più avanti.

Riguardo al Lankotex o al Dacron, ho guardato su Spraystore:

Dacron 225 gr/mq, altezza 137 cm x 3 metri: 45 €
Lankotex 150 gr/mq, 4mx3m: 40 €
Lankotex 250 gr/mq, 6mx4m: 59 €

Se faccio il fiocco da 1 metro, con i ferzi verticali, dosando spesa e spreco del materiale, il Dacron (le misure sono risicate) è conveniente.
Se sbaglio a tagliare qualcosa, però, non ho tela in più.
Con il Lankotex, per sprecare meno materiale, prenderei quello da 150 gr/mq, penso che per la veletta che devo fare sia sufficiente (siete d'accordo?).
Vero è che ne avanzo più di metà...
Prendere il telone da 6m x 4m mi sembra proprio uno spreco.


Autore Risposta: luca10ft
Inserita il: 27/01/2015 14:17:20
Messaggio:

Infatti, ormai il fiocco è parte necessaria del mio piano velico e non ho mai notato tutta sta gran catenaria di cui si parla. Ho invece notato che il dyneema scalzato ha un leggero allungamento iniziale, credo dovuto all’assestamento delle fibre, che si stringono riducendo il diametro effettivo della cima (come avviene anche per l’acciaio spiroidale). Infatti molte cime vengono vendute prestirate.
Ma dopo qualche uscita con oltre 10 nodi la lunghezza si è assestata.

Mi sembra che il Lankotex 150 gr/mq, 4x3m costi € 22,57 (€ 40 ne costa la pezza da 6x4)
Per un fiocco da 1 mq, acquistare 3 ml di Dacron (che sviluppano 4 mq) mi sembra decisamente esagerato.
Per fare il fiocco del Gorillino (mq. 1,45 da Sailcut) ho dimensionato i pannelli di altezza pari alla metà del rotolo di Dacron (h. 140/2 = 70), poi li ho trasferiti su AutoCad cercando la composizione che producesse meno scarto possibile, mantenendo però l’orientamento per il taglio Cross Cut (il migliore per vele in Dacron), ossia con l’ordito del tessuto perpendicolare alla balumina.
Come vedete ci è voluto un pezzo da 140 x 163 cm (mq. 2,28), che mi è bastato anche per ricavare tutti i rinforzi delle bugne.


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Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 27/01/2015 16:31:33
Messaggio:

luca10ft ha scritto:
Mi sembra che il Lankotex 150 gr/mq, 4x3m costi € 22,57 (€ 40 ne costa la pezza da 6x4)
Per un fiocco da 1 mq, acquistare 3 ml di Dacron (che sviluppano 4 mq) mi sembra decisamente esagerato.
Per fare il fiocco del Gorillino (mq. 1,45 da Sailcut) ho dimensionato i pannelli di altezza pari alla metà del rotolo di Dacron (h. 140/2 = 70), poi li ho trasferiti su AutoCad cercando la composizione che producesse meno scarto possibile, mantenendo però l’orientamento per il taglio Cross Cut (il migliore per vele in Dacron), ossia con l’ordito del tessuto perpendicolare alla balumina.
Come vedete ci è voluto un pezzo da 140 x 163 cm (mq. 2,28), che mi è bastato anche per ricavare tutti i rinforzi delle bugne.


Hai ragione, ho preso il prezzo sbagliato.
Per il fiocco, mi pare di aver letto nel libro Far da Sé le vele della barca di Paul Fisher (ma stasera controllo) che il fiocco andrebbe meglio con i ferzi verticali. Per quello ho segnato 3 ml di Dacron.


Autore Risposta: luca10ft
Inserita il: 28/01/2015 06:45:58
Messaggio:

Il taglio ottimale del Dacron è il Cross Cut. Qualsiasi velaio può confermartelo.
Sono state fatte alcune esperienze con il taglio triradiale, ma più che altro per ragioni estetiche.
Nella barca grande avevo un grosso genova (150%) in Dacron con taglio triradiale, ma in quel caso c’era l’esigenza di utilizzare pannelli (ferzi) di diversa grammatura, più leggeri verso l’inferitura e più pesanti verso la balumina, per poter essere usato parzialmente chiuso sull’avvolgifiocco quando il vento rinforzava (così la parte di vela che rimaneva aperta era più robusta di quella chiusa).
Quello nuovo che ho da circa 4 anni (125%) ha invece un tessuto uniforme e taglio Cross Cut.

Se può interessare (a te o ad altri), ho trovato su questo sito una copia usata del libro:
Le vele: aerodinamica, disegno, regolazione, taglio, tessuti
Howard-Williams, Jeremy
Zanichelli

http://www.abebooks.it/servlet/BookDetailsPL?bi=1153613394&searchurl=tn%3Dvele%26sts%3Dt%26kn%3Dzanichelli

Nuovo costa intorno ai 50 €, per cui a quel prezzo sarebbe un affare (anche perchè usato è quasi introvabile).
Un’altra libreria ne aveva una copia a € 7,50 + 4,5 di spedizione, che ovviamente non mi sono lasciato sfuggire , completando così la serie Howard-Williams con gli altri due volumetti della Mursia che avevo già.

Comunque anche questo non è male (versione ridotta dell'altro) considerato il prezzo

http://www.ebay.it/itm/IL-MANUALE-DELLE-VELE-howard-williams-biblioteca-del-mare-mursia-o1-/151563727016?pt=IT_Libri_Romanzi_Narrativa&hash=item2349e6f0a8#ht_22wt_998




Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 28/01/2015 07:24:28
Messaggio:

Ho dato un'occhiata al libro che ti ho detto, e paralano effettivamente, per il fiocco di taglio "a spina di pesce", "scozzese" "verticale".
Quest'ultimo in pratica con i ferzi paralleli alla balumina, non perpendicolari come sul tuo fiocco.
Chi ha ragione?


Autore Risposta: luca10ft
Inserita il: 28/01/2015 08:12:43
Messaggio:

Hanno ragione tutti quelli (ovvero la stragrandissima maggioranza) che usano il taglio Cross Cut (parliamo di Dacron)
Poi nessuno ti vieta di utilizzare altri tagli.
Qualcuno addirittura ha fatto le vele con un pezzo unico (cioè piatte come una tavola e con i fili del tessuto orientati a casaccio ).
Volendo si possono usare anche vecchi lenzuoli.
Insomma, per agguantare un po’ di vento tutto può andare bene
Se però vogliamo ottimizzare prestazioni, robustezza e durata delle nostre vele, allora il discorso diventa molto più tecnico e molto meno improvvisato.


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 28/01/2015 08:15:40
Messaggio:

In ogni caso, per il momento ho ordinato il tuo libro.


Autore Risposta: luca10ft
Inserita il: 31/01/2015 07:48:22
Messaggio:

Al paragrafo 4.5 troverai la spiegazione del perché con i moderni tessuti in poliestere è stato abbandonato il taglio a "spina di pesce" per quello "cross cut" (i tessuti si sono poi ulteriormente evoluti visto che libro comincia ad avere oltre 30 anni).
Per le vele di prua v. anche il commento alla figura 4.8.
La ragione sta nel fatto che i tessuti Fill Oriented (aventi filatura più fitta o più robusta nella direzione della Trama – cioè nel senso trasversale o lato corto del rotolo) si allungano molto meno dei tessuti Warp Oriented (aventi filatura più fitta o più robusta nella direzione dell’Ordito - cioè nel senso longitudinale o lato lungo del rotolo). Idem per quelli bilanciati, sempre più rigidi nella direzione della Trama.
Siccome in vele come le nostre i maggiori carichi sono distribuiti in verticale, più o meno parallelamente alla balumina, allora si orientano i pannelli con l’Ordito (Wrap) perpendicolare ad essa, in modo che la Trama (Fill), più rigida, si trovi più o meno parallela alle linee di carico maggiore.

v. anche qui

http://www.euronautica.net/tecnica/corso-di-vela-parte-1.asp

poi clicca su “I tessuti”

Ovviamente stiamo parlando di Dacron (che è un tessuto, cioè composto solo da fili incrociati 0-90°).

Per i laminati (es. la mia vela del Classe A) il discorso è diverso, perché non hanno solo una base di tessuto, ma anche una o più pellicole (normalmente il Mylar) che li rendono indeformabili in tutte le direzioni. Il problema è che sopportano poco le pieghe e i maltrattamenti, e si delaminano abbastanza velocemente (anche se maneggiati con cura).

Il Lankotex è un laminato in HDPE (così è scritto), ma non so che sia. Sicuramente non è stato pensato per le vele. Per sfruttarlo al meglio occorrerebbe analizzare bene la sua struttura e fare prove di carico per trovare la sua direzione (o direzioni) più rigida e robusta. Dopodiché si sceglie il taglio capace di ottimizzare quelle caratteristiche.

Buon studio.....




Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 31/01/2015 18:15:04
Messaggio:

luca10ft ha scritto:

Al paragrafo 4.5 troverai la spiegazione del perché con i moderni tessuti in poliestere è stato abbandonato il taglio a "spina di pesce" per quello "cross cut" (i tessuti si sono poi ulteriormente evoluti visto che libro comincia ad avere oltre 30 anni).
Per le vele di prua v. anche il commento alla figura 4.8.
Buon studio.....


Vediamo quando arriva, ho scoperto che la libreria che lo vende è a Bellinzona, in Svizzera. Dovrebbero comunque averlo già spedito.


Autore Risposta: luca10ft
Inserita il: 02/02/2015 07:07:13
Messaggio:

Si, l’avevo notato. Forse è per quello che la spedizione costava come il libro
Comunque resta sempre un buon prezzo


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 04/02/2015 22:25:42
Messaggio:

Dopo la prova di armo della vela latina, effettuata per avere le dimensioni dell'albero, del bompresso e delle sartie, sono passato alla costruzione del piede, seguendo il progetto già mostrato.

Sono partito dal pezzo sotto, disegnando tutte le linee di taglio e i centri di foratura. Per prima cosa ho fatto il foro alla base, ma poi ho dovuto ridisegnare tutte le linee... perché il foro mi ha dato un punto di partenza sicuro, ma spostato sull'asse disegnato.





Poi, disegnando tutte le linee di riferimento possibili, ho arrotondato il tutto con la lima.

Nella foto seguente è il momento in cui ho unito i due pezzi, con uno spessore per lasciare un po' di lasco, per fare il foro dove andrà il perno che li unirà.




Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 04/02/2015 22:36:54
Messaggio:

Dopo tanto altro lavoro di lima e carta vetrata, ecco il risultato:











Con lo stesso metodo, ho sagomato anche la varea (è il nome corretto?) del bombresso:



Gli unici lavori fatti a macchina sono state le torniture per poterli infilare nel tubo dell'albero, e i fori con il trapano.

Tutto il resto: seghetto, lima, carta vetrata e tanto olio di gomito.

La mobilità del piede così costruito, secondo le mie intenzioni, dovrebbe consentirmi un montaggio più facile, perché posso infilare l'albero al suo posto tenendolo appoggiato anche a terra, poi sollevarlo con una mano mentre con l'altra fisso lo strallo e infine fissare anche le sartie.

Inoltre, eventuali flessioni dovute alla forza del vento, o addirittura un disalberamento, non dovrebbero andare a forzare più di tanto sulla rotaia, ma essere annullate dai due bracci di rotazione.


Autore Risposta: FABIOS
Inserita il: 05/02/2015 13:03:39
Messaggio:

Per curiosità quanto pesa la tua corazzata 10' allo stato attuale?


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 05/02/2015 13:15:49
Messaggio:

FABIOS ha scritto:

Per curiosità quanto pesa la tua corazzata 10' allo stato attuale?


Bhooo.... Non ho il coraggio di pesarla...

Però, oltre alla doppia traversa anteriore, non mi pare che abbia tanto materiale in più del Bipèe. Fondo e fiancate sono da 4mm, e la coperta da 6. Sperem!


Autore Risposta: luca10ft
Inserita il: 06/02/2015 07:01:44
Messaggio:

Il peso si nasconde anche nelle cose che paiono insignificanti e alle quali non daremo invece alcun “peso” come rinforzi, cordonature, stuccature, verniciature, viti e bulloneria, cerniere e altra minutaglia, che però si accumulano insidiosamente come l’adipe intorno al giro vita.
Un pezzo da 200 gr preso da solo dice poco, ma 10 pezzi così fanno già 2 Kg.
Comunque complimenti per lo snodo. Sembra fatto con la fresa


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 06/02/2015 08:13:28
Messaggio:

luca10ft ha scritto:

Il peso si nasconde anche nelle cose che paiono insignificanti e alle quali non daremo invece alcun “peso” come rinforzi, cordonature, stuccature, verniciature, viti e bulloneria, cerniere e altra minutaglia, che però si accumulano insidiosamente come l’adipe intorno al giro vita.
Un pezzo da 200 gr preso da solo dice poco, ma 10 pezzi così fanno già 2 Kg.
Comunque complimenti per lo snodo. Sembra fatto con la fresa




Hai quasi indovinato il peso, lo snodo, compreso il perno, pesa 277,9 grammi.

Per far dimagrire il mio cat, in seguito rifarò timoni e derive in espanso rivestito di fibra.

Le casse delle derive sono in okumè 10mm, rinforzate sui bordi con listelli 20x20mm. Almeno quelle dovrebbero pesare poco.


Autore Risposta: Mario Falci
Inserita il: 07/02/2015 00:23:17
Messaggio:

lquaggi ha scritto:

luca10ft ha scritto:

Il peso si nasconde anche nelle cose che paiono insignificanti e alle quali non daremo invece alcun “peso” come rinforzi, cordonature, stuccature, verniciature, viti e bulloneria, cerniere e altra minutaglia, che però si accumulano insidiosamente come l’adipe intorno al giro vita.
Un pezzo da 200 gr preso da solo dice poco, ma 10 pezzi così fanno già 2 Kg.
Comunque complimenti per lo snodo. Sembra fatto con la fresa






Hai quasi indovinato il peso, lo snodo, compreso il perno, pesa 277,9 grammi.

Per far dimagrire il mio cat, in seguito rifarò timoni e derive in espanso rivestito di fibra.

Le casse delle derive sono in okumè 10mm, rinforzate sui bordi con listelli 20x20mm. Almeno quelle dovrebbero pesare poco.


Non voglio sembrare pedante ma quando guardo le tue realizzazioni penso che sono fatte con maestria ma che potevano essere fatte in un altro modo. Per esempio lo snodo alla base d'albero. Nella rotaia avresti potuto inserire un moncone di tubo in alluminio o in vetroresina con annegato un bullone a fare da maschio, mentre alla base dell'albero avresti potuto resinare un tappo sempre in resina più fibre tornito come una semisfera e poi forarlo con un'ampia svasatura. Avresti ottenuto una cerniera che avrebbe permesso all'albero tutte le rotazioni. Questa soluzione non è certamente mia! Tutti i catamarani sono fatti così, ma la contrario, ovvero: il maschio è montato sulla traversa e la femmina sta alla base dell'albero. Il principio comunque non cambia, l'albero rimane in posizione perchè ci sono sartie e strallo.
Andiamo alle cassa di deriva: ma chi lo ha detto che ci vuole compensato di 1 cm di spessore? Chi fa il lavoro sporco è la coperta e la chiglia. Se non c'è coperta si possono sempre mettere dei distanziali verso le fiancate dello scafo. Le pareti della cassa possono avere uno spessore anche di 2 mm. Io l'ho fatto e non ho mai avuto una rottura. Tutta la minuteria metallica in acciaio può essere sostituita da anelli in plastica o alluminio, i grilli con grilli tessili, i giunti cardanici con cime grosse o intrecciate. Alla fine la differenza si nota, eccome.


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 07/02/2015 08:19:12
Messaggio:

Mario Falci ha scritto:
Non voglio sembrare pedante ma quando guardo le tue realizzazioni penso che sono fatte con maestria ma che potevano essere fatte in un altro modo. Per esempio lo snodo alla base d'albero. Nella rotaia avresti potuto inserire un moncone di tubo in alluminio o in vetroresina con annegato un bullone a fare da maschio, mentre alla base dell'albero avresti potuto resinare un tappo sempre in resina più fibre tornito come una semisfera e poi forarlo con un'ampia svasatura. Avresti ottenuto una cerniera che avrebbe permesso all'albero tutte le rotazioni. Questa soluzione non è certamente mia! Tutti i catamarani sono fatti così, ma la contrario, ovvero: il maschio è montato sulla traversa e la femmina sta alla base dell'albero. Il principio comunque non cambia, l'albero rimane in posizione perchè ci sono sartie e strallo.
Andiamo alle cassa di deriva: ma chi lo ha detto che ci vuole compensato di 1 cm di spessore? Chi fa il lavoro sporco è la coperta e la chiglia. Se non c'è coperta si possono sempre mettere dei distanziali verso le fiancate dello scafo. Le pareti della cassa possono avere uno spessore anche di 2 mm. Io l'ho fatto e non ho mai avuto una rottura. Tutta la minuteria metallica in acciaio può essere sostituita da anelli in plastica o alluminio, i grilli con grilli tessili, i giunti cardanici con cime grosse o intrecciate. Alla fine la differenza si nota, eccome.


Non sei pedante, non preoccuparti.
Per quanto riguarda i lavori in resina, non ci sono molto portato, preferisco legno e alluminio, come d'altronde si vede.
Poi è vero, io ho il difetto di pensare che quello che realizzo sia sempre un po' fragile, quindi ho la tendenza ad eccedere con gli spessori.

Pazienza, vuol dire che alle regate ogni tanto lascerò il podio più alto a qualcuno di voi.


Autore Risposta: luca10ft
Inserita il: 07/02/2015 08:32:51
Messaggio:

In barca le soluzioni semplici sono quelle che normalmente danno i migliori risultati nel tempo.
Questo perché sono facili e veloci da progettare, costruire, gestire e riparare. Quest’ultimo aspetto assume particolare importanza se la rottura avviene in navigazione, e segna la differenza tra il semplice contrattempo (superato il quale si prosegue come prima) oppure il dover rientrare con mezzi di emergenza o peggio ancora chiedere soccorso.
Le cose semplici riducono anche l’imprevisto, perché si comprendono meglio in tutti i loro aspetti (critici e funzionali), mentre le cose complesse potrebbero creare problemi (rotture o malfunzionamenti) dove meno si poteva immaginare.

Per quanto riguarda lo snodo a piede albero, io credo che abbia senso solo in quelli rotanti, che non hanno certo la sezione tonda.
I multiscafi possono permettersi questa caratteristica perché, a parità di lunghezza, sono più larghi dei monoscafi. Non hanno quindi bisogno delle crocette (che bloccano la rotazione) per aumentare l’angolo di caduta delle sartie, cioè l’angolo tra albero e sartia (che deve essere almeno 11°).

Circa le derive, con relative casse e accessori vari, bè, se si possono evitare, anche la soluzione più semplice e razionale rappresenta comunque una complicazione inutile.

Quello che non c’è non costa, non pesa, non intralcia, non crea problemi e non si rompe





Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 07/02/2015 17:50:49
Messaggio:

Allora il problema è dentro di me...

Le soluzioni che sto applicando a me sembrano semplici...

Urge visita psichiatrica.


Autore Risposta: luca10ft
Inserita il: 08/02/2015 08:42:58
Messaggio:

Forse più che un problema è un punto di vista o un modo di affrontare le cose. Non penso sia comunque materia da psichiatra o da psicologo.
Se continuerai a coltivare la passione per le barche con atteggiamento critico e costruttivo, molto probabilmente il tempo e l’esperienza ti faranno vedere ed affrontare le cose diversamente da come le vedi e le affronti oggi.
È così per tutti, me compreso.
Il Baby Gorilla è la mia prima barca costruita partendo da zero, ma avevo già fatto esperienze di ristrutturazione e di interventi comunque importanti su altre barche (a motore e a vela).
Se ripenso ai miei primi lavori (che ormai risalgono a oltre 10 anni fa), oggi li rifarei (+ o -) diversamente, anche se allora avevo fatto il meglio che potevo


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 08/02/2015 18:17:38
Messaggio:

Oggi, dopo aver tagliato l'albero a misura e fatto le sartie in acciaio, ho rimontato il catamarano per tagliare a misura la parte in dyneema delle sartie (il paranco per tenderle).

Bhe, mi è caduto l'albero! Devo dire che lo snodo alla base ha assolto egregiamene il suo compito di annullare gli sforzi laterali, perché l'albero è andato fino a terra, e non ha assolutamente sforzato sulla rotaia, ha solo tentato di sollevarla in verticale facendo perno su una delle traverse.

Devo anche dire che tendendo le sartie e lo strallo, rendendomi quindi conto dello sforzo a cui sono sottoposti i golfari, le lande ed il bompresso, non mi sembra di aver troppo sovradimensionato la struttura.
Comunque questo me lo direte voi di persona quando parteciperò alla prima regata.


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 08/02/2015 23:17:54
Messaggio:

Il montaggio che ho eseguito mi è servito anche a prendere le misure per un eventuale fiocco.
Ho fatto un disegnino con il cad per ricavare le misure e l'area:



Le misure sono riportate nel disegno, mentre l'area è di 1,4 mq.

Sommata alla superfice della di 5,2 mq della vela latina (nel disegno è più piccola della realtà), arriverei a 6,6 mq, guadagnando circa il 25% in più.

Se sormontassi il fiocco alla randa, come è normalmente nell'armo latino, arriverei oltre i 7 mq, ma manovrando da solo ho paura che le vele si imbroglierebbero ad ogni virata, quindi penso sia meglio così come l'ho disegnata.

Mi rendo conto che avrò da manovrare di più con due vele, ma quel metro e mezzo di vela in più mi attira molto.

Essendo totalmente a digiuno sulle vele, chiedo il parere degli esperti su questa idea, e sulla forma del fiocco.

Infine, l'allunamento deve essere fatto su tutti tre i lati? Inoltre, positivo su tutti, o su balumina e/o inferitura è meglio negativo?



Autore Risposta: luca10ft
Inserita il: 09/02/2015 07:19:26
Messaggio:

Mi sembra che ci siano alcune cosucce che non vanno in quel fiocco

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PROCEDURA DI BASE (linee fuxia)

Occorre partire dall’effettiva lunghezza dell’inferitura (PM), tenendo conto della sua massima estensione (che è sempre soggetta a un po’ di allungamento), oltre a un margine in alto e in basso per nodi, grilli o moschettoni.
Individui poi il suo punto medio (A) che rende PA=AM, e lo congiungi al punto di scotta in coperta (S1) che ho immaginato sulla traversa anteriore, ma puoi metterlo anche su quella posteriore. Tieni tuttavia presente che più lo arretri più si alza la bugna di scotta (S).

A questo punto decidi che % di sovrapposizione dare al fiocco rispetto alla randa. Andrai poi a collocare il relativo punto (S) lungo la retta S1-A. In questo caso la sovrapposizione è zero ma ci sarà comunque un’interferenza tra randa e cima di scotta (S-S1).
Ed ecco il tuo fiocco (teorico) con i relativi punti di bugna:
P = Penna
M = Mura
S = Scotta

Dovrai poi verificare eventuali problemi di stabilità di rotta (equilibrio tra centro di deriva e centro velico).

Ho disegnato con questo sistema ben 6 vele di prua per la mia barca grande (Gennaker, Drifter, Genova avvolgibile, Yankee avvolgibile 105%, Trinchetta yankee e Tormentina), e quando mostrai i disegni al velaio (evitandogli di prendere le misure a bordo) non ebbe mai nulla da eccepire
Ovviamente anche il fiocco del Baby Gorilla è stato ricavato in questo modo.


REALIZZAZIONE PRATICA (linee gialle)

Se guardi la figura 2 (paragrafo 3.1.3) del manuale di Sailcut CAD (cliccando sul pulsante Aiuto in alto a sinistra) vedrai che i lati della vela (Jib) non sono dritti.

L’inferitura (PM) deve avere una concavità (cioè un allunamento negativo) per adattarsi alla catenaria che inevitabilmente farà lo strallo (è così su tutte le barche). La misura puoi determinarla approssimativamente in base alla flessibilità del tuo armo. Al riguardo tieni presente che il carico lungo lo strallo sarà distribuito e non concentrato in un unico punto come se dovessi tendere un arco.
Nel fiocco del Baby Gorilla ho considerato una freccia di circa 0,8%.

La balumina (PS) puoi farla anche dritta ma dovrai mettere delle stecche (corte) che la sostengono (come fosse una randa) altrimenti sbatterà. Senza stecche dovrai dargli una concavità come per l’inferitura e come avviene nelle rande lungo la loro balumina tra una stecca e l’altra (che la fa assomigliare ad un’ala di pipistrello).
Il velaio mi diede come valore indicativo una freccia intorno all’1%.

La base (SM) ha normalmente un allunamento positivo (anche qui circa 1% di freccia), ma credo sia più che altro per ragioni estetiche. Può quindi essere anche dritta e semplificherà la vita nel fare le guaine.
Considerata però la forma particolare che verrebbe fuori nel tuo caso (uno Yankee, cioè una vela con bugna di scotta molto alta) non so se l’allunamento positivo (o la linea dritta) comporterà problemi. La cosa andrebbe approfondita.


PS.
Riguardo alla rotaia dell’albero, se sei così preoccupato per la sua tenuta perché non l’hai fatta inox?
Prendevi un tubo quadrato, facevi i fori passanti su due lati opposti e con il flessibile tagliavi un lato non forato ottenendo così una U. La striscia che ne usciva potevi poi saldarla sull’altro lato non forato se avevi ancora dubbi di robustezza.
Io avrei fatto così, indipendentemente dallo snodo che potrà casomai servirti per l’altro albero se deciderai di farlo rotante.



Autore Risposta: capelizzari
Inserita il: 09/02/2015 09:20:53
Messaggio:

Ciao.
Ho dei dubbi sulla procedura che suggerisci tu, Luca. Secondo me la linea tra S ed S1 in un fiocco deve essere il prolungamento della bisettrice dell'angolo S. Facendo come dici tu, tenderai a chiudere troppo la balumina, peggiorando l'uscita dei filetti, e l'angolo di bolina. Se invece vuoi uno yankee, hai ragione tu. A sostegno di questa tesi,guarda nel libro di Williams, a pag 167, la figura 8.12, e la bella tavola 7.1 di pag 143.
D'accordo sugli allunamenti. Se però vuoi aumentare un po la superficie, puoi anche dare un allunamento positivo alla balumina, sostenuto naturalmente da stecche.


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 09/02/2015 09:58:50
Messaggio:

Un mio parare dovuto all'osservazione, i fiocchi delle vele latine, vedo che hanno la base parallela al ponte, quindi come l'ho disegnata io.

Molto diverse da quella disegnata da Luca.

Come mai?

Se ho capito bene quanto scritto da Carlo, il mio disegno si avvicina a quanto ha detto lui....

Se bisogna rispettare l'uno o l'altro angolo per la scotta, i fiocchi che l'hanno su rotaia, dove l'attacco della scotta può avanzare o indietreggiare, non è che quell'angolo sia sempre rispettato. O no?


Autore Risposta: luca10ft
Inserita il: 09/02/2015 14:42:57
Messaggio:

capelizzari ha scritto:

Ciao.

Ho dei dubbi sulla procedura che suggerisci tu, Luca. Secondo me la linea tra S ed S1 in un fiocco deve essere il prolungamento della bisettrice dell'angolo S.



Sinceramente non ricordo dove ho letto per la prima volta quella regoletta.
Comunque è riportata anche a pag. 15 del libro di Ivar Dedekam (Tecniche di vela illustrate – Ed. Incontri nautici), che credo sia oggi uno dei più diffusi manuali che illustrano la regolazione delle vele. Se non creo problemi di copyright posso scansionarla e inserirla nel forum.
Avevo anche notato la diversa indicazione di Williams ma pensavo fosse dovuta al taglio a lisca di pesce che ormai non si usa più.
Andando a rivedere i testi classici ho anche notato che Bertrand Cheret (Le vele: comprendere, regolare, ottimizzare – Ed. Mursia – pag. 158) riferisce di certi autori secondo cui il prolungamento della scotta dovrebbe formare un angolo di 10° con la bisettrice (che sta sotto) oppure raggiungere l’inferitura addirittura a 2/3 di altezza, concludendo però (sua opinione) che non esiste una regola riguardo a ciò, ma dipende dalla forma della vela e dalla distribuzione dei suoi volumi.
Si trova però anche chi sostiene la regola della bisettrice.

Io ho sempre fatto così e i velai non mi hanno mai evidenziato problemi, forse perché, avendo il carrello, posso poi compensare eventuali errori.

L’errore di impostazione potrebbe però risultare disastroso quando il punto di scotta sulla coperta è fisso, cioè senza possibilità di spostarlo avanti o indietro (come nei catamarani).

Come ho già detto, anche il fiocco del Baby Gorilla è stato disegnato seguendo questa impostazione, con il punto di scotta fisso.
Se devo essere sincero, durante le uscite dell’estate scorsa avevo l’impressione che la balumina fosse un po’ troppo svergolata. Se avessi avuto il carrello avrei dovuto spostarlo in avanti per chiuderla un pochino. Seguendo la regola della bisettrice avrei invece dovuto tirarlo indietro, cosa che l’avrebbe aperta di più.

Stesso discorso per tutte le mie altre vele di prua della barca grande, disegnate con lo stesso sistema. La tendenza è quella di spostare il carrello in avanti, cioè il contrario di quello che dovrei fare se invece la regola da osservare fosse quella della bisettrice.

***************************


Anche Tom Whidden e Michael Levitt (L' arte e la scienza delle vele, Ed. Mursia) suggeriscono lo stesso sistema (i segni di evidenziatore erano già presenti quando ho comprato il libro).

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Purtroppo quando il punto di scotta (in coperta) è fisso (come sui catamarani) non si hanno possibilità di ulteriori regolazioni, perché quello che abbiamo rappresenta sia la posizione iniziale che quella finale.
È quindi necessario disegnare le vele con la massima precisione, altrimenti potrebbero risultare inservibili.

Resta comunque sempre un punto di riferimento che potrà subire variazioni anche per ragioni strutturali, ad esempio se viene modificata l’inclinazione (rake) dell’albero rispetto a quella considerata al momento di progettazione del fiocco.
Aumentando l’inclinazione verso poppa occorrerebbe spostare il carrello verso prua. Il carrello va spostato verso poppa se si aumenta l’inclinazione dell’albero verso prua.
Ma senza carrello come si fa?

Ecco perché su alcuni catamarani (es. Hobie 16) la bugna di scotta presenta più fori.

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Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 10/02/2015 13:42:14
Messaggio:

Purtroppo, nella progettazione del fiocco, sono limitato dal fatto che uso una vela latina, che sporge a prua dell'albero.

Quando armerò il mio treXL con l'altro albero, sicuramente potrò fare un fiocco molto migliore.

Metto qui una foto di una vela latina:



Mi pare che questo segua la regola della bisettrice enunciata da Carlo.
Poi ha un forte allunamento negativo sulla balumina, un forte allunamento positivo sulla base, e sull'inferitura potrebbe essere negativo, ma minore di quello della balumina.
Infine, i ferzi sono verticali.

P.S. - Bello il sistema su rotaia del fiocco dell'Hobie della foto.


Autore Risposta: luca10ft
Inserita il: 11/02/2015 07:13:23
Messaggio:

Attenzione che le foto ingannano.
L’occhio vede una figura piana (2D) ma la testa dovrebbe pensare in 3D.
Forse così è un'interpretazione più realistica.

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Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 11/02/2015 07:18:57
Messaggio:

luca10ft ha scritto:

Attenzione che le foto ingannano.
L’occhio vede una figura piana (2D) ma la testa dovrebbe pensare in 3D.
Forse così è un'interpretazione più realistica.


Ach! Mi sa che mi hai fregaten anche questa volta!


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 11/02/2015 14:08:34
Messaggio:

Ho ridisegnato il fiocco accorciando la vela per lasciar posto a golfari e bozzelli, e spostato l'angolo di scotta sulla bisettrice (Luca non me ne voglia...)



Ho poi caricato i dati in SaiCut...



Quando clicco su OK, mi cambia sempre la lunghezza dell'inferitura dai 3162 che ho inserito io a 2621. come mai?

Inoltre, non so come, e se si può, variare gli angoli della base, da come si vede nella vista, sono totalmente diversi da come li vorrei io.



Help!


Autore Risposta: luca10ft
Inserita il: 11/02/2015 21:01:09
Messaggio:

lquaggi ha scritto:

(Luca non me ne voglia...)



Io volertene? Figurati
Un forum serve per scambiare idee e opinioni, ma poi ciascuno è libero di fare quello che vuole

Riguardo al tuo fiocchetto, prova a modificare i dati della J, della I e dell’altezza del punto di mura (Tack height). Forse il programma rileva qualcosa che non torna nel tuo progetto e (giustamente) non capisce.
Non riesci a usare la versione in italiano?


Autore Risposta: capelizzari
Inserita il: 11/02/2015 21:37:20
Messaggio:

Il valore dell'inferitura (luff), viene bloccato dal valore troppo basso del fore triangle hoist. Se lo porti a 3800 viene bene.
Per un aiuto, va' al "saicut cad handbook", che trovi sotto "help"
Ciao


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 11/02/2015 23:39:02
Messaggio:

Domani riprovo, grazie.

Riesco si a usare la versione in italiano, ma il manuale del programma ha tutte quelle belle figurine con le paroline in inglese, quindi capisco meglio a cosa si riferiscono i vari parametri.


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 12/02/2015 13:46:58
Messaggio:

Grazie, ora va bene!



La stampa del Cad e quella di SailCut ora si sovrappongono perfettamente.

L'errore che avevo fatto era stato di utilizzare la distanza della punta del bompresso dall'albero come Base J e la lunghezza dello strallo come Altezza I.
Invece dovevo misurare queste due quote sull'incontro della proiezione della linea dello strallo sulla linea orizzontale a livello del ponte, non quella sulla varea del bompresso, che si trova 57 cm più in alto.

Ho inoltre aumentato l'altezza dei ferzi, così che anche l'ultimo sia circa alto uguale agli altri.

Ora penso che taglierò il telone copriauto della macchina che avevo prima, fermo da 3 anni in garage.

I puristi (e anche tutti gli altri...) inorrodiranno , ma almeno faccio esperienza di taglio e cucito spendendo solo per filo e biadesivo.


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 12/02/2015 16:32:39
Messaggio:

Ho voluto togliermi la curiosità su cosa è il Lankotex (Laminato HDPE).

Su wikipedia, per HDPE, ho trovato questa descrizione:


Polietilene ad alta densità (HDPE) o (PEAD): è un polietilene poco ramificato,[3] ha quindi forze intermolecolari elevate e maggiore rigidità rispetto al polietilene a bassa densità; viene generalmente sintetizzato attraverso polimerizzazione per coordinazione con un sistema catalitico di tipo Ziegler-Natta.


Invece il Dyneema è fatto con questo:

Polietilene ad altissimo peso molecolare (UHMWPE): è un polietilene con peso molecolare medio compreso tra 3×106 e 6×106 u (secondo lo standard ASTM D4020).[2] Ne risulta un materiale con catene ben impaccate nella struttura cristallina e molto resistente. Questo tipo di polietilene viene sintetizzato attraverso la polimerizzazione per coordinazione con metalloceni. Le particolari proprietà meccaniche lo rendono adatto, a differenza degli altri tipi più comuni di polietilene, ad impieghi particolari, come ad esempio protesi e giubbotti antiproiettile.



Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 13/02/2015 07:25:31
Messaggio:

Ieri mi è arrivato il libro:


Le vele: aerodinamica, disegno, regolazione, taglio, tessuti
Howard-Williams, Jeremy
Zanichelli
P.S. - Sebbene usato, sembra quasi nuovo.

Inoltre ho acquistato su Spraystore:

Rigging e Il libro delle impiombature


Penso di averne per un bel po' da studiare.


Autore Risposta: luca10ft
Inserita il: 16/02/2015 07:44:25
Messaggio:

Per fare pratica da velaio dovresti cercare occasioni del genere

http://forum.amicidellavela.it/showthread.php?tid=105948
http://forum.amicidellavela.it/showthread.php?tid=101384

Con vele del genere potresti anche ricavare pannelli di dacron ancora decenti per farci una randina di 8 mq. Se viene male la butti ma ci guadagni in esperienza, se viene bene hai guadagnato due volte.
In ogni caso hai tessuto in abbondanza per fare tutte le prove che vuoi.

Io credo che i magazzini delle velerie, e anche molti garage di velisti, siano pieni di roba del genere, pronta per chi vuole andarla a prendere.
Il difficile è trovarla vicino casa e, per qualcuno, anche avere la faccia di chiederla


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 16/02/2015 21:57:11
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luca10ft ha scritto:
Il difficile è trovarla vicino casa e, per qualcuno, anche avere la faccia di chiederla


Hai detto bene, il problema è trovarli vicino a casa...


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 16/02/2015 22:01:08
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Chiedo un parere per il circuito della scotta. Sul libro Rigging ho trovato questo:



Ho provato ad applicarlo al mio treXL:



A prima vista sembra una buona cosa, la scotta non si incattivisce sicuramente attorno alle barre e allo stick del timone. Beninteso, al posto del dyneema da 5mm con cui ho provato, dovrò poi utilizzare una cima più morbida.

Che ne dite?


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 16/02/2015 22:57:03
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Ho calcolato, spero esattamente, misure e posizione delle vele, compreso il fiocchetto che vorrei fare.
La superficie della randa è di 5,2 mq, mentre quella del fiocco sarebbe di 1,3 mq.
L'incremento è del 25%,fino a 6,5 mq.
Oltre a questo, otterrei anche di portare il centro velico quasi fino al centro di deriva, mentre senza fiocco verrebbe un po' troppo indietro.


Autore Risposta: luca10ft
Inserita il: 17/02/2015 07:32:12
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Sull’armo latino non mi esprimo perché non l’ho mai provato e non ne conosco il funzionamento.

Provare però direttamente in barca le varie soluzioni è meglio che tante discussioni teoriche.

Se poi eviti lavori definitivi, ti sarà dopo più facile (anche moralmente) cambiare sistema o apportarvi variazioni importanti se le prove in mare metteranno in luce difficoltà o malfunzionamenti che a terra era difficile cogliere.

Comunque tieni presente che quel circuito della scotta randa credo sia stato ormai abbandonato anche sul Vaurien. Forse hanno capito il Vang è più semplice ed efficace


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 17/02/2015 08:04:55
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luca10ft ha scritto:
Se poi eviti lavori definitivi, ti sarà dopo più facile (anche moralmente) cambiare sistema o apportarvi variazioni importanti se le prove in mare metteranno in luce difficoltà o malfunzionamenti che a terra era difficile cogliere.

Comunque tieni presente che quel circuito della scotta randa credo sia stato ormai abbandonato anche sul Vaurien. Forse hanno capito il Vang è più semplice ed efficace


Il lavoro che sto facendo è quanto di meno definitivo si può, visto che l'anno prossimo ho intenzione di sistemare l'altro albero e fare randa e fiocco normali. Al momento però cerco di ottenere il meglio da quello che ho.

Per quanto riguarda la scotta, immagino che sia proprio come dici tu, ma con la vela latina il Vang non si può mettere.
Ma il motivo principale è il circuito che mi evita intralci con lo stick del timone, per quello sono tentato di provarlo.
Se non funziona bene, ho già la scotta con relativo circuito che uso sulla canoa, che posso armare sul catamarano anche in riva al lago.


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 22/02/2015 18:47:53
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Ho una domanda per l'installazione del fiocco.

E' più importante che possa essere cazzato a ferro, oppure che si possa spostare la bugna di scotta?

Nel primo caso, necessitano due scotte, e sul catamarano devo fare un punto di scotta fisso.

Nel secondo caso, utilizzando un'unica scotta che dà volta ad un bozzello scorrevole sul bompresso, potrei regolare il punto di scotta.

Che busta scegliete?


Autore Risposta: luca10ft
Inserita il: 23/02/2015 06:58:13
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Non so se ho capito bene cosa vuoi dire.

Credo che in nessuna barca, inclusi i catamarani con bompresso e quelle con sistema autovirante, si regoli il fiocco con il punto di scotta in coperta posizionato lungo la mezzeria dello scafo, ma sempre in base a un certo angolo (c.d. angolo di scotta). Questo anche per fare meglio interagire fiocco e randa attraverso l’ottimizzazione del canale tra le due vele.

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Normalmente su un monoscafo gli angoli di scotta variano tra gli 8 e i 12°. A pag. 364/365 del libro di Howard viene indicato un valore ideale compreso tra 7 e 11°.

Angoli molto stretti permettono (in teoria) di stringere meglio il vento, ma in realtà questo dipende dal tipo di barca (forma e peso dello scafo), dalle appendici (efficienza della chiglia), all’armamento (testa d’albero o frazionato, rigido, flessibile, ecc.) e da come sono fatte le sue vele (magre, grasse, più o meno soggette ad allungamento).

Io farei come si fa di solito, cioè posizionerei il bozzello della scotta sulla traversa con un angolo di circa 12-13° (misura di compromesso per poter poi lascare meglio). Al massimo puoi mettere un carrellino per la regolazione trasversale. Così puoi partire da un angolo minimo di 7-8°.
In ogni caso l’importante è disegnare i fiocchi considerando che hai un punto fisso (nella direzione prua/poppa) e che, se sbagli, non faranno il loro lavoro anzi, saranno controproducenti perché creeranno molta resistenza e pochissima portanza (quindi ocio con la teoria della bisettrice..... ).

Visto però che sei molto bravo nella lavorazione del metallo, potresti anche prendere in considerazione l’idea di realizzare un sistema autovirante artigianale. Questo ti semplificherebbe molto la vita.

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Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 26/02/2015 08:14:49
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Questa è la cassa della deriva completa, chiusa da una parete incollata sul lato posteriore, e con la copertura provvisoriamente fissata con quattro viti. Nel montaggio definitivo fra la copertura e la cassa verrà incollata una guarnizione in neoprene per eliminare ogni possibile infiltrazione d'acqua.

Le viti non sono autofilettanti, ma viti 5ma avvitate sui nottolini cavi filettati internamente che vengono usati per fissare alle pareti delle librerie i supporti dei ripiani.
Oltretutto, il foro non è passante, così da sotto non può entrare umidità nel legno.

Ho anche montato i clamcleat e i rinvii per le cime di ritenuta e sollevamento della deriva. Il clamcleat per la cima di ritenuta è del tipo autosbloccante. Se funziona bene, se la deriva dovesse toccare il fondo, il clamcleat dovrebbe sbloccarsi consentendole di sollevarsi.

Un difetto di questo sistema è che in bolina o di traverso, se lo scafo affonda di 30 cm fino a livello della copertura della cassa, entrerà un po' d'acqua dai fori di passaggio delle cime. Spero sia poca...


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 04/03/2015 22:21:16
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Stasera ultimo incollaggio sulle casse delle derive.

Manca poi di finire uno dei timoni (ho fatto un errore e devo sistemarlo) e fare il trampolino.

Il fiocco ho sempre intenzione di farlo, ma il varo lo faccio con la sola vela latina, anche per avere una complicazione in meno.

Non oso quasi dirlo, ma poi ho finito la costruzione!

Certo, mancano ancora stucco, carta vetrata, olio di gomito e vernice, ma ho raggiunto un bel traguardo, finalmente!

Per la regata del 25 Aprile, tenetemi un posto!

P.S. - Per quanto riguarda i pesi, anche i miei scafi sono sicuramente sopra i 20 kg. Quando li sottoporrò al vostro giudizio, mi direte dove li ho messi i chili in più.


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 20/03/2015 23:16:15
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Vi faccio vedere cosa sto facendo agli scafi:



Come irrobustimento e protezione antigraffio, ho applicato su tutto il fondo un foglio di tessuto di vetro da 300 gr e sui bordi un nastro da 200 gr.
Prima che la resina si solidificasse ho passato su tutto una mano abbondante di resina per impermeabilizzare.

La mia idea è di lasciare il fondo così com'è, senza vernice, perché presumo che già alla prima uscita si gratti su qualche sasso.

Solo con la resina, a fine stagione basta dare una grattatina, una mano di resina, e così ripristinare lo strato protettivo.

Voi che dite, può andare?


Autore Risposta: luca10ft
Inserita il: 21/03/2015 07:27:17
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Il tessuto da 300 era più che sufficiente per proteggere e impermeabilizzare. Bastava un 200.

L’ulteriore mano abbondante di resina potevi anche risparmiarla, tanto si graffia allo stesso anche se spessa 1 cm. Inoltre, se non c’è il tessuto che lega, potrebbe anche creparsi perché è molto rigida mentre lo scafo è flessibile, con buona pace per l’impermeabilizzazione.

Se hai impiegato una resina senza protezione anti UV tenderà ad ingiallire, per cui potrebbe notarsi rispetto alle ulteriori parti dello scafo trattate con vernice.
Io la vernice (poliuretanica monocomponente) la darei su tutto, poi ogni tanto la ripasserei dove è più rovinata.


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 21/03/2015 08:26:54
Messaggio:

luca10ft ha scritto:

Il tessuto da 300 era più che sufficiente per proteggere e impermeabilizzare. Bastava un 200.

L’ulteriore mano abbondante di resina potevi anche risparmiarla, tanto si graffia allo stesso anche se spessa 1 cm. Inoltre, se non c’è il tessuto che lega, potrebbe anche creparsi perché è molto rigida mentre lo scafo è flessibile, con buona pace per l’impermeabilizzazione.

Se hai impiegato una resina senza protezione anti UV tenderà ad ingiallire, per cui potrebbe notarsi rispetto alle ulteriori parti dello scafo trattate con vernice.
Io la vernice (poliuretanica monocomponente) la darei su tutto, poi ogni tanto la ripasserei dove è più rovinata.




Ho irrobustito i bordi con il nastro perché se porto il catamarano in Croazia per le ferie, con gli scogli a coltello che ci sono, torna utile.

In quanto all'ingiallimento, anche se avviene, tanto è già giallo per il colore del legno...

In quanto allo strato di resina che ho steso sopra il tessuto, l'ho applicato per lisciare la superficie, perché il tessuto l'avevo steso con il minimo di resina indispensabile, e quindi con tutta la trama in rilievo.

Per la poliuretanica, in effetti ci sto pensando, se carteggio la resina, poi una mano di vernice ci vuole.


Autore Risposta: luca10ft
Inserita il: 21/03/2015 08:53:29
Messaggio:

Scusa, credo di aver detto una fesseria pensando che volevi lasciare il legno a vista dando una vernice trasparente.
Mi sembra che invece vuoi verniciarlo a smalto (giallo e verde). Io allora lo farei su tutto.
La poliuretanica trasparente in questo caso non serve.
Comunque qualche graffietto è inevitabile. Dopo un po’ non ci farai più caso.

Ormai hai laminato, quindi la discussione è solo teorica.
Se usavi il peel-ply, non solo assorbivi la resina in eccedenza, ma la superficie veniva anche più uniforme senza trama in rilievo. Per ottenere una superficie liscia sarebbe stato poi sufficiente una leggera carteggiata, seguita da fondo e vernice.



Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 21/03/2015 12:07:45
Messaggio:

luca10ft ha scritto:
Se usavi il peel-ply, non solo assorbivi la resina in eccedenza, ma la superficie veniva anche più uniforme senza trama in rilievo. Per ottenere una superficie liscia sarebbe stato poi sufficiente una leggera carteggiata, seguita da fondo e vernice.


Devo dire che ho provato. Prima di laminare il fondo del primo scafo, ho fatto una prova su un paio di pezzi di compensato incollati ad angolo retto, così da simulare fondo e fiancata.
Avevo preso la resina con catalizzatore più lento, perché avevo paura di non fare in tempo a stendere e impregnare tutto il tessuto.
Ho laminato il campione, messo sopra il peel-ply, acceso la stufetta e sono andato a dormire.
Conclusione, la sera dopo la resin a era ancora un po' morbida.
Inoltre, tolto il peel-ply, io ho sentito comunque ruvido, bho..

Allora ho laminato con resina e catalizzatore veloce, però a secco, con il tessuto sopra il legno asciutto, vuotato la resina sopra, stesa con la spatola e impregnata con il pennello.

La sera dopo ho rifilato i bordi, carteggiato e applicato il nastro.

Tutto senza peel-ply, piuttotosto di fare casino, preferisco lavorare come il solito.


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 21/03/2015 12:08:49
Messaggio:

Phil Masnagh ha scritto:

Dove vai di preciso in Croazia?


Vrsar (Orsera), Camping Koversada.

E' il paese sulla riva nord della foce del Canal di Leme, di fronte a Rovigno.


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 21/03/2015 17:03:41
Messaggio:

Phil Masnagh ha scritto:

Spettacolare...!!! Pieno di isoete dapartuto. Proprio un bel posto. Se ti porti il diecipiedi avrai da divertirti e farti esperienza di navigazione. Hai fatto bene a fartelo un po' robusto, che navigare in mare non è come farsi quattro bordi sotto costa in un laghetto tranquillo.


Lago di Garda a Torbole, l'anno scorso, corso di vela con la Y80 da 8 metri.
Vento da sud, onde più di un metro, navigazione di bolina.... facevo la doccia anch'io che ero al timone.
Navigazione proprio tranquilla non direi... ci sono andato anche con la mia canoa, e con il vento in poppa mi pareva di essere sulle rapide di un fiume, dovevo tenere il remo-timone con due mani.
Dovrebbe essere divertente con il catamarano, non vedo l'ora.


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 11/04/2015 18:35:54
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Vi piace?



Dettaglio del collegamento barra timone con traversa:


Ho preso spunto dal metodo utilizzato da Luca, utilizzando un bel bullone a testa arrotondata e il galletto sotto, così dovrebbero esserci meno intralci per la scotta (che comunque si incattivirà sicuramente lo stesso. ).

Il bullone è di quelli con lo squadro subito sotto la testa, che putacaso è quasi dello stesso diametro dell'anello dell'arridatoio e di spessore appena superiore; il dado sottostante è ben stretto e l'arridatoio scorre benissimo.


Autore Risposta: Jacopo
Inserita il: 11/04/2015 18:43:05
Messaggio:

lquaggi ha scritto:

Vi piace?


Per ora si' !
Aggiungiamo timoni, derive, trampolino, albero, vele e manovre e riesaminiamo il tutto.
Ciao Leo, a presto.
Jacopo


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 11/04/2015 18:47:29
Messaggio:

Jacopo ha scritto:

lquaggi ha scritto:

Vi piace?


Per ora si' !
Aggiungiamo timoni, derive, trampolino, albero, vele e manovre e riesaminiamo il tutto.
Ciao Leo, a presto.
Jacopo


Ho già fatto tutto, manca solo verniciare le casse dei timoni e fare il trampolino.


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 11/04/2015 21:38:56
Messaggio:

Phil Masnagh ha scritto:

Ottimo lavoro...!!! Bravo, bravissimo, vah che due bei siluri...!!! Secondo me fenderà le acque come un missile...!!!

Però quello snodo del timone probabilmente sì incattiverà qualche scotta. Il mio suggerimento è quello di tagliar via una piccola parte del fianco interno della barra, e la testa dell'arridatoio metterla dentro al tubo rettangolare che fa da barra. Se poi ci metti un perno senza troppe sporgenze sopra e sotto ottieni un lavoro dove le scotte magari non s'incattiveranno così tanto facilmente.

Vedremo, modifiche se ne possono sempre fare.
Comunque, con il giro che voglio far fare alla scotta, non ci passa neppure vicino.
Fra due settimane lo scopriremo.


Autore Risposta: luca10ft
Inserita il: 13/04/2015 07:00:37
Messaggio:

lquaggi ha scritto:

Vi piace?


Per ora va bene, ma la verità si scopre sempre in acqua


lquaggi ha scritto:

Ho già fatto tutto, manca solo …. il trampolino.



Appena finito il fioccheto (spero entro questa settimana) inizierò anch’io il nuovo trampolino con la rete apposita.
Ho già fatto il progettino in CAD e un modello di carta in scala 1:5.
La carta bianca è la rete, mentre le strisce in cartoncino nero rappresento la fettucce di rinforzo (spero di riuscire a cucirle).

Immagine:

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Vorrei però eliminare le tasche laterali (sx e dx) che ho sull’attuale trampolino in PVC, dove corre un tondino inox da 8 mm imbullonato sotto le traverse e che funge da tensionatore (anch’esso da eliminare per semplificare il montaggio e anche alleggerire qualcosina).

La tensione sarà quindi assicurata solo dal tubo che passa nelle tasche di prua e di poppa (v. spiedini appoggiati alle pile), oltre ai due tiranti laterali agganciati alle lande (v. area rinforzata).

Prima di iniziare voglio però verificare con il vecchio trampolino se il sistema regge e non fletta troppo.

Ecco perché devo finire prima il fiocco, così rimonto il Baby una volta sola e verifico anche tutte le misure definitive del piano velico (vorrei accorciare l’albero ancora un pochino ma senza esagerare, altrimenti nei cambi di mure sarà una testata assicurata ogni volta che passo sotto il boma ).




Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 16/04/2015 18:48:31
Messaggio:

Dopo dieci mesi di gestazione, oggi è nato il mio pargolo.











Siete tutti invitati al battesimo, che si terrà ad Arona il 25 Aprile.

P.S. - Prima che diciate qualcosa, i timoni ci sono, solo che non li ho montati perché mi sono concentrato sul rigging.


Autore Risposta: Jacopo
Inserita il: 16/04/2015 20:26:28
Messaggio:

Gran bella realizzazione, Leonardo!
10 mesi di lavoro non sono poi una cosa cosi' strana con i nostri giocattoli.
Sono ansioso di vederla in acqua.
Certo che, se vuoi navigare ad Arona con quella vela, sara' bene che ti porti una bella pagaia per poter tornare a casa prima di notte !!!
In quella zona, quando arriva la rafficona a quattro nodi, siamo tutti a godere come ricci......
Ciao, a presto
Jacopo


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 16/04/2015 20:46:03
Messaggio:

Jacopo ha scritto:

Gran bella realizzazione, Leonardo!
10 mesi di lavoro non sono poi una cosa cosi' strana con i nostri giocattoli.
Sono ansioso di vederla in acqua.
Certo che, se vuoi navigare ad Arona con quella vela, sara' bene che ti porti una bella pagaia per poter tornare a casa prima di notte !!!
In quella zona, quando arriva la rafficona a quattro nodi, siamo tutti a godere come ricci......
Ciao, a presto
Jacopo


Quella ho, comunque appena posso faccio il fiocco.
Sicuramente non scuffierò.

Ho due pagaie da kayak, 2 remi e una pagaia da canoa, bastano?


Autore Risposta: bicio
Inserita il: 16/04/2015 23:58:40
Messaggio:

Ottimo Leonardo e complimenti, la fine dei lavori e' sempre un bel momento.
Ci vediamo ad Arona.
Fabrizio


Autore Risposta: Dario
Inserita il: 17/04/2015 11:26:04
Messaggio:

Bravissimo Leonardo ed ora navigarci sarà una bellissima emozione,buon vento.


Autore Risposta: FABIOS
Inserita il: 17/04/2015 12:17:10
Messaggio:

optimum
ad Arona ci sarö anch'io col mio nuovo nato trimarano Icarus
a presto...


Autore Risposta: luca10ft
Inserita il: 18/04/2015 06:20:41
Messaggio:

La fine dei lavori è sempre una bella soddisfazione, ma il mio momento più commovente fu quando il Baby mosse i suoi primi passi (si fa per dire)… nell’acqua.
Quel giorno c’era pochissimo vento e non era facile farlo partire.
Il mare era quasi olio e la bavetta si percepiva appena.
Poi, all’improvviso, sentii scorrere l’acqua lungo gli scafi e vidi che dietro i timoni si formava una piccola scia.
La mia creatura stava veramente navigando
Quasi non ci credevo e confesso che una lacrimuccia mi cadde dall’occhio


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 18/04/2015 07:29:31
Messaggio:

luca10ft ha scritto:

La fine dei lavori è sempre una bella soddisfazione, ma il mio momento più commovente fu quando il Baby mosse i suoi primi passi (si fa per dire)… nell’acqua.
Quel giorno c’era pochissimo vento e non era facile farlo partire.
Il mare era quasi olio e la bavetta si percepiva appena.
Poi, all’improvviso, sentii scorrere l’acqua lungo gli scafi e vidi che dietro i timoni si formava una piccola scia.
La mia creatura stava veramente navigando
Quasi non ci credevo e confesso che una lacrimuccia mi cadde dall’occhio


Io sono emozionato già da un mese solo al pensiero.


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 19/04/2015 08:38:27
Messaggio:

Phil Masnagh ha scritto:

Hullallah, trullallah Habemus Catamaranum...!!! Immagino che in occasione del varo si brinderà con dell'ottimo prosecco.


L'idea è di bagnarlo.


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 19/04/2015 22:06:13
Messaggio:

Timoni finiti:





Ora veramente manca solo di bagnare la barca.

P.S. - Non fate caso al casino sullo scaffale...


Autore Risposta: Dario
Inserita il: 28/04/2015 12:54:38
Messaggio:

Ciao Leonardo volevo sapere se hai fatto la prova a stare su quel trampolino.Impressioni?....ciao Dario.


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 28/04/2015 13:38:35
Messaggio:

Dario ha scritto:

Ciao Leonardo volevo sapere se hai fatto la prova a stare su quel trampolino.Impressioni?....ciao Dario.


E' la prima cosa che ho fatto appena montato, con i miei 130 kg non c'è da scherzare!

Teso come lo vedi nelle foto, e penso che non sia teso al massimo, mi sostiene benissimo, mi pare si fletta di 10-15 cm (con il mio peso mi sembra accettabile), quindi ancora non tocco l'acqua con il fondoschiena.
La maglia è larga 3 cm, ed il filo è da 5 mm. Tutto attorno è cucita una corda di 7-8 mm di diametro.

Ho speso 51,51 euro. Costerebbe un po' di meno, ma c'è un importo minimo per ordinare e ho dovuto aggiungere una cianfrusaglia da pochi euro.

Se ti interessa, scrivimi in privato che ti do tutte le indicazioni.


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 28/04/2015 15:51:02
Messaggio:

Però, sai come ti rinfreschi bene quando le onde ti bagnano da sotto?


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 28/04/2015 22:21:08
Messaggio:

Phil Masnagh ha scritto:

Sì, e puoi anche vedere gli squali che si fanno sotto per morderti le terga belle rinfrescate...


Gulp! Non ci avevo pensato.


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 28/04/2015 22:37:12
Messaggio:

Come anticipato qualche post fa, mi sto cimentando nella fabbricazione di un fiocco da abbinare alla vela latina.
Non è molto grande, poco più di 1 m2, però, considerando che la vela latina è di 5 m2, incremento la superficie velica del 20%, che non è da disprezzare.
Inoltre porto più avanti il centro velico, che dovrebbe essere così più vicino al centro di deriva, e dovrebbe aiutare un pò nelle virate, così mi pare di aver capito.

Poichè la vela latina è in tessuto in nylon da spinnaker, anche per il fiocco ho scelto lo stesso tipo di tessuto.
Da completo inesperto, ho pensato che avere randa e fiocco con tessuto più o meno con le stesse caratteristiche possa essere meglio: può essere?

Ieri ho finito di progettare la vela con Sailcut, ho salvato su una chiavetta i file dxf dei ferzi e me li sono fatti stampare da un Digital Service in grandezza naturale.
Stasera ho ricalcato le linee sul tessuto e tagliato i ferzi.
Ecco qui il risultato:



Prossimo passo: unire i ferzi con il nastro biadesivo Venture specifico per assemblare senza cuciture.

Poi mi rileggo i vari libri sulla costruzione delle vele per il resto del lavoro.


Autore Risposta: luca10ft
Inserita il: 29/04/2015 07:11:09
Messaggio:

lquaggi ha scritto:

Poichè la vela latina è in tessuto in nylon da spinnaker, anche per il fiocco ho scelto lo stesso tipo di tessuto.
Da completo inesperto, ho pensato che avere randa e fiocco con tessuto più o meno con le stesse caratteristiche possa essere meglio: può essere?



Se leggi le pagine 54 e 55 (meglio ancora anche quelle successive) del libro di Howard, capirai meglio perché si chiama naylon da spinnaker e perché non è adatto per realizzare i fiocchi.
Per poter risalire il vento serve un tessuto rigido che non si deformi sotto gli sforzi e mantegna la forma della vela. Il naylon, al contrario, è piuttosto elastico per cui è adatto alle sole vele per andature portanti.
Se poi non ti interessano le prestazioni ma preferisci valorizzare l’estetica e il pendant, allora va bene anche il nylon come quello della vela latina.
Però, considerato il tipo di materiale (tendente a spanciarsi), avresti potuto anche risparmiarti il lavoro di assemblaggio dei ferzi(oltre al costo di stampa) e potevi tagliare un pezzo unico o al massimo due se non ci stavi nella pezza.

Perché hai scelto quella rete per fare il trampolino?
Oltre ai problemi evidenziati da Phil (che non sono da poco e riguardano tutto ciò che appoggerai in coperta), mi sembra che hai speso parecchio. Anche la rigidità mi sembra scarsa, perché circa 15 cm non sono da poco, specie se ci sono un po’ di onde. L’acqua che arriva da sotto non si ferma alle chiappe ma, sbattendogli contro, ti spara addosso parecchi schizzi che ti bagnano tutto il corpo. Se non sei ben coperto, il vento ti farà poi sentire molto freddo.
Per fare il mio nuovo trampolino ho usato una rete specifica trovata a circa 7,5 €/mq. Aggiungendo 23 € per una bobina di filo Dabond da 2500 ml e altri € 10 (circa) tra fettuccia, anelli e colla, ho speso circa quello che hai speso tu, ma ho ancora tanto di quel filo per costruire trampolini, vele, tendalini e quant’altro per tutta la vita




Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 29/04/2015 08:21:13
Messaggio:


luca10ft ha scritto:
Però, considerato il tipo di materiale (tendente a spanciarsi), avresti potuto anche risparmiarti il lavoro di assemblaggio dei ferzi(oltre al costo di stampa) e potevi tagliare un pezzo unico o al massimo due se non ci stavi nella pezza.

Per quanto riguarda l'elasticità del nylon, non hai torto, però i ferzi, forse, renderanno un pelino più rigida la vela, chissà...
L'ho scelto per utilizzare lo stesso tipo di tessuto della vela latina, dacron non lo avrei preso per fare la prima vela, e il Lankotex è in fogli enormi. con 2m x 1,5m di nylon questo fiocchetto l'ho fatto.


Perché hai scelto quella rete per fare il trampolino?

Soprattutto questione di tempi, volendo iniziare a veleggiare questa primavera, ho dovuto comprimere i tempi di costruzione.
In quanto alle onde, finché vado sui nostri laghi non è che ne trovi troppe, purtroppo. E quando ci sono, ho visto al Lago di Garda che ti lavi per bene anche su una barca da 8 metri.

Quest'anno va così, il prossimo inverno mi dedicherò a sistemare l'albero da 7 metri che ho comprato, costruendogli attorno un bel gioco di vele in dacron fatto bene (spero...)


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 10/05/2015 09:31:38
Messaggio:

Ho finito il fiocco!
Probabilmente, essendo in nylon non avrà chissà che prestazioni, ma mi è stato molto utile farlo come banco di prova e allenamento per quando farò randa e fiocco per l'albero nuovo.

I ferzi, la base e la balumina non sono cuciti, ma incollati con il biadesivo apposito.
Sull'inferitura ho cucito (fatto cucire, in reatà ) una fettuccia al cui interno corre un gratile in dyneema 3 mm scalzato, con impiombate alle estremità due redancie in nylon (con calza solo attorno alla redancia). La vela è tenuta in tensione sul gratile con fettucce in nylon tubolare cucite ad anello sugli occhielli.

Mura:


Penna:


Bugna:


Fiocco issato con rollafiocco:


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 10/05/2015 11:38:23
Messaggio:

Phil Masnagh ha scritto:

OTTIMO LAVORO...!!! Ma lo sai che se non rompo non sono io.... Una di quelle due fettucce cucite sui punti di mura e di penna la sostituirei con una scottina legata. Questo ti permetterà di regolare la tensione dell'inferitura. Adesso è tutto a posto, ma non c'èi vento... Con vento le cose cambiano, specialmente dato che per la vela hai utilizzato un materiale abbastanza elastico.

Hai ragione, rompi sempre.

Basta scucire casomai, se tiene per questa stagione, d'altronde, mi basta.

Comunque, ho messo parecchio in tensione sia cima che vela prima di cucirle assieme.


Autore Risposta: luca10ft
Inserita il: 11/05/2015 07:44:33
Messaggio:

Per un avvolgimento ottimale di solito si mettono due gratili paralleli che, sotto tensione, fungono da base antitorsione.
Se può esserti utile per le future realizzazioni, ecco un esempio (è il Drifter della mia barca grande su avvolgitore a circuito chiuso che ho fatto io qualche anno fa).

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Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 11/05/2015 08:24:48
Messaggio:

luca10ft ha scritto:

Per un avvolgimento ottimale di solito si mettono due gratili paralleli che, sotto tensione, fungono da base antitorsione.
Se può esserti utile per le future realizzazioni, ecco un esempio (è il Drifter della mia barca grande su avvolgitore a circuito chiuso che ho fatto io qualche anno fa).

Sistema interessante.
Comunque, la mia veletta in nylon si avvolge abbastanza bene. Può essere interessante ricordarsi questo sistema per un fiocco più grande.

P.S. - Cosa serve quel bozzello in testa al bompresso?


Autore Risposta: luca10ft
Inserita il: 11/05/2015 18:26:29
Messaggio:

È importante anche come viene avvolta, perché se si avvolge male potrebbe poi aprirsi con il vento (di solito nella parte superiore).
Una volta, in piena bonaccia, mi è arrivato improvvisamente addosso un groppo da 30 nodi. Il Drifter era a riva e fortunatamente avvolto. Non si è aperto di un cm. In caso contrario sarebbe quasi sicuramente esploso.

Il bozzello era per la mura del Gennaker che poi ho venduto perché mi bastava il Drifter


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 11/05/2015 23:26:07
Messaggio:

Hai visto il grillo in tessile che ho fatto stasera per le scotte del fiocco?


Autore Risposta: luca10ft
Inserita il: 12/05/2015 19:27:51
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Ma che cima hai usato? Una doppia calza?
Sopra che nodo hai fatto? Il turbante (o diamante)?

Io uso il dyneema scalzato. Questo è un 3 mm, lo stesso usato per le sartie del Baby.

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Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 13/05/2015 08:19:29
Messaggio:

luca10ft ha scritto:

Ma che cima hai usato? Una doppia calza?
Sopra che nodo hai fatto? Il turbante (o diamante)?

Io uso il dyneema scalzato. Questo è un 3 mm, lo stesso usato per le sartie del Baby.

Libro delle imbiombature di Alfredo Mosso, pag. 190: si chiama Nodo a Bottone.
La legatura finale è scritto che si può lasciare esterna, oppure ficcarla dentro, come penso abbia fatto tu.
Ho usato la calza di una cima in dyneema da 3 mm, buttando l'anima.
Alla prima uscita vedrò se va bene o se è troppo debole, ma visto la dimensione del fiocco, non penso.

Su Spraystore un grillo in tessile costa almeno 7 euro! Un bel po', visto che non è poi così difficile farli.


Autore Risposta: luca10ft
Inserita il: 13/05/2015 18:39:37
Messaggio:

Il nodo dovrebbe essere lo stesso, Bottone (Button Knot) o altrimenti detto Turbante o Diamante. Su youtube ci sono molti video che spiegano come si fa.
Le due parti finali io le taglio a filo nodo con la lama rovente fatta con un normale saldatore da 10 €. Sono anni che faccio così e mai avuto problemi (neanche sulla barca grossa con cui ne ho prese di sventolate). Purtroppo quello che costa è la lama, ma volendo si può anche fare in casa.

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lquaggi ha scritto:

Ho usato la calza di una cima in dyneema da 3 mm, buttando l'anima.



Molto probabilmente hai buttato il dyneema (calza interna o anima) e tenuto il poliestere (calza esterna).
Dalle mie parti direbbero: “Tu fai come gli antichi, che mangiano la buccia e buttano i fichi”
Al prossimo ordine, ricordati di aggiungere qualche metro di dyneema scalzato di vari diametri (3/4 mm). Con pochi € ti farai una dotazione di grilli tessili super resistenti e che ti basteranno per tutta la vita.

PS. la prossima volta l’anima (in dyneema) comunque non buttarla, perché puoi farci un altro grillo. Occorrerebbe spruzzarci un prodotto che crea la patina protettiva (e la irrigidisce) come quella scalzata, che però costa un botto. Cmq c’è il modo di farlo anche home made (da qualche parte me lo ero segnato, ma ora non lo ritrovo).


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 13/05/2015 22:16:00
Messaggio:

Ho ricevuto proprio stasera l'ultimo ordine per le cose che mi servono per il varo di Domenica.... non ci ho pensato, pazienza.

La prossima volta.

Per scavare il polistirolo quando faccio un aeromodello, uso un attrezzo taglia-polistirolo che mi sono fatto in casa, con un filo grosso 1 mm al quale dò la forma che mi serve Va bene anche per intestare le cime.


Autore Risposta: luca10ft
Inserita il: 19/05/2015 08:32:31
Messaggio:

Non ci racconti nulla di come è andata la prima uscita?
Mi spettavo resoconti dettagliati tipo quelli che ho fatto io

http://www.diecipiedi.it/forum/topic.asp?TOPIC_ID=398&whichpage=4
v. pag. 4 per Baby Gorilla versione 1.0 e pag. 8 per versione 2.0 poi a seguire per versione 2.1 (con fiocco)


Dai che sono curioso




Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 19/05/2015 10:57:51
Messaggio:

luca10ft ha scritto:

Non ci racconti nulla di come è andata la prima uscita?
Mi spettavo resoconti dettagliati tipo quelli che ho fatto io

http://www.diecipiedi.it/forum/topic.asp?TOPIC_ID=398&whichpage=4
v. pag. 4 per Baby Gorilla versione 1.0 e pag. 8 per versione 2.0 poi a seguire per versione 2.1 (con fiocco)

Dai che sono curioso

Sto aspettando le foto che ha fatto mio figlio, stasera dovrei averle. Poi scrivo, promesso.


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 19/05/2015 22:46:33
Messaggio:

Eccomi qui, recuperate le foto, racconto la mia esperienza.

Premesso che non ho quasi dormito la notte prima per l'ansia, sono arrivato a Dervio, ho scaricato tutto, accolto da Jacopo e altri diecipiedisti che erano già arrivati, e mi sono accinto al montaggio. Tempo impiegato: quasi due ore. Devo sicuramente migliorare.

Prima di mettere in acqua la mia creatura, ho chiesto il parere di Jacopo sul rigging, soprattutto scotte randa e fiocco. Infatti, mi ha fatto modificare sia l'una che le altre.

Portato in acqua, l'ho subito bagnato con una bottiglia di prosecco: il varo deve essere fatto per bene, che dite?

Quando, dopo molte titubanze, mi sono deciso a salirci sopra, ho avuto una piacevole sorpresa con la linea di galleggiamento che piazzandosi a circa 15 cm dal fondo, è andata oltre le mie più rosee aspettative.

Il vento all'inizio era molto scarso, ma pian pianino mi sono comunque allontanato dalla riva. Ho subito notato il notevole sbilanciamento longitudinale causato dal mio peso, spostandomi 20-30 cm verso prua o verso poppa, affondava davanti o dietro di un bel po'.

Quando il vento ha rinforzato un po' ho avuto una nuova piacevole sorpresa: stando seduto nel baricentro longitudinale, quindi con gli scafi orizzontali sull'acqua, la barca filava dritta anche senza toccare il timone. Dovrei quindi aver indovinato sia il centro di deriva che il centro velico.

Inoltre le virate, quando non sbagliavo la manovra, sono venute discretamente. Ovviamente nell'angolo morto rallentava parecchio, ma quasi sempre riusciva a completarle.

Verso la fine, con il vento ancora rinforzato, ho visto che non trascinava praticamente acqua; le prue tagliavano le onde come un coltello, mentre a poppa si vedeva l'acqua scivolare attorno al timone liscia come l'olio.

Punto dolente, le vele. Poverine, fanno quello che possono, e per fortuna che ho fatto anche il fiocco, ma spingono veramente poco. Per quest'anno va così, il prossimo con albero e vele nuove, sarà tutta un'altra storia.

Quando sono tornato a riva, ho collaudato i clamcleat autosbloccanti: mi sono ricordato di sollevare le derive, ma non i timoni. Ebbene, appena hanno toccato lo scivolo in cemento si sono sollevati da soli senza neanche rovinarsi troppo sullo spigolo.

Conclusione:
Nei limiti delle vele e della inesperienza dello skipper, secondo me si è comportato abbastanza bene.
Devo fare alcune modifiche che mi faciliteranno montaggio, smontaggio e navigazione, ma sono cose di poco conto.
Devo inoltre fare un carrello di alaggio più robusto: ho usato quello della canoa con delle prolunghe, ma non va assolutamente bene, troppo debole.
Infine, come detto sopra, per l'anno prossimo nuovo armo e anche verniciatura (adesso ha solo due mani di resina, la seconda con colorante giallo).


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 19/05/2015 23:06:09
Messaggio:






















Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 20/05/2015 13:44:56
Messaggio:

Phil Masnagh ha scritto:
Ho notato però che la bottiglia di prosecco era in realtà una bottiglietta... Meglio berlo, sono d'accordissimo.

Però di marca.


Autore Risposta: Dario
Inserita il: 20/05/2015 15:41:31
Messaggio:

Bene bene bene Leonardo,complimenti per la barca e per le foto.Buon vento


Autore Risposta: luca10ft
Inserita il: 20/05/2015 19:14:45
Messaggio:

Bravo Leonardo.
Per ora l’importante è che l’impostazione generale sia ok e ti soddisfi.
Dettagli e messe a punto le sistemerai strada anzi, acqua, facendo.
Vedrai che con un piano velico più potente sarà tutta un’altra cosa e l’instabilità longitudinale ti farà molta meno impressione. Per certi aspetti è addirittura positiva (per chi la sa gestire ).


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 24/06/2015 22:00:20
Messaggio:

Rieccomi qui, speravate che non scrivessi piu?

Dopo la deludente prestazione a Venezia, Carlo ha avuto pietà di me e mi ha proposto di prestarmi una sua vela per armare il mio treXL con l'albero definitivo, quello che ho comprato l'anno scorso e aspettavo quest'inverno per sistemare.

Poiché è saltato il raduno di Porto Ceresio, dove mi avrebbe portato la vela, la stessa domenica sono andato a trovarlo a casa sua e me ne sono tornato a Vicenza con un paio di vele ed una montagna di buoni consigli.

Con una settimana di duro lavoro, ecco il risultato:









Si può notare che il boma è troppo in alto, 110 cm dal trampolino. Ho già tagliato via 20 cm.
Inoltre penso di fare il Vang a 3 vie, perché così mi pare troppo duro da cazzare.

P.S. - Come mi aveva preannunciato Carlo, questa vela è così rigida che issandola lungo la canalina riesce a piegare l'albero per adattarlo all'allunamento della ralinga. Ed è bella dura da issare!

Tutti a Viverone domenica per il test.


Autore Risposta: luca10ft
Inserita il: 25/06/2015 06:52:52
Messaggio:

Immaginavo che dopo Venezia ti ieri messo a lavorare al nuovo piano velico. Stavo quasi per suggerirtelo come compitino per l’estate in vista della ripresa autunnale, ma hai fatto bene ad anticipare

Il boma effettivamente è un po’ alto, ma c’è sempre tempo per tagliare. Intanto la tua testa ringrazierà e la vela più alta ti darà più potenza perché va ad agguantare un vento più forte rispetto a quello di superficie.

Visto che hai ancora un paio di giorni prima del raduno, ti suggerirei di attrezzarti anche per armare il fiocchetto, che potrebbe quantomeno servirti se avrai difficoltà a virare.
Per evitare che sia controproducente, ricordati di posizionare bene il punto di scotta, altrimenti ti ritroverai la balumina troppo svergolata.
Continuo ad essere convinto che vada seguita la regola della mediana e non quella della bisettrice, poi vedrai tu come regolarti.
Se può esserti utile guarda questi suggerimenti dell’Arken e della Barton (che se ne intendono più di me)

http://www.harken.com/genoa-lead/ (voce Controls & Purchase)

http://www.bartonmarine.com/latest-developments.asp (voce Towable Genoa Car system)

Guarda anche la discussione di questo forum dove mostrano la bugna di un fiocco con attaccata la trim-line. Si vede chiaramente che non è posizionata lungo la bisettrice dell’angolo.

http://forums.catalina.sailboatowners.com/showthread.php?t=162389

Come ultimo suggerimento, io metterei un grillo tessile come da foto (linea rossa), ovviamente più corto, altrimenti rischi di avere la base della vela troppo elastica e troppo panciuta (dannoso per la bolina).

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Oppure così

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Il resto lo vedrai dopo le prime prove




Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 25/06/2015 07:32:25
Messaggio:

Come scritto, ho già accorciato ieri sera di altri 20 cm la base dell'albero.
Siamo comunque sempre ad un albero da 6 m e 30 cm.

Per il fiocco non penso di farcela, devo ancora finire alcuni particolari del rigging della vela maestra. Inoltre, la randa è già di 8 mq, quindi se armo anche il fiocco, esco dalle regole di stazza.

Riguardo al punto di scotta dell'eventuale fiocco, sarà comunque molto più facile piazzarlo al posto giusto. Nell'armo precedente avevo la vela latina che, sporgendo davanti all'albero, mi impediva di fare la balumina del fiocco più verticale, e quindi con l'angolo di bugna più vicino alla verticale della traversa, cosa che non succede con la randa marconi.

Infine, il punto di scotta della randa verrà più basso e più teso sul boma, nella foto la cima non è cazzata del tutto. Ci arrivavo a malapena in punta di piedi, con l'albero troppo alto.


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 25/06/2015 20:56:27
Messaggio:

Fatto le ultime modifiche:

Paranco 3 a 1 per il Vang.


Torretta con bozzello e strozzascotta per la scotta della randa.


Sono molto contento di aver fatto la doppia traversa anteriore; sulla rotaia lunga 30 cm ho fissato il bompresso, il piede dell'albero, il supporto del Gps, ora anche la torretta per la scotta, ed ho ancora posto.
Fra l'altro, fra il piede dell'albero e il Gps, c'è anche lo spazio per infilare la drizza della randa.


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 29/06/2015 22:37:43
Messaggio:

Bene bene, ho partecipato al raduno di Viverone con l'albero e la vela nuovi e.... tutta un'altra cosa! Sono pure riuscito a non arrivare ultimo nella terza prova.

Nel tracciato allegato, si può ben vedere che i bordi di bolina sono molto più stretti che a Venezia (e inoltre li ho fatti con una normale virata, non con la strambata di 270° come a Venezia...)



Carlo mi aveva avvertito che la vela che mi ha prestato era per vento forte, che a Viverone proprio non c'è stato, a parte una piccola raffica che mi ha spinto fino a 6 km orari.

Essendo inoltre la vela full batten, e di materiale abbastanza rigido, avevo difficoltà a far piegare le stecche dalla parte giusta, ed ho fatto quindi più di qualche bordo con la vela gonfia dalla parte sbagliata, riuscendo comunque ad avanzare, anche se lentamente.

Devo quindi concludere che le scarse prestazioni della volta scorsa non erano tutte colpa dell'inesperienza dello skipper; meglio, altrimenti mi sarei un po' demoralizzato.

Per i due raduni di settembre utilizzerò ancora, grazie alla disponibilità di Carlo, la stessa vela, mentre per l'anno prossimo metterò in cantiere una vela pià adatta al mio scafo:


  • In lankotex, essendo la prima

  • Con stecche corte, così da agevolare il cambio di mure della vela

  • Più grassa, così da poter sfruttare meglio le bavette dei laghi

  • Con una o due mani di terzaioli, non si sa mai...

  • Come misure invece, simile a quella di Carlo, in quanto quando tirava un po' di vento, non sentivo aumentare lo sforzo sul timone, quindi sembrava abbastanza centrata



Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 20/01/2016 22:08:56
Messaggio:

Riprendono i lavori per migliorare il mio treXL.

Dopo aver abbassato il boma, sto restaurando l'albero. L'ho fatto sabbiare per togliere la vernicie e le tracce di corrosione. Ora sto tappando i buchi e le feritoie inutili, e infine lo completerò con una passata di anticorrosivo per alluminio e poi, se mi viene la voglia, lo rivernicierò... forse.

Ho pensato di armare anche il fiocco che ho usato con la vela latina. La nuova randa con il fiocco fanno giusti 8 mq.

E qui si è rimessa in moto la mia mente contorta. Ho pensato di realizzare i carrelli per la regolazione delle scotte, cosa possibile nel mio caso per la presenza delle due traverse anteriori.

Le foto che seguono spero vi facciano capire la mia idea:







La corsa utile è di circa 20 cm.

Chiedo pareri sulla possibilità che possa funzionare.


Autore Risposta: luca10ft
Inserita il: 21/01/2016 08:50:18
Messaggio:

L’albero non ti conviene farlo anodizzare?

Il tuo carrello in tessile potrebbe anche funzionare, però mi sembra un po’ macchinoso su un barchino di 3 mt e per soli 20 cn di corsa utile.
Se usavi un normale passascotta regolabile su rotaia inox da 25 mm (es. Viadana ) era più semplice e forse spendevi anche meno rispetto a tutti quei bozzelli, rinvii e strozzatori.
La tavoletta puoi fissarla alle traverse mediate legatura passante per 4 fori a traversa e provare ad orientarla in diagonale, così stringi l’angolo quando sei di bolina e lo allarghi quando laschi.

In alternativa cerca qualche immagine su internet relativa ai barber haulers
Es. questa
http://www.mysailing.com.au/news/barber-haulers



Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 21/01/2016 10:27:47
Messaggio:

luca10ft ha scritto:

L’albero non ti conviene farlo anodizzare?

Il tuo carrello in tessile potrebbe anche funzionare, però mi sembra un po’ macchinoso su un barchino di 3 mt e per soli 20 cn di corsa utile.
Se usavi un normale passascotta regolabile su rotaia inox da 25 mm (es. Viadana ) era più semplice e forse spendevi anche meno rispetto a tutti quei bozzelli, rinvii e strozzatori.
La tavoletta puoi fissarla alle traverse mediate legatura passante per 4 fori a traversa e provare ad orientarla in diagonale, così stringi l’angolo quando sei di bolina e lo allarghi quando laschi.

In alternativa cerca qualche immagine su internet relativa ai barber haulers
Es. questa
http://www.mysailing.com.au/news/barber-haulers

Non posso anodizzare l'albero, ha riparazioni in resina e vernice nella canalina.
Per quanto riguarda bozzelli e strozzatori, avevo già tutto a casa, quindi la spesa è già amortizzata.

Per quanto riguarda la rotaia con passascotta scorrevole, ho dei dubbi, magari fasulli, che risulti di più difficile regolazione, avendo un fermo che si fissa su una serie di fori sulla rotaia: non è difficile regolarlo se la scotta è sotto tensione? E' questo il motivo che mi ha fatto provare il marchingegno che vi ho mostrato.

Fra l'altro, un metro di rotaia, due passascotta e 4 teriminali non è che siano molto economici, almeno su SprayStore.

Ho dato un'occhiata al barber, quello potrebbe essere una buona idea, facile da realizzare con quello che ho a casa e se non va bene, è un attimo cambiare sistema. Stasera provo a farlo a banco per vedere come viene. Poi ve lo mostro.


Autore Risposta: luca10ft
Inserita il: 22/01/2016 08:05:09
Messaggio:

Quando ho fatto anodizzare la traversa di collegamento delle barre dei timoni avevo già resinato i dadi interni e non hanno creato alcun problema.

Con un fiocchetto piccolo come il tuo regoli il passascotte senza problemi, anche con la scotta sotto carico. Sulla barca grande lo faccio con il genova da circa 15 mq su un sistema simile (Antal).

Chiaro che se hai già tutto in casa il confronto economico non si pone.

Quando sperimenterai i barber prendi in considerazione anche la possibilità di usare gli anelli ad alto scorrimento al posto dei bozzelli, ovviamente home made (io li ho fatti in delrin con il tornio, ma si possono fare anche con lima e trapano). Sono molto comodi e prendono poco spazio.
Questi per intenderci

http://www.matelotages.fr/albumphoto/page25.html


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 22/01/2016 15:25:47
Messaggio:

Gli anelli ad alto scorrimento li conosco, ne ho 4 che avevo usato per il fiocco con la vela latina.

Ho dato un'occhiata al Barber Hauler. Penso che lo adotterò, molto semplice nella realizzazione.

Fra l'altro, forse si può sostituire anche la rotaia con un'altra cima ed un clam cleat vicino all'albero, stasera provo.

Una domanda: qual'è l'angolo ottimale del fiocco rispetto alla mezzeria della barca (per intenderci, quello formato dalla base del fiocco con la mezzeria quando la scotta è all'estremità della rotaia trasversale (vedi link di Luca) ?


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 22/01/2016 22:36:08
Messaggio:

Ho costruito un accrocchio per vedere l'effetto che fa con i Barber Haulers:

Nella prima immagine, la scotta è allineata con la mediana dell'inferitura:



Nella seconda immagine, l'angolo è variato, così da tendere la base e allentare la balumina:



Nella terza immagine, la seconda cimetta avvicina la scotta all'albero cazzando maggiormente il fiocco:



Rifaccio la domanda: qual'è l'angolo ottimale del fiocco rispetto alla mezzeria della barca (per intenderci, quello formato dalla base del fiocco con la mezzeria quando la scotta è all'estremità della rotaia trasversale (vedi link di Luca) ?


Autore Risposta: luca10ft
Inserita il: 23/01/2016 07:03:57
Messaggio:

Oh! Adesso (quasi) ci siamo

Innanzi tutto io modificherei come da foto, cioè mettendo nel punto A un semplice anello ad alto scorrimento. Se fanno così sul Pogo 30, puoi benissimo farlo anche tu su 3XL

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Sul circuito

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Normalmente i punti B e D cadono dietro (verso poppa) al massimo arretramento che può raggiungere il punto A (passascotta) in base alla forma della vela (regola della mediana), che corrisponderebbe al massimo arretramento che il punto A potrebbe raggiungere se fissato sulla rotaia longitudinale (nel tuo caso il barber ABC).

La regolazione trasversale interno-esterno (barber ADE) serve per modificare l’angolo di incidenza della vela.
Alla tua domanda non si può rispondere con un numero fisso, perché questo è variabile e dipende da tanti fattori, quali: andatura, tipo di barca, tipo di vele (forme e materiali), peso, efficienza del piano anti scarroccio, linee d’acqua, rigging, condizioni meteo-marine, ecc. ecc.
Altrimenti non servirebbe quel tipo di regolazione.

Potresti partire regolando ADE su un angolo medio di 10-12° e poi cercare, in navigazione, l’angolo ottimale, cioè quello che ti garantisce (al momento) il miglior compromesso tra velocità, potenza e angolo di bolina.
Non avendo il trasto randa, che ti consente di spostare il carrello sopravento e centrare il boma sulla mezzaria, non potrai stringere molto il fiocco che, altrimenti, produrrà effetti negativi sulla randa (flusso circolatorio, equazione di Kutta, upwash, downwash, ecc.).

Negli equipaggi da regata queste funzioni sono affidate ai Trimmer.
Si tratta, comunque, di regolazioni fini, che hanno un’influenza minimale (per un monoscafo, in termini di velocità, sono qualche decimo di nodo), abbastanza irrilevanti per il crocierista ma fondamentali per il regatante perché possono fare la differenza tra vittoria e sconfitta.

Ovviamente stiamo parlando di andature strette.

Nelle andature larghe, l’estremità esterna del carrello trasversale (punto B del barber) è vincolata dalla larghezza dello scafo, per cui dovresti poter raggiungere il massimo angolo possibile.
Il punto B dovrebbe poi stare più avanti (verso prua) rispetto al punto D, perché, allargando l’andatura, il carrello (longitudinale) andrebbe avanzato (v. punto B sul circuito del Pogo 30).

Se vuoi approfondire ti suggerisco (oltre al solito “L’arte e la scienza delle vele”) il libriccino “Trim” di Bill Gladstone.


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 23/01/2016 09:01:41
Messaggio:

Grazie Luca, sempre molto gentile ed esaustivo.

Il vantaggio di questo accroccrio è che ho già tutto a casa e se non va bene lo smonto e cambio. Come hai suggerito tu, il primo la faccio grezzo, così spendo poco, e legato alle traverse, così si può spostare lataralmente.

Per gli allineamenti longitudinale e trasversale, lo potrò vedere quando monterò tutto per armare il fiocco, aspetto che sia un po' più caldo.

P.S. - Ho ordinato il libro "Trim"


Autore Risposta: Mario Falci
Inserita il: 23/01/2016 15:32:26
Messaggio:

"Nella seconda immagine, l'angolo è variato, così da tendere la base e allentare la balumina"
Dovrebbe essere il contrario.


Autore Risposta: luca10ft
Inserita il: 25/01/2016 06:53:16
Messaggio:



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Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 25/01/2016 22:12:59
Messaggio:

Ho fatto altre prove, ma mi sa che ci sono troppe cime e cimette da cazzare e lascare per regolare il fiocco.

Contando che la scotta da regolare è quella sottovento, ed io mi trovo sopravvento per tenere bilanciata la barca, la vedo complicata.

Vedrò cosa riesco a fare quando rimonto tutto con l'albero restaurato.

Nel frattempo, poiché non so esattamente in che posizione andrà il punto di mura del fiocco sul bombresso, ho fatto un fissaggio mobile.


Autore Risposta: luca10ft
Inserita il: 26/01/2016 07:04:19
Messaggio:

Purtroppo, più introduci delle regolazioni più complichi le manovre. Per questo gli equipaggi da regata sono spesso assai numerosi.

Se riesci a posizionare bene il fiocco, potresti intanto limitarti ad un punto di scotta fisso (a complicarti la vita fai sempre in tempo), eliminando anche l’avvolgitore perché su vele così piccole non ha molto senso (un’altra manovra in meno e anche meno peso, soprattutto a prua).

Forse sarebbe più utile invertire le posizioni degli strozzatori in modo da avere sempre la scotta sopravvento. Non è facile perché così le scotte si incrociano e creano intralci.
Sul Baby Gorilla ho trovato un discreto compromesso (anche economico, che non guasta mai) mettendo un unico strozzatore pivottante a centro barca proprio sotto l’albero. Su barche così piccole ci si arriva bene lo stesso anche con vento impegnativo.

Qui vedi le foto

http://www.diecipiedi.it/forum/topic.asp?TOPIC_ID=398&whichpage=9

http://www.diecipiedi.it/forum/topic.asp?TOPIC_ID=398&whichpage=17



Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 27/01/2016 08:24:30
Messaggio:

luca10ft ha scritto:
Se vuoi approfondire ti suggerisco (oltre al solito “L’arte e la scienza delle vele”) il libriccino “Trim” di Bill Gladstone.

Arrivato il libro "Trim". Interessante.


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 01/02/2016 21:58:22
Messaggio:

Sto pensando di modificare anche i fissaggi dei supporti delle traverse.

Se ricordate, lo scorrimento laterale ora è impedito da un pernetto in acciaio che fuoriesce dai supporti e si inserisce in un foro delle traverse:


ed il fissaggio è fatto con corde:


Ebbene, l'ultima volta hanno ceduto due supporti. In pratica, in due punti il pernetto in acciaio, spinto dalle forze sulle traverse durante la navigazione, ha spaccato il supporto in legno.

Ho pensato allora di togliere tutti i pernetti e rivettare delle lame in alluminio sotto le traverse, due per parte all'interno dei supporti, così da evitare comunque lo spostamento laterale con un sistema che presumo molto più sicuro.

Inoltre vorrei eliminare i legacci in corda e utilizzare dei cavallotti imbullonati.

Nelle tre foto che seguono vi espongo la mia idea:





Nelle prime due foto ho fissato provvisoriamente il cavallotto in alluminio con delle vitine da legno. Si nota anche la lama in alluminio rivettata sotto per impedire lo spostamento laterale.



Nella terza foto il sistema di fissaggio definitivo: dei prigionieri filettati con un bullone che blocca il cavallotto.

A me sembra che questo sistema sia sufficientemente robusto e, forse, più rapido da fissare rispetto ai legacci con le corde.

Voi che ne dite? Aspetto pareri.


Autore Risposta: luca10ft
Inserita il: 02/02/2016 07:16:27
Messaggio:

Ecco il mio

Il collegamento scafi/traverse è la parte più sollecitata del catamarano e che normalmente crea più problemi strutturali.
Su certi cat viene addirittura reso fisso attraverso incollaggio definitivo.

Ma non è solo un probema di resistenza, perchè il collegamento deve garantire anche la rigidità dell'intera struttura (cd. piattaforma), altrimenti ti ritrovi gli scafi che lavorano disallineati in tutti i sensi (con preblemi di rotta, stabilità, governabilità, resistenza all'avanzamento, sostegno al sartiame, ecc. ecc.)

I tuoi supporti sono molto belli e curati ma rappresentano l’anello debole della catena, che ha messo in crisi il sistema appena dopo qualche uscita.

Con la nuova soluzione forse qualcosa migliori ma secondo me resta ancora debole, giusto per uscite tranquille nelle calme acque del lago.
Contro le onde del mare che abbiamo qui di solito non resisterebbe a lungo (e questo è solo il profilo strutturale)




Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 02/02/2016 08:50:31
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Phil Masnagh ha scritto:
La soluzione che ho adottato nel mio cat, e che suggerisco anche a te, è un bel bullonazzo verticale che attraversi tubo, supporto e coperta dello scafo. Un apposito tubetto coassiale al bullonazzo eviterà al tubo della traversa di deformarsi quando il bullonazzo sarà avvitato.


Idea buona. Ci penso.

Grazie a te e anche a Luca.


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 02/02/2016 13:44:03
Messaggio:

Phil Masnagh ha scritto:

In alternativa: prolungherei quei cavallotti di alluminio fino ai bulloni che già hai e che tengono i supporti delle traverse solidali allo scafo. I cavallotti assumeranno una forma più o meno ad "omega" e se li farai un pelo scarsi, diciamo così, quando avviterai i bulloni di fissaggio li costringerai a spingere le traverse in giù, contro i loro supporti. C'è poi da vedere quanto resisteranno tali cavallotti allo stress della navigazione... quindi, ad occhio, li farei un pò più larghi.


I cavallotti sicuramente resisterebbero, in quanto attraversano la coperta da 6mm e il rinforzo che c'è sotto da 20mm, e qui sono piegati a L.

Ci avevo pensato anch'io, ma il cavallotto secondo me viene troppo lungo e rischia di flettersi sotto sforzo.

Al momento mi tengo i legacci, devo finire il restauro dell'albero, il rigging del fiocco e la verniciatura degli scafi.

Vedremo se avanzo tempo prima dell'inizio della stagione.


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 02/02/2016 21:11:02
Messaggio:

Son incuriosito dal carrello Windward della Harken.

Nel catalogo Harken c'è scritto:
Sistema Windward:
Il sistema windward permette di spostare il carrello sopravvento senza bisogno di lascare la cima di regolazione sottovento. Dopo la virata il carrello rimane nella stessa posizione pronto per essere portato sopravvento.

Dalla didascalia, io ho capito che si può cazzare la cima sopravvento senza bisogno di sganciare dallo strozzatore quella sottovento.

Allora ho voluto provare a simularlo per capirne il funzionamento:



La cima, si vede poco, è fermata sul simil-carrello di legno con delle graffette, quindi non scorre.

Nell'accrocchio che ho montato, per cazzare una cima devo sganciare l'altra dallo strozzascotte. Vero è che le due cime non serve mai recuparle, perché mentre una si allunga l'altra si accorcia, e viceversa.

E' giusto così, oppure il sistema della Harken ha strozzatori di tipo diverso, che si aprono automaticamente?


Autore Risposta: luca10ft
Inserita il: 03/02/2016 07:20:35
Messaggio:

lquaggi ha scritto:

....il sistema della Harken ha strozzatori di tipo diverso, che si aprono automaticamente?



Esatto

Per tirare il carrello in una direzione devi necessariamente mollare la cima che lo trattiene dall’altra parte. Funziona così in tutti i trasti del mondo.

Nel carrello del sistema Windward c’è un meccanismo (inventato dall’Harken) che apre lo strozzatore sottovento grazie alla tensione della scotta (tirata dal boma).

Le cose si invertono dopo il cambio di mure (virata o strambata).
Lo strozzatore che era sottovento passa sopravvento e si chiude, bloccando la cima nella posizione in cui si trova. Quello sopravvento passa sottovento e si apre lasciando libero il carrello di scorrere dalla parte opposta (per riportarlo al centro o sopravvento).

Sinceramente non ho mai visto uno, segno che, forse, la semplificazione della manovra non vale il costo dell’accrocco (almeno per noi crocieristi)

Normalmente sui catamarani si utilizzano dei trasti (v. Baby Gorilla) che possono essere solo lascati sottovento, cioè che non consentono di portare il carrello sopravvento.

Credo che questo dipenda dal fatto che il catamarano non gradisce angoli di bolina eccessivamente stretti perché migliora la VMG grazie alla velocità che può raggiungere nelle andature leggermente più larghe. Quindi si privilegia la semplificazione.



Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 03/02/2016 08:58:23
Messaggio:

luca10ft ha scritto:
Normalmente sui catamarani si utilizzano dei trasti (v. Baby Gorilla) che possono essere solo lascati sottovento, cioè che non consentono di portare il carrello sopravvento.


Ho dato un'occhiata al Baby Gorilla, e ho visto che c'è la rotaia del trasto sulla traversa posteriore. Però ho anche notato che lo strozzatore della scotta è fissato ad una staffa fissa centrale.

Cosa serve la rotaia? Mi spieghi?

Grazie.


Autore Risposta: Mario Falci
Inserita il: 03/02/2016 12:30:50
Messaggio:

Mi intrometto: il sistema che usa Luca ha una sola cima per regolare la posizione del carrello sul binario. Se lasca il carrello scorre sottovento spinto dal boma e dal vento, se lo cazza lo può portare al massimo in posizione centrale. Naturalmente dal carrello in su c'è il paranco di scotta normale. A me non sembra complicato e sono riuscito facilmente a creare un sistema per portare sopravvento il carrello. Basta fissare agli estremi del binario due pulegge e collegare il carrello a queste. Le cime relative devono avere alle estremità degli elastici che li tengono in tensione e in chiaro sul trampolino. Quando si vira e si passa nel nuovo sopravvento bisogna ricordarsi di togliere dallo strozzascotte la cima che diventerà di li a poco la cima di sottovento. La cima che avremo sottomano ci permetterà di portare il carrello sopravvento della misura che vogliamo cazzandolo o di lascarlo sottovento.


Autore Risposta: luca10ft
Inserita il: 03/02/2016 16:44:50
Messaggio:

Scusa Leonardo, hai ragione.
Nelle foto non è armato per cui non si capisce.
Pensavo di averle inserite invece non le trovo neanche sul pc.
Comunque è come dice Mario. Si usa una sola cima.

In questa foto ho cercato di ricostruire il circuito.

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Sulla rotaia scorre questo normalissimo carrello.

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Tra le due pulegge passa una cima (rossa) a doppia calza che ho parzialmente scalzato e sdoppiato impiombandogli un altro spezzone della calza interna (tratti fucsia a dx e sx) ricoprendo poi la piomba con la sua calza (rossa).
Qualcuno evita di sdoppiare la cima (lavoro troppo raffinato ), fissandola semplicemente ad un ponticello messo al centro della traversa (dove si vedono i due fori). Così, però, non si riesce a bloccare il carrello esattamente al centro perché resta sempre qualche cm sottovento.

Nella foto si vede il carrello tutto a sinistra perché il vento soffia da dritta. Cazzando la cima (rossa) lo riporti verso il centro e lo blocchi all’altezza che vuoi (ma non sopravvento). Idem quando il vento soffia sull’altro lato.

Ho scelto la soluzione con lo strozzatore fisso al centro in modo da averlo più a portata di mano.

In molti catamarani usano invece questi altri tipi, con 1 o 2 strozzatori solidali al carrello (quindi si spostano con lui), che però ti obbligano a sbilanciarti sottovento se devi recuperare la cima.

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Mario, scusa anche tu, ma non mi è chiaro il tuo sistema.
Hai qualche foto o uno schizzo?
Mi sembra però che anche tu devi usare due cime e non puoi cazzarne una (es. sopravvento) se non sblocchi l’altra (sottovento).


Autore Risposta: Mario Falci
Inserita il: 03/02/2016 21:24:14
Messaggio:

Si l'ho scritto: " Quando si vira e si passa nel nuovo sopravvento bisogna ricordarsi di togliere dallo strozzascotte la cima che diventerà di li a poco la cima di sottovento"

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Autore Risposta: luca10ft
Inserita il: 04/02/2016 07:55:24
Messaggio:

Grazie.

Mi aveva un po’ confuso il discorso degli elastici che pensavo svolgessero anche una qualche azione di richiamo sul carrello.

Dalla foto mi sembra invece il classico sistema usato su quasi tutte le barche, compresa la mia grande, che però ha le cime parancate per ragioni di carico.

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Autore Risposta: Mario Falci
Inserita il: 04/02/2016 18:52:12
Messaggio:

Si è uguale. L'elastico serve per avere sempre sottomano le cime anche se lontani dal binario. Tieni conto che il mio trimarano è largo 540 cm.


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 06/02/2016 18:38:31
Messaggio:

Per il trasto ci sto rimurginando.
Intanto, visto la bella giornata, ho provato ad armare il mio treXL con la vela nuova, il boma ribassato ed il fiocco.









Notare il nastro adesivo che attraversa il fiocco, che parte dal punto mediano dell'inferitura ed arriva alla bugna, utilizzato per allineare correttamente le scotte spostando il punto di mura lungo il bompresso (che potrò anche accorciare).

La randa con le stecche non mi sembra malaccio, e la fullbatten superiore pare fare il suo lavoro (foto presa dal poggiolo di casa mia. )

Abbassando il boma, la cima fissata alle due poppe che tiene il bozzello di rinvio della scotta è troppo lunga. Già accorciata.

Il vang ha un braccio di leva corto sull'albero, ma essendo questo molto flessibile ed il vang con un rapporto 8:1, non ci sono problemi a fletterlo.

Mi sono anche reso conto che utilizzando due stralli e due sartie è molto più facile alzare l'albero, e pure con il bompresso non più sostenuto dallo strallo, ma solo dal fiocco, cazzando la dritta del fiocco la tensione delle sartie ne soffre meno.


Autore Risposta: luca10ft
Inserita il: 08/02/2016 19:06:14
Messaggio:

lquaggi ha scritto:

Notare il nastro adesivo che attraversa il fiocco, che parte dal punto mediano dell'inferitura ed arriva alla bugna, utilizzato per allineare correttamente le scotte spostando il punto di mura lungo il bompresso (che potrò anche accorciare).



Quel riferimento lo chiamano TrimLine, ma qui in Italia non credo di averlo visto, neppure sulle barche da regata.

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http://forums.sailboatowners.com/index.php?threads/jib-car-position.162389/

In realtà è solo un riferimento iniziale da cui partire, perché poi la regolazione effettiva (Trim) va fatta in base alle esigenze del momento, al tipo di vela e alle possibilità offerte dal rigging.

Il trasto potrebbe esserti utile per portare il carrello sopravvento, altrimenti puoi usare solo il vang (di cui arretrerei l’attacco sul boma per farlo lavorare intorno ai 45°).

Potresti anche provare un sistema tipo questo, con due strozzatori sulla traversa di poppa se non interferiscono troppo con il timone


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Autore Risposta: Mario Falci
Inserita il: 08/02/2016 19:07:46
Messaggio:

L'angolo del vang è troppo piccolo. Praticamente fletti il boma ma quasi tutto il carico lo deve sopportare in realtà l'albero che quindi si flette nella parte bassa. Basterebbe murare il vang alla base dell'albero, se vuoi anche utilizzando i fori della slitta.


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 09/02/2016 08:32:59
Messaggio:

luca10ft ha scritto:
Quel riferimento lo chiamano TrimLine, ma qui in Italia non credo di averlo visto, neppure sulle barche da regata.

Il mio era provvisorio, solo per trovare la posizione corretta dell'angolo di mura, avendo la posizione della scotta obbligata sulla traversa. L'ho già tolto.


Il trasto potrebbe esserti utile per portare il carrello sopravvento, altrimenti puoi usare solo il vang (di cui arretrerei l’attacco sul boma per farlo lavorare intorno ai 45°).

Aspetta a vedere cosa mi sto inventando...


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 09/02/2016 08:41:01
Messaggio:

Mario Falci ha scritto:

L'angolo del vang è troppo piccolo. Praticamente fletti il boma ma quasi tutto il carico lo deve sopportare in realtà l'albero che quindi si flette nella parte bassa. Basterebbe murare il vang alla base dell'albero, se vuoi anche utilizzando i fori della slitta.


Non mi sembra succeda quello che dici, quest'albero è molto flessibile, e quando ho provato a cazzare il vang, si è flesso abbastanza uniformemente, appiattendo la vela fino in cima.
Comunque quando lo vedrete di persona mi direte. Si fa sempre in tempo a spostare qualcosa.


Autore Risposta: Mario Falci
Inserita il: 09/02/2016 21:22:19
Messaggio:

Dalla foto non sembrerebbe. Comunque è logico che il vettore che rappresenta la forza che eserciti sul vang debba essere scissa in due: una perpendicolare al boma (molto piccola) ed una parallela al boma (grande). Più ti avvicini all'angolo di 45° e più i due fattori si eguaglieranno. Il tuo angolo è inferiore a 30°


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 10/02/2016 08:30:08
Messaggio:

Mario Falci ha scritto:

Dalla foto non sembrerebbe. Comunque è logico che il vettore che rappresenta la forza che eserciti sul vang debba essere scissa in due: una perpendicolare al boma (molto piccola) ed una parallela al boma (grande). Più ti avvicini all'angolo di 45° e più i due fattori si eguaglieranno. Il tuo angolo è inferiore a 30°

Nelle foto il vang non è cazzato, comunque lo so che hai ragione. Se riesco a fissare il vang sulla rotaia senza che si ingarbugli sul supporto del Gps, lo sposto.


Autore Risposta: luca10ft
Inserita il: 11/02/2016 07:20:03
Messaggio:


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Nel Baby Gorilla “old version” avevo il circuito della scotta randa (A-B-C-D) strozzato a prua, quindi abbastanza simile a quello di 3XL.

Avevo però notato che il tratto parancato A-B si comportava come un Vang perché tratteneva il boma verso il basso, impedendogli di alzarsi anche nelle posizioni molto lasche.

Tuttavia lavorava come un Vang praticamente fisso (cioè non regolabile), perché era sempre in tensione essendo collegato alla restante parte di scotta (tratto B-C-D).

Avevo comunque deciso di montare il carrello sulla traversa posteriore con la scotta strozzata a poppa, per cui non ho ulteriormente approfondito il fenomeno.

Se funzionasse così anche su 3XL, allora il Vang di cui stiamo parlando avrà poca importanza e forse risulterà anche difficile da regolare, mentre in navigazione e nelle regate servono manovre semplici, efficaci e intuitive, soprattutto se si è da soli.



Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 11/02/2016 08:46:07
Messaggio:

luca10ft ha scritto:
Se funzionasse così anche su 3XL, allora il Vang di cui stiamo parlando avrà poca importanza e forse risulterà anche difficile da regolare, mentre in navigazione e nelle regate servono manovre semplici, efficaci e intuitive, soprattutto se si è da soli.

In effetti, se cazzo la scotta si piega l'albero...

Io ho posizionato la scotta in quel modo per non avere nessun impedimento con la barra e lo stick dei timoni.
Portando lo strozzatore della scotta sulla traversa posteriore, che fra l'altro è come fanno quasi tutti, quando si cambia bordo, è facile lo stesso girare il timone?


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 11/02/2016 13:54:33
Messaggio:

Ho appena visto questo in un video su facebook:



Ma il vang è appena più inclinato del mio!


Autore Risposta: luca10ft
Inserita il: 12/02/2016 07:09:05
Messaggio:

lquaggi ha scritto:

In effetti, se cazzo la scotta si piega l'albero...



Non è poi così strano se pensi che la funzione principale della scotta è quella di controllare lo svergolamento. Se la cazzi a ferro, chiudi tutta la balumina e l’eccesso di potenza si scarica sull’albero che, nelle piccole barche, riesce a flettersi.
Nelle barche grosse, dove gli alberi sono molto più rigidi, si flettono attraverso altre manovre (paterazzo, volanti, baby stay).

L’angolo di attacco si controlla invece con il trasto.

Se non hai il trasto, allora devi controllare l’angolo di attacco con la scotta, ma poi ti serve il vang anche nelle andature strette per controllare lo svergolamento.

Su “Trim” queste cose sono spiegate abbastanza bene (ad es. a pag. 66 – v. vang sheeting)



lquaggi ha scritto:

Portando lo strozzatore della scotta sulla traversa posteriore, che fra l'altro è come fanno quasi tutti, quando si cambia bordo, è facile lo stesso girare il timone?



Con la scotta sulla traversa posteriore, barre del timone e stick stanno dietro.

http://www.diecipiedi.it/forum/topic.asp?TOPIC_ID=398&whichpage=3

http://www.diecipiedi.it/forum/topic.asp?TOPIC_ID=398&whichpage=15

Fai passare lo stick da una mura all’altra ruotandolo verso poppa anziché verso prua come si farebbe sulle derive.
Quando si usano stick molto lunghi per stare al trapezio (come nel classe A) questa soluzione è obbligata perché davanti comunque non passerebbe in quanto ostacolato da albero e boma.

In teoria può sembrare difficile perché appare una cosa innaturale, ma dopo qualche virata non ci fai più caso e diventa tutto automatico. É più difficile passare sotto il boma senza sbatterci la testa





Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 15/02/2016 22:25:32
Messaggio:

Ero riuscito a fare un carrello WindWard.
Funzionava, ma non mi convinceva, vuoi per la non perfetta scorrevolezza del meccanismo, vuoi per la dubbia robustezza.
Peccato, ci rimurginerò sopra più a lungo.

Intanto allora ho fatto un carrello classico. Contemporaneamente sposto l'attacco della scotta sul boma giusto sopra la traversa posteriore, dove fisserò la rotaia, così il circuito è più semplice.


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 19/02/2016 23:53:08
Messaggio:

Completato anche il carrello.



La cima è una sola, e fa il circuito completo. A banco mi sembra che non vada malaccio, dovrebbe essere più raggiungibile non avendo le estremità che vanno dappertutto, e meno difficile che si incattivisca da qualche parte.



I ganci di fissaggio alle estremità sono rivettati, ma non bloccati, grazie ad un tubetto in ottone infilato nel foro del gancio, più lungo dello spessore dello stesso, così il rivetto è fissato, ma il gancio può ruotare, allineandosi alla cima quando il carrello è all'estremità della rotaia.



Sulla traversa, per fissare la rotaia, ho rivettato delle fettine ricavate da un avanzo di tubo. In questo modo il foro filettato su cui sono avvitate le viti ha uno spessore doppio, e resta una fessura sufficiente a passare le cinghie di fissaggio del trampolino.


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 19/03/2016 19:48:55
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Ultimi lavori:


  • Fatto sabbiare l'albero, chiuso con resina e fibra tutti i fori inutilizzati, dato una mano di fondo, stuccato, carteggiato e infine riverniciato tinta alluminio

  • Abbassato l'attacco inferiore del vang

  • Installato il carrello della randa (spostando in avanti il punto di scotta)

  • Fissato dei moschettoni che con degli elastici tengono in ordine le drizze

  • Inventato una barra per agganciare il carrello alla traversa anteriore (pare che sia funzionale, vedremo sul campo)











Autore Risposta: luca10ft
Inserita il: 20/03/2016 11:04:37
Messaggio:

Due osservazioni al volo perché vado di fretta.

In barca normalmente si cerca di evitare le cose che possono sbattere.
In questo caso il moschettone sbatte sull’albero e piano piano lo rovina.

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Io raccolgo le drizze tramite semplice elastico avvolto intorno all’albero (poca spesa molta resa ).

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Eliminerei anche quel moschettone.

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Meno peso e meno cose che possono rompersi o dare fastidio.
Basta il grillo del bozzello che ti porterà via qualche secondo in più rispetto al moschettone.
In questo modo sollevi la scotta che corre sotto il boma e che ti darà meno impicci nelle virare e nelle strambate (dovendoci passare sotto).


Autore Risposta: lquaggi
Inserita il: 12/09/2016 21:27:11
Messaggio:

Ho registrato la navigazione di domenica a Colico, e questo è il tracciato delle prime due prove:



Se non vado errato l'angolo di bolina è minore di 45 gradi, che per un catamarano è una buona cosa, voi che dite?


Autore Risposta: luca10ft
Inserita il: 14/09/2016 08:25:32
Messaggio:

Come angoli sembrano buoni.
Tieni comunque presente che sono sempre influenzati dalle condizioni meteo-marine (onda, corrente, intensità, salti e variazione del vento).
Ovviamente più sono stretti e meglio è.

Questo è il tracciato dell’uscita di ieri con la mia barca grande. Avevo il fiocco olimpico davanti alle crocette e con il barber potevo stringerlo quanto volevo, anche fino all’albero. La randa posso regolarla di conseguenza perché con il tasto posso portare il boma anche sopravvento.

Un po' di onda e vento leggero (4-5 nodi da NNE) ballerino e in rotazione verso SE nei primi bordeggi di bolina (bordi 1-7), poi si è stabilizzato e ha rinforzato un pochino fino a 7-8 nodi (bordi 8-12 sempre di bolina), riprendendo a girare e calare nei bordi successivi (da 12 in poi ero al lasco con due bordi in poppa piena a farfalla 14-15 e 16-17). Dopo il bordo 19 c’erano 3-4 nodi, per cui ho ammainato tutto e sono rientrato a motore, altrimenti avrei fatto notte



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Autore Risposta: capelizzari
Inserita il: 20/09/2016 08:28:42
Messaggio:

chiedo un aiuto agli esperti di Garmin...
alla fine della giornata, dopo tre prove sullo stesso percorso mi trovo sul tracciato un groviglio inestricabile ( cioè si può percorrere col cursore, ma la vista d'insieme è squallida)
E' possibile sezionare il percorso in pezzettini, per esempio nelle tre prove?
Come si fa?

Immagine:

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Grazie, ciao


Autore Risposta: luca10ft
Inserita il: 21/09/2016 07:19:55
Messaggio:

Non credo che si possa con Garmin Connect e neanche con Google Maps (dove avevo caricato il percorso inserito nel mio intervento precedente).

Avresti dovuto fare una registrazione per ogni prova.

Se hai conservato il file registrato dall’Etrex10 (Current.gpx) puoi tentare in questo modo:
- fai una copia del file
- la apri con “Blocco note” o “WordPad” (come ti trovi meglio)
- ti compare la sequenza dati, cioè coordinate, altitudine, data, ora, minuti e secondi di ciascuna posizione registrata negli intervalli prestabiliti (es. ogni 15 secondi)
- cancelli la parte di tracciato che non ti interessa (ad es. dal punto registrato alle ore 10:33:28 al punto registrato alle ore 11:05:43)
- chiudi il file e salvi le modifiche mantenendo l’estensione .gpx
- lo ricarichi su Garmin Connect o Google Maps (qui puoi visualizzare la mappa a tutto schermo).

Se funziona, fai un’altra copia dell’originale e ripeti le operazioni cancellando e conservando altre parti del tracciato.
In questo modo ottieni un file-dati per ogni prova.

A proposito di GPS.
Quest’anno ho un po’ trascurato il Baby Gorilla per dedicarmi al kayak (semi-autocostruito) con cui ho già percorso oltre 125 miglia (ovviamente tutte a forza di braccia ).
Per evitare di portarmi appresso troppa elettronica, ho comprato (per circa lo stesso prezzo dell’Etrex10) un cellulare “Rugged” (IP68), cioè di quelli impermeabili che possono stare anche sott’acqua (l’ho provato) e cadere sui sassi senza rompersi (provato anche questo), su cui ho caricato un applicativo GPS (free) semplice ma completo (cioè che fornisce tutti i dati di navigazione e registra le tracce, anche su base cartografica).
Non è preciso come un vero GPS, però l’ho trovato una buona alternativa se si vuole fare tutto con una sola apparecchiatura (telefonate di emergenza, foto, video, ecc.).
L’unico aspetto negativo è il display che, sotto il sole, è meno visibile di quello dell’Etrex (c’è però anche la possibilità di ricevere informazioni vocali). Ma per un centinaio di euro non si può pretendere la luna


Autore Risposta: capelizzari
Inserita il: 21/09/2016 09:56:27
Messaggio:

grazie, proverò
Ciao


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