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capelizzari
Segretario classe 10'


Prov.: Milano
Città: burago


942 Messaggi

Inserito il - 30/01/2017 : 17:41:09  Mostra Profilo Invia a capelizzari un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Stiamo parlando di 0,3 mq, un'inezia! Continuo a pensare che la cosa migliore sia tagliare la balumina.
Comunque, da questa vela non potete aspettarvi molto. E' fatta di materiale ancora più povero del Lancotex, ed io l'avevo fatta per provare il taglio radiale. E' venuta piuttosto bene, ma essendo stata calcolata un po' troppo piatta, l'ho usata pochissimo.
Ti mando tutti i dettagli, poi fai tu

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Cia a tutti

Carlo
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capelizzari
Segretario classe 10'


Prov.: Milano
Città: burago


942 Messaggi

Inserito il - 30/01/2017 : 17:44:32  Mostra Profilo Invia a capelizzari un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Aggiungo una cosa: la parte della base è stata fatta per essere inferita sul boma, per avere una specie di tasca che dovrebbe dare qualche vantaggio nelle andature portanti, ma non so se davvero funziona.

Carlo
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Mario Falci
Moderatore


Prov.: Milano
Città: Milano


1559 Messaggi

Inserito il - 30/01/2017 : 23:04:10  Mostra Profilo Invia a Mario Falci un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Grazie mille Carlo
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Mario Falci
Moderatore


Prov.: Milano
Città: Milano


1559 Messaggi

Inserito il - 30/01/2017 : 23:50:39  Mostra Profilo Invia a Mario Falci un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Con un'altra vela forse sarebbe più semplice.

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luca10ft
Utente Senior


Città: riccione


767 Messaggi

Inserito il - 31/01/2017 : 06:59:34  Mostra Profilo Invia a luca10ft un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Forse non serve tagliare la vela di Carlo....

Con il vang agganciato sotto l’albero e in un punto fisso, quando cazzato impedirà la rotazione.
Lascando il vang l’albero ruoterà, ma così si perderà il controllo dello svergolamento.
Per questo sui catamarani non esiste il vang, ma si controlla la rotazione dell’albero alare con lo spanner (fissato subito sotto il boma) e lo svergolamento con il tasto.


.... ma se proprio si dovesse tagliare...

In teoria, secondo me, andrebbe rifilata lungo l’inferitura perché 8 cm di “luff round” su 470 di inferitura (1,7%) mi fanno pensare ad un albero piuttosto flessibile, e comunque più flessibile dell’albero alare.
Mantenendo quella curva di inferitura si provocherà un eccesso di grasso che toglierà ogni portanza in quella zona della vela, oltre ad ostacolare la regolarità del flusso laminare.
Insomma provocherebbe quello stesso effetto che provoca un albero fisso deviando i filetti in entrata e creando turbolenze proprio lungo l’inferitura.

In pratica è sicuramente più facile tagliare lungo la balumina. Essendo triradiale occorre però non toccare la base, altrimenti salta l’orientamento delle fibre lungo le linee di forza. Si può rifilare in alto, eliminando l’allunamento o dandogli un allunamento negativo come nei fiocchi, così non servirebbero le stecche (come nelle rande rollabili dentro l’albero.



Mario Falci ha scritto:

Al contrario quando ci sarà molto vento potrà, "buttandosi fuori" contrastare con il suo peso, lo sbandamento. Se noti le traverse posteriori sono al limite. Se le spostassi ancora, la sezione non sarebbe sufficiente ad ospitare la scatola dove si incastra la punta della traversa.


Scusa Mario se torno sull’argomento. Ovviamente non voglio insistere perché ogni decisione spetta a te e all’altro Luca. Parlo solo per amore del confronto

Se ti riferisci alla sezione dell’ama, non basterebbe allargarla un pochino?

Nei multiscafi, data la loro grande stabilità di forma, il problema principale non è la scuffia laterale che avviene superato il limite di sbandamento, ma l’ingavonamento da prua.
Con il Gorillino, pur avendo un albero di quasi mt. 6,50 (che produce un notevole momento sbandante), non ho mai sentito la necessità di buttarmi fuori, agganciato alle cinghie punta piedi, come fanno sulle derive. Invece ho dovuto usare le cinghie per portarmi il più indietro possibile, altrimenti la prua dello scafo sottovento sarebbe affondata. In quei momenti avrei tanto desiderato una traversa posteriore più arretrata. Ma sul catamarano c’è un limite dovuto al trasto.



Modificato da - luca10ft in data 31/01/2017 07:37:31
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Mario Falci
Moderatore


Prov.: Milano
Città: Milano


1559 Messaggi

Inserito il - 31/01/2017 : 10:34:14  Mostra Profilo Invia a Mario Falci un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Ciao Luca, rispondo prima alla tua 2^ obiezione. Per "buttandosi fuori" io intendevo con il trapezio con i puntapiedi vicini al trampolino posteriore ed il baricentro ben più a poppa della traversa posteriore. Comunque sono casi limiti che difficilmente potranno avvenire nelle nostre regate dove c'è un limite di nodi di vento oltre il quale si annulla la regata.
La 1^ obiezione è valida ed è una cosa a cui non avevo pensato. Effettivamente il vang portando il boma a spingere sull'albero lo costringe a ruotare e a bloccarsi in una posizione fissa. Mettere una rotaia sulla traversa di poppa é fattibile, ma a parte i costi, va anche curvata ed inoltre impedirebbe la velocità nello smontaggio se non addiritura impedirlo.
Cosí a naso penso che si potrebbe adottare un ponticello tessile, magari un po' più evoluto con la possibiltà di regolare la posizione della scotta sul ponticello. Come tutti sanno il bozzello che scorre sul ponticello tessile descrive una mezza ellisse e non una retta me meglio di niente. L'altra possibilitá é quella di pensare ad uno gnav ( vang al contrario) che essendo rigido potrebbe dare qualche chance di lasciare libera la rotazione dell'albero.
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aurelio
Utente Senior



689 Messaggi

Inserito il - 31/01/2017 : 20:32:26  Mostra Profilo Invia a aurelio un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
ciao, per quanto riguarda la regolazione angolo albero rotante e boma su Uffa 10 adottammo una soluzione semplice ma efficace: il manettino (spanner) solidale con l'albero più una cimetta e strozzascotte sotto il boma ( basta lascare o cazzare la cimetta per regolare l'angolo dell'albero rispetto all'asse barca e di conseguenza al boma )
il vang lavora comunque correttamente e non forza sulla base albero..ora l'armo è di Cesare e potrà confermarvi la facilità d'uso

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aurelio
Utente Senior



689 Messaggi

Inserito il - 31/01/2017 : 20:43:23  Mostra Profilo Invia a aurelio un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
....funziona così

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Mario Falci
Moderatore


Prov.: Milano
Città: Milano


1559 Messaggi

Inserito il - 31/01/2017 : 22:43:19  Mostra Profilo Invia a Mario Falci un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Grazie Aurelio, quindi il vang determina la pressione del boma sull'albero e tende a farlo ruotare. Certo l'asse di rotazione dell'albero è poco distante dal punto in cui il boma è incernierato all'albero quindi la spinta alla rotazione c'è ma non è eccessiva. A questo punto con lo spanner si sfrutta questa spinta come se ci fosse un elastico: cazzando la cimetta si costringe l'albero alare ad allinearsi al boma e se si lasca ecco che l'albero crea un angolo con il boma. Quando poi si vira, senza toccare nulla l'albero si disporrà con un uguale angolo, ma dalla parte opposta, rispetto il boma.
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luca10ft
Utente Senior


Città: riccione


767 Messaggi

Inserito il - 01/02/2017 : 06:50:28  Mostra Profilo Invia a luca10ft un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
La soluzione postata da Aurelio va bene perché il vang è fissato all’albero e ruota con esso.
Se tra il piede e la trozza, l’albero è troppo corto e occorre agganciare il vang a un punto fisso sottostante (es. la paratia), allora si ostacola la rotazione come avevo già evidenziato.
In questo caso serve un’altra manovra per controllare lo svergolamento, come il trasto su rotaia o con soluzione tessile tipo questa, molto semplice e che può portare il boma anche sopra vento (o esattamente sulla mezzaria dello scafo).

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Con gli anelli ad alto scorrimento (Antal o di altre marche o anche fatti in casa se si dispone di un tornio) applicazioni e soluzioni possono essere tantissime. Basta solo spremersi le meningi o cercare in rete qualche idea già sperimentata (metodo giapponese).
Ad es. questo è il mio sistema di in-hauler casereccio per la barca grande con anelli fatti in casa (delrin e alluminio anodizzato sempre in casa). Poca spesa e molta resa.

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Mario Falci ha scritto:

Ciao Luca, rispondo prima alla tua 2^ obiezione. Per "buttandosi fuori" io intendevo con il trapezio con i puntapiedi vicini al trampolino posteriore ed il baricentro ben più a poppa della traversa posteriore. Comunque sono casi limiti che difficilmente potranno avvenire nelle nostre regate dove c'è un limite di nodi di vento oltre il quale si annulla la regata.


Se prevedete l’uso del trapezio allora ok. Avevo accennato alla cosa immaginando che non ci fosse.
Ma con tutta quella tela (randa + gennakar) non servirà aspettare i 25 nodi per annullare la regata, e neanche i 20 per non farla partire. Ne basteranno meno di 15.
Comunque non era un'obiezione, ma solo un elemento di riflessione

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Mario Falci
Moderatore


Prov.: Milano
Città: Milano


1559 Messaggi

Inserito il - 01/02/2017 : 10:09:22  Mostra Profilo Invia a Mario Falci un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Figurati, grazie per i tuoi contributi. Probabilmente hai ragione, fissare il vang alla paratia potrebbe non far funzionare il tutto ma io pensavo di fissarlo perfettamente sotto l'asse di rotazione dell'albero. In questo modo il vang dovrebbe essere allineato lo stesso.

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luca10ft
Utente Senior


Città: riccione


767 Messaggi

Inserito il - 01/02/2017 : 14:22:34  Mostra Profilo Invia a luca10ft un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Si, così in asse dovrebbe funzionare come quello di Aurelio.
Per capire tutti gli aspetti pratici del meccanismo di rotazione, io, a suo tempo, mi ero fatto un modello con un listellino di legno che fungeva da albero alare e che ruotava intorno a un chiodo conficcato in un tavoletta.

Lo spanner sarebbe meglio però metterlo più possibile vicino al boma perché comunque esercita anche un effetto vang

v. http://www.diecipiedi.it/forum/topic.asp?TOPIC_ID=398&whichpage=12 (foto alla fine)

Sul Gorillino l’ho messo un po’ più in basso per sfruttare un bullone esistente e l’effetto non è da poco

v. http://www.diecipiedi.it/forum/topic.asp?TOPIC_ID=398&whichpage=13 (prime foto)


Ci sarebbe anche un altro modo per non tagliare la vela di Carlo: bloccare temporaneamente la rotazione dell’albero


Modificato da - luca10ft in data 01/02/2017 14:27:18
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Mario Falci
Moderatore


Prov.: Milano
Città: Milano


1559 Messaggi

Inserito il - 01/02/2017 : 15:52:25  Mostra Profilo Invia a Mario Falci un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
E' ufficiale, Aurelio ci regala la sua super vela che vedete sopra e questa può essere privata senza problemi del ferzo inferiore.

Modificato da - Mario Falci in data 01/02/2017 15:52:45
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Luca Cappellini
Utente Normale

Prov.: Milano
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21 Messaggi

Inserito il - 17/02/2017 : 23:52:10  Mostra Profilo Invia a Luca Cappellini un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Questa settimana è iniziata ufficialmente la costruzione del nuovo progetto di Mario!!!
È strano trovarsi in centro a Milano sotto i grattacieli e allestire un cantiere... non ne vedevo l'ora!!!
Abbiamo utilizzato sagome di carta 1/1 con colla spray rimovibile per poter tagliare il compensato Okume' da 3 mm, sono pronte tutte le parti dello scafo, ama, traverse.
Stiamo valutando come procedere per l'accoppiamento con il rotolo di vetroresina/gelcoat che servirà da finitura esterna (con dei campioni verificheremo se meglio incollare con la resina e poi rifilare la vtr o se sagomare e poi incollare le due parti successivamente).
Prime impressioni da allievo del corso pilota: forse non avrei mai avuto il coraggio di diventare autocostruttore anche se sono stato tentato molte volte proprio dai progetti sul sito Diecipiedi.
Sia in fase di progettazione, di scelta e acquisto materiali e in questa prima parte di lavorazione, grazie a Mario che mi segue e mi spiega ogni minimo dettaglio e scelta progettuale, sto imparando molto e mi sto appassionando ancora di più alla filosofia di classe. Credo che questo corso permetterà di aumentare di molto il numero di diecipiedisti... e spero di diventarlo a breve anch'io!!!





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Luca Cappellini
Utente Normale

Prov.: Milano
Città: Assago


21 Messaggi

Inserito il - 25/02/2017 : 23:49:24  Mostra Profilo Invia a Luca Cappellini un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Prima di procedere all'assemblaggio degli scafi è stata anticipata la fase di finitura esterna: il progetto prevede di non utilizzare vernici per poter rendere la costruzione più veloce e pulita. Mario ha pensato di abbinare un foglio di vetroresina rifinita gelcoat da 0,9 mm che verrà incollata con la resina sia sugli scafi che sulla coperta.
Abbiamo tagliato con il cutter i fogli utilizzando la sagoma di compensato e a breve in un unica giornata incolleremo le due parti.
Sistema innovativo molto pulito e veloce!!!



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capelizzari
Segretario classe 10'


Prov.: Milano
Città: burago


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Inserito il - 07/03/2017 : 17:20:42  Mostra Profilo Invia a capelizzari un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Allora come andiamo? Progressi?
Sono curioso di sapere se l'incollaggio della vetroresina sul compensato è venuto bene, o se ha dato problemi.
Ciao

Carlo
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Luca Cappellini
Utente Normale

Prov.: Milano
Città: Assago


21 Messaggi

Inserito il - 07/03/2017 : 21:43:06  Mostra Profilo Invia a Luca Cappellini un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Abbiamo terminato di tagliato tutte le sagome di compensato e di vetroresina. Quest'ultime le abbiamo protette con della plastica per scongiurare che si rovinino con la resina.
Abbiamo verificato che con del semplice nastro adesivo riusciremo a mantenere le curvature dei profili nei punti di giunzione quando li resineremo.
Da settimana prossima in un unico pomeriggio accoppieremo il compensato con la vetroresina e i profili, con delle lastre di vetro le terremo aderenti tra loro per una notte.
Gia' da ora posso dire che il nuovo metodo progettato da Mario si conferma molto pulito e innovativo : cutter, forbici e nastro sono bastate per preparare gli scafi e la finitura esterna in brevissimo tempo.
Siamo molto soddisfatti della velocità e del rispetto dei pesi che confermano le stime di progetto.

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luca10ft
Utente Senior


Città: riccione


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Inserito il - 08/03/2017 : 08:34:23  Mostra Profilo Invia a luca10ft un Messaggio Privato  Rispondi Quotando

Attenzione che nastro e plastica potrebbero creare degli spessori variabili che ostacolano la perfetta compressione in fase di incollaggio, specie se non si dispone di una pressa.

Se rimane intrappolata dell’aria tra legno e laminato, potrebbe creare delle bolle riscaldandosi al sole. Col tempo potrebbe anche filtrare e intrappolarsi dell’acqua che finirebbe per infradiciare il legno, oltre, ovviamente, a rendere più debole l’incollaggio.

L’acqua dolce è meno densa di quella salata, quindi penetra più facilmente. Un fattore che nelle barche facilita anche l’osmosi






Modificato da - luca10ft in data 08/03/2017 08:39:36
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Mario Falci
Moderatore


Prov.: Milano
Città: Milano


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Inserito il - 08/03/2017 : 19:13:52  Mostra Profilo Invia a Mario Falci un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
luca10ft ha scritto:


Attenzione che nastro e plastica potrebbero creare degli spessori variabili che ostacolano la perfetta compressione in fase di incollaggio, specie se non si dispone di una pressa.

Se rimane intrappolata dell’aria tra legno e laminato, potrebbe creare delle bolle riscaldandosi al sole. Col tempo potrebbe anche filtrare e intrappolarsi dell’acqua che finirebbe per infradiciare il legno, oltre, ovviamente, a rendere più debole l’incollaggio.

L’acqua dolce è meno densa di quella salata, quindi penetra più facilmente. Un fattore che nelle barche facilita anche l’osmosi








Stiamo parlando dell'accoppiamento tra una lastra che ha una sua consistenza anche se sottile. Non stiamo incollando del tessuto da bagnare con resina. Inoltre disporremo la resina con una spatola dentata. La resina verrà addensata per dare spessore ma lasciandola abbastanza liquida. Disporremo sopra delle lastre in vetro da 8 mm abbastanza pesanti e poi sopra porremo altri pesi. Non credo avremo problemi di bolle d'aria o di osmosi.
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Mario Falci
Moderatore


Prov.: Milano
Città: Milano


1559 Messaggi

Inserito il - 15/03/2017 : 19:18:03  Mostra Profilo Invia a Mario Falci un Messaggio Privato  Rispondi Quotando
Si prosegue con i lavori. Nella foto seguente si vedono le sagome di compensato appaiate a quelle in laminato per non fare confusione

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All'esterno della falegnameria vengono carteggiate le sagome in laminato di vetro per rendere la superficie adatta all'incollaggio con resina.
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Nella foto successiva le sagome in laminato sono state accoppiate con quelle in compensato e sottoposte a pressione con lastre di vetro e pesi vari. é stata passata preventivamente la resina ( meno possibile) sia sul compensato che sul laminato con il rullo, infine resina additiva con 1/2 sfere cave e 1/2 fibre usando la spatola dentata.

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